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Golf: Matteo Manassero, campione di precocità

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Di record di precocità, il nostro Matteo Manassero ne ha battuti tanti in questi anni. Non si è certo fatto attendere il talento del veronese, troppo grande e particolare per restare nascosto ed esplodere in un’età ‘normale’. Una carriera splendida finora quella di Manny, iniziata a 16 anni di fatto e costellata da quattro successi in quattro anni, qualcosa di clamoroso fermandosi bene a pensare, per la capacità di ripetersi stagione dopo stagione nonostante la carta d’identità parli chiaro.

Una striscia di vittorie ‘annuali’ (per ora) per un neofita del golf internazionale mai ottenuta da nessuno in anni e anni di storia di questo sport, nemmeno dalle grandi leggende del passato e dai fenomeni del momento. Matteo, infatti, aveva stracciato ogni primato di gioventù con la vittoria del Castello Masters nel 2010 a 17 anni, 6 mesi, facendosi conoscere al grande pubblico internazionale, mentre con il BMW PGA Championship di domenica scorsa si è definitivamente consacrato. In mezzo, l’Open di Malesia e l’Open di Singapore, a completare un percorso da teenager semplicemente fantastico e storico.
Basti pensare che anche Jack Nicklaus, uno dei più grandi all-time, ha festeggiato per la prima volta a 22 anni, con una prestigiosa vittoria allo U.S. Open, anche se il ruolino di marcia del Golden Bear, successivamente, fu strepitoso fin da subito. Discorso pressoché identico per Sam Snead, fenomeno degli anni ’30-’40-’50 e vittorioso ‘solo’ a 24 anni. Rispettivamente a 23 e 25 anni, invece, le prime gioie per altre due leggende come Gary Player ed Arnold Palmer; più giovane, ma non troppo, Nick Faldo con i suoi 20 anni.
Era un fenomeno l’indimenticabile Severiano Ballesteros, quando con i suoi 19 anni si impose al Dutch Open, l’età con la quale Matteo si laureava campione per la terza volta  nella propria carriera, a Singapore. Dati, quelli sopraccitati, impressionanti, che parlano inequivocabilmente riguardo alle potenzialità di Manassero.

I confronti non reggono nemmeno con i fuoriclasse di questi anni, a partire da Tiger Woods. Il fenomeno di Cypress, dominatore incontrastato a cavallo tra i due millenni e di nuovo in questa stagione, ha festeggiato il primo titolo tra i professionisti a quasi 21 anni, mentre Phil Mickelson era ancora un amateur quando, a 20 anni, si aggiudicò il primo torneo sul PGA Tour. Infine, il paragone forse maggiormente in voga quando si parla di Matteo: quello con Rory McIlroy. Il nord-irlandese, classe ’89, ha trionfato a 19 anni al Dubai Desert Classic, per la vittoria n°1 sul circuito europeo, imponendosi in un Major (lo U.S. Open) nel 2011, a 22 anni. Il 2012, poi, fu il suo anno magico, con cinque vittorie (tra cui il secondo Major, il PGA Championship) e il trono del ranking mondiale. Una ‘tabella di marcia’ che può essere seguita anche dalla nostra stella, campione di precocità ma sempre di più un campione nel senso più assoluto del termine.

Foto: Getty Images

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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