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Fioretto femminile, la tripletta russa non spaventa l’Italia

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Tre ragazze russe sui primi tre gradini del podio. Accanto a loro, Arianna Errigo. Così si è chiusa la prova individuale di Coppa del Mondo di fioretto femminile a Shanghai, in Cina. Ma l’Italia non deve temere niente. Perché ha ancora le atlete più forti, perché dietro di loro si muovono le più giovani, perché i ritorni di Valentina Vezzali, Ilaria Salvatori e, si spera, Margherita Granbassi, non faranno che confermare la supremazia azzurra nel fioretto.

Che Stefano Cerioni fosse un grande tecnico, d’altra parte, non era un mistero. Dopo qualche mese di lavoro ha iniziato a raccogliere i frutti e a ottenere le prime grandi gioie. Oro, argento e bronzo con Korobeynikova, Yakovleva e Deriglazova. Quattro atlete piazzate in finale, con Yulia Biryukova eliminata ai quarti da Arianna Errigo. Sarebbe potuto essere un podio tutto russo, fortunatamente così non è stato. Elisa Di Francisca, al rientro internazionale dopo qualche problema fisico che l’aveva tenuta fuori a Torino e Seul, ha centrato il quinto posto. Entrambe le azzurre sono state eliminate da una Larisa Korobeynikova decisamente in giornata di grazia, ma Arianna resta prima nel ranking, Elisa è terza, alle spalle di Inna Deriglazova.

La crescita russa non è stata confermata però nella prova a squadre, dove il quartetto di Cerioni si è fermato ai piedi del podio, eliminato ai quarti da una sorprendente Germania. Per la prima volta in stagione, dunque, la finale non è stata Italia-Russia, con le azzurre relegate a tirare per il terzo posto dopo essere state eliminate dalla Corea del Sud col punteggio di 45-44. Alla fine è arrivato un altro bronzo, dietro all’oro della Francia e all’argento delle asiatiche. In squadra, stavolta, non c’era Alice Volpi, sostituita da Carolina Erba.

Dietro ai soliti nomi, poi, comincia a emergere quello di Camilla Mancini, dominatrice della stagione under 20, con ancora un anno da disputare nella categoria giovanile, ma già nelle prime 16 assolute a Shanghai. Camilla ha mancato l’accesso alla finale dopo aver perso negli ottavi contro la polacca Chewlinska, col punteggio di 15-6. Sarebbe potuta andare anche meglio, perché si trattava di un’avversaria alla portata della campionessa europea e del mondo junior, oro nelle prove individuali come in quelle a squadre, ma la giovane frascatana ha tutto il tempo e le qualità per proseguire la sua crescita e dimostrare tutto il suo immenso talento.

Sarebbe sbagliato preoccuparsi per una gara (in cui peraltro sono arrivate due finali individuali e un bronzo a squadre). La forza di un movimento si valuta nell’arco intero di una stagione, e se si amplia la propria visuale non ci sono dubbi. L’Italia ha la prima e la terza fiorettista mondiale (ma se Elisa Di Francisca avesse potuto tirare almeno una delle due gare tra Torino e Seul sarebbe lì a contendersi la prima piazza con Arianna Errigo), su un serbatoio di giovani e giovanissime che stanno maturando, su alcune veterane che presto torneranno in pedana e stanno facendo di tutto per ripresentarsi ad altissimi livelli sul piano internazionale. La Russia, forse, potrà anche crescere, ma l’Italia, statene pur certi, non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro.

Foto di Augusto Bizzi

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