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La Grande Cina arriva anche negli sport invernali

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C’era un tempo in cui la Cina non era altro che una comparsa ai Giochi Olimpici invernali. Nel 1992, ad Albertville, per la prima volta i cinesi salirono sul podio, conquistando tre argenti nello short track e nel pattinaggio velocità. Da allora, la Cina ha continuato a crescere negli sport della neve e del ghiaccio, fino ad arrivare al 7° posto nel medagliere di Vancouver 2010, con 5 ori, 2 argenti e 4 bronzi. E c’è da scommettere che questa crescita non si fermerà qui, e che nel 2014 gli atleti cinesi saranno ancora più competitivi, anche grazie all’arrivo di nuove specialità nel freestyle.

Quali possono essere le ragioni di questa esplosione cinese anche negli sport invernali? Innanzi tutto, senza girarci intorno, un Paese con delle risorse umane di tale numero (oltre 1,3 miliardi nel 2011 secondo la Banca Mondiale) è facilitato nel trovare atleti in grado di cimentarsi nel maggior numero possibile di sport, e con ottimi risultati. Secondariamente, il progresso economico della Cina si riflette anche nello sport: gli investimenti della Repubblica Popolare Cinese sono in crescita in tutti i settori, e naturalmente le competizioni olimpiche non possono essere trascurate. Da quando esistono le Olimpiadi moderne, infatti, la vittoria di più medaglie possibili è sempre stata vista come una dimostrazione della propria supremazia sul mondo, in particolare da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. Oggi a rivaleggiare con gli USA sotto gli aspetti geopolitico ed economico è proprio la Cina, che quindi non può sottrarsi al confronto anche in ambito sportivo.

Da sempre, i risultati negli sport invernali, rispetto a quelli estivi, sono condizionati dal clima e dalla morfologia dei Paesi: la Cina non è di certo un Paese in cui mancano la neve e le montagne, e con gli investimenti degli ultimi anni grandi impianti sono stati costruiti per tutti gli sport.

Infine, la Cina sta riuscendo con successo ad utilizzare le competenze storiche dei propri tecnici e dei propri atleti negli sport estivi, trascinandole negli sport invernali: non a caso il pattinaggio a rotelle (sebbene non sia disciplina olimpica) e lo short track o lo speed skating sono sport facilmente intercambiabili; grandi affinità ci sono anche fra le acrobazie del freestyle e quelle della ginnastica artistica, altro sport in cui i cinesi sono maestri. E infatti, lo short track ed il freestyle sono gli sport invernali in cui questa nuova superpotenza delle nevi sta emergendo, aiutata anche da grandi talenti come quello di Wang Meng, che abbiamo apprezzato ai recendi Mondiali di short track. Questo in attesa che le risorse umane vengano catalizzate anche negli altri sport, ed allora non ce ne sarà più per nessuno.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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