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Ciclismo

Giro d’Italia: le prime scintille nella giornata di un “grande vecchio”

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Dopo la volata di Napoli e la cronosquadre di Ischia, la frazione odierna nel Cilento ha regalato un grande spettacolo, per quanto in apparenza non presentasse sensibili difficoltà altimetriche.

In realtà, i saliscendi della parte finale di giornata, dopo diverse decine di chilometri già molto “nervosi”, hanno acceso la corsa: a soffiare sul fuoco, un Ryder Hesjedal ansioso di rifarsi dopo la deludente performance della sua Garmin a Forio. Tutti i migliori hanno dimostrato di avere una buona gamba: il canadese non è mai riuscito a fare la differenza, trovandosi letteralmente marcato a uomo da Valerio Agnoli, il più fedele tra i gregari di Vincenzo Nibali; lo Squalo non ha attaccato in discesa, ma logicamente non ha nemmeno perso un metro. Wiggins e la Sky, pur lasciando al proprio destino il sogno rosa di Salvatore Puccio, si sono ben comportati: da sottolineare, in particolare, l’atteggiamento del team britannico nei confronti della fuga, con un gran lavoro che ha impedito agli attaccanti di prendere margine; questo perché, comunque, almeno in un primo momento i ragazzi di Wiggo nutrivano l’ambizione di mantenere la maglia sulle spalle del siciliano, o di passarla ad un altro compagno.

Chi ha perso, suo malgrado, è stato Michele Scarponi. Apparso in ottima forma, il marchigiano è stato tradito dalla scivolata di Gesink e Kruijswijk, che in quel momento comandavano il gruppo in discesa; il salto di catena conseguente lo ha costretto ad attendere il primo compagno di squadra, ovvero il fidato Simone Stortoni, per farsi cedere la bici e ripartire, ma ormai il gap nei confronti del gruppo di testa era sensibile e il solo Nemec accorso in suo aiuto non ha potuto fare granché, così da pagare 44” ai suoi rivali per la classifica.

Il vincitore di giornata, ovviamente, è Luca Paolini. Nel titolo lo definiamo un “grande vecchio” ed in effetti è proprio così; a 36 anni suonati, il comasco sta vivendo forse la stagione più bella della carriera. Alla prima partecipazione al Giro d’Italia, ha colto questo successo con un’azione intelligente e furba, ed è sicuramente il risultato più bella di una carriera in gran parte spesa al servizio di Paolo Bettini.

Comunque, se una tappa all’apparenza quasi innocua ha generato questo spettacolo, le premesse per un grande Giro ci sono davvero tutte.

foto tratta da blog.canyon.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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