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Oltre Cinquecerchi

La classe di Manassero e i Molinari: il golf italiano torna a ruggire

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Il 27 maggio 1996 Costantino Rocca otteneva il successo forse più importante nella storia del golf italiano al Wentworth Club, consacrandosi, a 40 anni, tra i migliori interpreti sul circuito europeo. A distanza di 17 anni (quasi) esatti, Matteo Manassero ripete la straordinaria impresa del bergamasco, imponendosi nel torneo più prestigioso dell’European Tour; ma la vittoria del veneto – non ce ne vogliano gli inguaribili romanticoni legati al mito di Costantino – sembra avere tutto un altro sapore.

Il fatto che Manassero abbia solo 20 anni, naturalmente, è la ‘spina dorsale’ di questa tesi, perché assistere alla quarta vittoria in carriera di un ragazzo di così giovane età è, senza troppi giri di parole, strabiliante. Non a caso, il talento smisurato di Manny ci è invidiato in ogni angolo del globo; uno così, probabilmente, nasce una volta ogni 50 anni, in quanto una perla di assoluta rarità e brillantezza. Volendo fare paragoni con altri sport, la classe di Matteo potrebbe essere comparabile con quella delle fiorettiste azzurre, di Jessica Rossi, di Vincenzo Nibali o, per rimembrare qualche grande del passato, di Marco Pantani, di Roberto Baggio o di Pietro Mennea. Tutta gente che, nel loro sport, è sbarcata nell’élite, nell’olimpo. Il ragazzino di Negrar non avrà ancora raggiunto simili livelli, ma a soli 20 anni una tale propensione alla vittoria e una testa del genere non possono che far sognare ad occhi aperti qualunque appassionato di questo sport. A stupire, infatti, non è solo la fantasia e il gioco, ma anche l’eccezionale capacità di gestire la pressione nei momenti chiave; riguardando le buche di spareggio disputate ieri, si può notare come Manny abbia ridotto al minimo le sbavature ad ogni colpo, mostrandosi impenetrabile per Khan. Maturo e a tratti cattivo al punto giusto, sopraffine ed elegante, negli anni a venire sembra impossibile non pronosticare un futuro glorioso per un vero e proprio predestinato.

Il BMW PGA Championship, però, non ha solo significato la conferma di un fuoriclasse, ma anche il rilancio definitivo delle ambizioni per Francesco ed Edoardo Molinari, i cui 9° e 19° posto hanno un peso specifico importante per il prosieguo della stagione. Due prestazioni, quelle dei fratelli torinesi, da incorniciare, nonostante i rimpianti che hanno accompagnato il terzo round di Chicco, quando si è praticamente auto-eliminato dalla corsa al titolo; Dodo, invece, è uscito dalla top ten per qualche errore di troppo nell’ultima tornata, quando tutta la positività dei primi tre giorni poteva scemare leggermente nel rammarico. Ma, in fondo, si era avuta l’impressione che Wentworth Club potesse essere il posto adatto per ridare slancio alla stagione del golf italiano, impressioni confermate poi da un Matteo Manassero, ora, al 28° posto nel ranking mondiale, pronto ad affrontare il secondo Major dell’anno tra due settimane, lo U.S. Open. E dopo questa enorme iniezione di fiducia, possiamo attenderci faville dai nostri portacolori.

Foto: Getty Images

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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