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Volley, scudetto: Piacenza e Trento si creano il V-Day

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Sarà gara5. Il modo più bello per assegnare uno scudetto. Quello con più thrilling e più pathos. Quello incerto. Dentro o fuori. Tutto o niente. Miti ancestrali. Fascino puro che ci accompagna fin da piccoli.

Win or go home. Dicono gli americani che dei playoff hanno fatto una filosofia di vita. In Italia ci sono solo da una ventina d’anni (importati per impedire alla corazzata Torino di mister Prandi di vincere i campionati già a marzo).

Negli ultimi tre anni il tricolore è stato assegnato in gara secca disputata in campo neutro. Era il famoso V-Day che aveva appassionato e affascinato ma che spesso aveva sovvertito i valori che i nove mesi precedenti avevano delineato. La Lega allora ha deciso di ripristinare la classica serie al meglio delle cinque partite, ma la musica non è cambiata. Piacenza e Trento si sono creati da sole il V-Day e proprio come quattro anni fa si contenderanno il titolo al Pala Trento. Goduria per gli emiliani che in una gara5 da cuori fortissimi conquistarono il loro primo (e unico) scudetto rimontando da 2-0 sotto. Incubi per i trentini, che ancora devono digerire il V-Day dell’anno scorso: sopra 2-0 su Macerata al Forum di Assago, titolo in vista e poi sfumato in un incredibile tie-break.

Sono due storie praticamente identiche che i ragazzi di Stoytchev non hanno ancora dimenticato. Domenica dovranno sconfiggere prima i loro fantasmi e poi Piacenza per cucirsi sul petto il terzo scudetto.

I biancorossi, invece, partiranno con lo svantaggio importante del campo. Il palazzetto dolomito appare stregato: solo l’ormai defunta Vibo Valentia è riuscita ad espugnarlo in questa stagione. Le squadre, però, avranno tutta la settimana per risolvere il problema ambientale e altri questioni tecnico-tattiche.

 

Gara4 ha confermato sostanzialmente tutti gli schemi degli ultimi dieci giorni. Il fattore campo regge. Il servizio è fondamentale. I muri acquistano importanza man mano che l’incontro prosegue. Quando un attacco prevale, la ricezione avversaria cade e non riesce mai a porre rimedio. Le due squadre si equivalgono, anche se non abbiamo ancora visto una partita combattuta dall’inizio alla fine. In ogni incontro cambia il singolo mattatore. Questa volta è stato Zlatanov ad essere stratosferico: 25 punti, 84% in attacco, due muri, due aces. Semplicemente incontenibile. Lui ha spaccato in due la ricezione trentina che poco ha potuto. Hristo ha praticamente vinto il match da solo: Simon e Fei non sono stati fondamentali come in gara2, De Cecco ha ovviamente alzato al meglio per confezionargli tanti palloni, Papi non demorde e ha un cuore immenso.

Soprattutto, però, c’è anche un’altra chiave che spiega il successo del Copra Elior nel pomeriggio di ieri: Juantorena sotto tono. L’italo-cubano era stato il dominatore di gara3, ma ieri si è letteralmente eclissato, faticando tantissimo e andando appena oltre i 10 punti. Dovrà dare il meglio di sé se vorrà riscattarsi in gara5. Così come Kaziyski, davvero impalpabile. Staremo a vedere invece le condizioni fisiche di Raphael: dalle visite di oggi passerà il risultato del match di domenica. Quello che ci dirà chi saranno i nuovi campioni d’Italia.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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