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‘Italia, come stai?’: Vinci, speranza Fed Cup; golf, azzurri allergici agli Slam

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Il fine settimana appena terminato ha regalato all’Italia il sorriso di Roberta Vinci, trionfatrice nel torneo di Katowice, la prevista gara lontana dal podio per i ciclisti azzurri all’Amstel Gold Race e l’eliminazione al taglio per Francesco Molinari e Matteo Manassero nel prestigioso Augusta Masters (clicca sui link colorati per leggere la cronaca degli eventi)

Partiamo dunque dall’unica nota lieta. Roberta Vinci, approdata in finale dopo aver fatto agevolmente strada in un tabellone di livello tecnico non esaltante, nel match che assegnava il trofeo si è sbarazzata in due set di un avversaria temibile come Petra Kvitova, vincitrice di Wimbledon nel 2011 e salita fino alla posizione n.2 del ranking WTA nel gennaio 2012. Si tratta di un successo significativo e di buon auspicio in vista della semifinale di Fed Cup che sabato e domenica vedrà impegnate in quel di Palermo Italia e Repubblica Ceca. Kvitova, attuale numero 8 del mondo ed autrice di un avvio di stagione decisamente inferiore rispetto ai propri standard abituali, resta un’atleta formidabile e difficilmente battibile su superfici come cemento ed erba, ma sulla terra rossa l’impressione è che le nostre possano giocarsela ad armi pari, se non addirittura con un piccolo vantaggio in più. 
Lo scorso anno fu proprio la compagine ceca a fermare in semifinale la corsa delle azzurre: si giocò ad Ostrava sul sintetico indoor, dove Kvitova e Lucie Safarova ebbero buon gioco delle nostre. Questa volta esistono i presupposti per la rivincita e non è detto che alla fine il doppio si riveli come il punto decisivo: Roberta Vinci (che proprio oggi festeggia il suo best ranking in carriera) e Sara Errani scenderanno in campo per vincere con qualsiasi avversaria sarà loro opposta, anche quella Kvitova che prima rappresentava un autentico spauracchio ed ora appare semplicemente un’avversaria da rispettare ma non temere.

Nel golf si conferma l’allergia dei nostri portacolori ai tornei del Grande Slam. Il miglior risultato di Matteo Manassero in una di queste manifestazioni risale addirittura al 2009, quando, appena 16enne, giunse 13mo al British Open. Ci si sarebbe aspettati da quel momento una crescita dirompente da parte dell’enfant prodige veronese, il quale, pur aggiudicandosi ben tre tornei dell’European Tour, pecca ancora di quella continuità di rendimento necessaria per installarsi realmente nel gotha di questo sport. La giovane età, tuttavia, gioca a favore dell’azzurrino che dovrà lavorare sodo per migliorare nel gioco dalla lunga distanza e diventare così competitivo anche su campi impegnativi come quello dell’Augusta Masters.
Per quanto riguarda i fratelli Molinari, stiamo senza ombra di dubbio parlando di due giocatori da diversi anni al top dell’European Tour, come dimostrano le due partecipazioni (con conseguenti vittorie) alla Ryder Cup. La loro vittoria più prestigiosa risale al 2009, quando portarono l’Italia in cima al mondo con il trionfo nella World Cup. Eppure il movimento tricolore avrebbe bisogno di brindare al successo di uno Slam per dare l’impulso decisivo ad uno sport in continua e rapida diffusione nel Bel Paese. I presupposti perché ciò accada, tuttavia, sembrano ancora lontani.

Il risultato dell’Amstel Gold Race, con Enrico Gasparotto ottavo e Giampaolo Caruso nono, ha offerto un quadro sostanzialmente veritiero del ciclismo italiano attuale per quanto riguarda le corse di un giorno: competitivo su livelli medi, ma privo del campione in grado di sferrare la zampata per vincere. Avversari come Sagan, Gilbert e Cancellara attualmente appaiono fuori portata per gli italiani, costretti ormai ad inventarsi delle fughe da lontano per provare il colpaccio. Come detto la scorsa settimana, il ciclismo tricolore si regge al momento su due giovani come Moreno Moser e Diego Ulissi e su un campione assoluto come Vincenzo Nibali. Proprio il 28enne siciliano proverà a sorprendere tutti alla Liegi-Bastogne-Liegi di domenica, corsa che accarezzò nel 2012 prima di venire beffato nel finale dal kazako Maksim Iglinskij. A maggio, poi, lo Squalo dello Stretto andrà a caccia del Giro d’Italia, dove potrebbe dar vita ad un duello memorabile con il britannico Bradley Wiggins. Ed allora, forse, potremo tornare a sorridere.

 

federico.militello@olimpiazzurra.com

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