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Italrugby: l’Inghilterra per ricominciare con serenità

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Una partenza a razzo e poi sul più bello le sabbie mobili. Questo è lo scenario che potrebbe ben descrivere il cammino degli Azzurri. Un andamento che rischia di tagliare le gambe psicologicamente a molte squadre. Paradossalmente la vittoria con la Francia potrebbe essere stato un imprevisto nel cammino della Banda Brunel.

Sotto l’aspetto psicologico il piano A del tecnico francese era probabilmente quello di far crescere la fiducia di squadra partita dopo partita, in un crescendo che avrebbe dovuto cementare le fondamenta della futura squadra azzurra. Invece abbiamo vinto con la Francia. Abbiamo non solo vinto, ma splendidamente vinto, con una fiducia nel proprio gioco alla mano a tratti forse eccessiva. Sbalorditi osservavamo la conservazione dell’ovale, l’alternare decise ruck col gioco aperto, il tentativo continuo dell’off-load, quasi impauriti di noi stessi sussurravamo “va beh adesso dagli una pedatona”, e invece i ragazzi facevano french flair con chi quel gioco lo ha predicato per decenni.

Ripartire da lì era estremamente complicato. Purtroppo non basta dirselo, non basta prenderne coscienza. Ci sono delle trappole del complicatissimo meccanismo della nostra psiche che sono inconsce e spesso inevitabili. L’antidoto non si compra in farmacia ma ce lo si fabbrica con esperienza, esperienza e ancora esperienza. Dote essenziale per costruire la competenza tecnico-tattica necessaria.

Puntualmente con la Scozia ci siamo ritrovati ad essere pigri sui punti d’incontro ed imprecisi in una moltitudine di altre scelte di gioco. Come non sospettare che l’eccessiva fiducia nei propri mezzi ci possa aver messo lo zampino? Col Galles abbiamo, più o meno, sistemato la zona del breakdown ma ci siamo fatti trovare impreparati in mischia chiusa. Il cambio di mediana optato da Brunel potrebbe avere avuto anche il significato simbolico di comunicare alla squadra “occhio che non siamo d’un tratto diventati la Nuova Zelanda”. Ricominciamo da capo. Nuovamente non è bastato per uscire dalle sabbie mobili. Anzi il complesso della prestazione è stato più deludente che contro la Scozia.

Il calendario ci propone questa volta la partita perfetta. Obiettivamente nessun conoscitore del rugby può pretendere che quest’Italia batta a Twickenham quest’Inghilterra. Sperarlo sì, pretenderlo sembra folle. Potremo allora nuovamente giocare leggeri, sereni e fiduciosi, magari smaltendo un bel po’ di nervosismo, tornando pazientemente alla ricerca del famoso equilibrio.

 

Foto tratta da Planet Rugby

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