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Hockey prato, atletica e sci nordico: tra alba e tramonto (Seconda Parte)

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Questa mattina abbiamo parlato della fine di un ciclo per lo sci nordico italiano (clicca qui per leggere la prima parte di ‘Italia, come stai?). Veniamo ora alle buone notizie: atletica ed hockey prato.

Le Olimpiadi di Londra 2012 erano coincise con uno dei periodi più bui della storia della nostra atletica: in un contesto di scarsa competitività complessiva, scoppiò in tutto il suo clamore il caso-Schwazer, sino a quel momento simbolo del movimento. La baracca fu salvata solo dall’intramontabile Fabrizio Donato, capace di conquistare una fantastica medaglia di bronzo a 36 anni.
Quella che uscì dai Giochi era un’Italia a pezzi, fiaccata nell’orgoglio e priva di ambizioni. Sette mesi dopo il vento è cambiato.

Sarà una coincidenza, ma il nuovo presidente federale Alfio Giomi ha impresso una decisa svolta rispetto alla precedente gestione Arese, rivitalizzando nel giro di poche settimane un settore che aveva perso principalmente entusiasmo e fiducia nei propri mezzi.
Agli Europei di Goteborg, aldilà delle medaglie (clicca qui per l’editoriale di Stefano Villa), ciò che davvero è piaciuto rispetto al recente passato è stato l’approccio dei nostri atleti, determinati e capaci si spingersi fino o addirittura oltre i propri limiti proprio nell’occasione più importante.
Guardando al lungo periodo, l’Italia ha trovato finalmente degli atleti in grado di lottare per delle medaglie a livello mondiale (Daniele Greco, Alessia Trost e Roberta Bruni) ed una serie di elementi dal potenziale ancora tutto da scoprire nelle competizioni all’aperto (Veronica Borsi, Paolo Dal Molin e Michael Tumi). E non è finita qui! In rampa di lancio vi sono anche José Reynaldo Bencosme (400 hs), Marcel Lamont Jacobs (capace di saltare 7.75 metri nel salto in lungo a soli 18 anni, meglio anche di Andrew Howe), Claudio Stecchi (asta), Ottavia Cestonaro (triplo), Nicole Reina (mezzofondo), Fausto Desalu (200 metri), senza dimenticare alcuni prospetti interessanti nella marcia come Matteo Giupponi, Eleonora Anna Giorgi e Antonella Palmisano, per finire con la grande curiosità che ruota attorno al prossimo debutto di Andrea Lalli (campione europeo di corsa campestre) nella maratona. L’impressione è che finalmente si sia imboccata la strada giusta: per l’atletica italiana Goteborg potrebbe aver rappresentato l’incipit di un nuovo ciclo di successi.

Il risultato più eclatante del fine settimana è stato raggiunto dalla nazionale femminile di hockey prato, non fosse altro che la prima volta ha sempre un sapore particolare. Mai l’Italia era riuscita a prendere parte ad una competizione cui partecipano solo le prime 16 nazionali del pianeta. Un risultato che non deve stupire, perché frutto di anni di intensa e studiata programmazione.
La crescita dell’hockey prato femminile è dovuta principalmente a due fattori: deciso investimento sui settori giovanili (le gemelle Pacella e Dalila Mirabella, tutte classe 1994, sono ormai dei pilastri della squadra dopo essere state gettate nella mischia già a 15 anni!) e rafforzamento della rosa con degli innesti di origine straniera, ma italiani di origine o adozione. L’aver aumentato il numero di collegiali, poi, ha consentito alle azzurre di trovare la giusta alchimia di squadra. Il risultato è un gruppo coeso in cui il ct Fernando Ferrara rappresenta il regista ideale.
Considerata l’età media decisamente molto bassa della selezione tricolore, i margini di miglioramento appaiono ancora decisamente molto ampi. L’Italia, nel giro di pochi mesi, ha colmato il gap che la separava dalla Spagna, avversaria inarrivabile sino a poco tempo fa. Nel prossimo Round di World League le azzurre avranno il privilegio di confrontarsi con corazzate del calibro di Olanda, Germania, Nuova Zelanda e Corea del Sud. Si tratterà di una fondamentale esperienza nel processo di crescita che vuole portare le azzurre direttamente alle Olimpiadi di Rio 2016. Ovviamente, si tratterebbe della prima qualificazione della storia. Ma l’impressione è che questa squadra possa realmente contribuire alla definitiva esplosione dell’hockey anche per quanto riguarda la diffusione sui mezzi di comunicazione.

federico.militello@olimpiazzurra.com

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