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Venti anni di Olimpiadi italiane, tra alti e bassi

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Vi presentiamo in una rapida carrellata il bilancio italiano delle Olimpiadi estive da Barcellona 1992 a Londra 2012.

1992 – Il fondo

Correva l’anno 1992, quando l’Italia toccava a Barcellona quello che possiamo considerare il fondo della sua esperienza olimpica dell’ultimo trentennio: con 6 ori, 5 argenti e 9 bronzi, la spedizione azzurra si colloca al dodicesimo posto del medagliere, fuori dalla top 10, come non accadeva da Monaco 1976. Rispetto a Seoul 1988 arrivarono, è vero, cinque medaglie in più, ma l’uscita dal gotha del medagliere rappresentò un evento di simbolica importanza, calcolando anche che a Barcellona si assegnarono 23 titoli in più rispetto all’edizione coreana. Giovanna Trillini vinse l’oro nel fioretto individuale e a squadre, le prime delle sue otto medaglie olimpiche.

1996 – Il “grande balzo in avanti”

Un’esplosione incredibile: da un’edizione deludente come quella di Barcellona, l’Italia raggiunge uno storico apogeo ad Atlanta 1996. Il medagliere dice sesta posizione, ma soprattutto 13 titoli, come non succedeva da Roma 1960, e 35 medaglie totali, solo una in meno della fortunata edizione capitolina. Dei Giochi Olimpici come pochi, nei quali all’Italia va praticamente tutto bene, tra grandi conferme e novità sorprendenti. Jury Chechi, già pluricampione mondiale della specialità, si laurea campione olimpico degli anelli.

2000 – La conferma

A Sidney 2000, era quasi impossibile fare meglio rispetto ad Atlanta. La spedizione italiana in Australia fu un grande successo, in quanto riuscì a confermare il risultato di quattro anni prima, con lo stesso numero di ori e 34 medaglie, corrispondenti al settimo posto del medagliere complessivo. Tra Atlanta e Sidney, lo sport italiano vive un momento di grande salute. Domenico Fioravanti entra nella storia, vincendo il titolo olimpico nei 100 e nei 200 rana.

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2004 – La resistenza

Una caduta lenta, ma inesorabile. Ad Atene 2004 quasi nessuno se ne accorge: con 10 ori, 11 argenti ed 11 bronzi l’Italia svolge il suo compito, finendo all’ottavo posto del medagliere. Ma la flessione già si avverte, occultata dalla forza di inerzia dei grandi risultati degli anni precedenti e da quegli atleti che, anche se con qualche anno in più, continuano ad offrire medaglie. Paolo Bettini, invece, vince il suo primo grande titolo, che sarà seguito da due ori mondiali.

2008 – La flessione

Con Pechino 2008, diventa evidente a tutti che i tempi di Atlanta sono ormai lontani. Gli ori sono 8, le medaglie totali 27, vale a dire sotto le rispettive soglie di 10 e 30 che possono essere considerate come sinonimo di prestazione positiva. Il medagliere segna la nona posizione. La rendita di cui lo sport italiano si era nutrito fino ad Atene sta per esaurirsi. Chi non si stanca mai, è Valentina Vezzali: oro individuale nel fioretto per la terza volta consecutiva.

2012 – La stagnazione

Chi a Londra 2012 si aspettava una ripresa, è rimasto deluso. Chi, invece, puntava più realisticamente ad arrestare la discesa degli ultimi quadrienni ha alla fine avuto ragione. L’Italia risale in ottava posizione, con 8 ori, 9 argenti ed 11 bronzi, vale a dire un terzo posto in più rispetto a Pechino. In attesa di tempi migliori, i tifosi italiani devono accontentarsi. A non accontentarsi è Carlo Molfetta, che centra l’oro nella categoria +80 kg del taekwondo.

Infine, ecco il grafico che evidenzia l’andamento complessivo dell’Italia olimpica tra il 1992 ed il 2012, sia per quanto riguarda gli ori, che per le medaglie totali.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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