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Atletica, Sabato da “fisico bestiale”: Tumi e Greco da urlo

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È stato un pomeriggio memorabile. Un sabato da incorniciare. Altre due medaglie: anche questa volta nel giro di dieci minuti, proprio come venerdì (argento Dal Molin prima, bronzo Borsi poi). Diverse tra loro, ma entrambe piene di significato. Ieri era il giorno uno bis della nuova era dell’atletica leggera italiana. Un prolungamento che ci siamo inventati per gioire con due azzurri. Due medaglie al giorno levano la crisi di torno.

 

Partiamo dall’alloro meno “pregiato”: il bronzo di Michael Tumi sui 60m. Non si poteva chiedere di più al ventitreenne. Lui ha corso sui suoi tempi (6.52, un centesimo più del suo record italiano). Sono gli altri (Vicaut e la sorpresa Dasaolu) ad aver esagerato in 6.48, ad essersi migliorati di addirittura cinque centesimi (il francese) nell’atto conclusivo ed aver realizzato la miglior prestazione mondiale stagionale. Oggettivamente il vicentino non ha ancora nelle gambe quel crono, quindi ben venga questo risultato. La gara è stata ben eseguita con un’uscita eccellente dai blocchi, 40 metri ben sparati poi un leggero calo di tensione: è lì che saltano fuori i due uomini di colore e la sfida genetica si trasforma in sconfitta per noi. I margini di miglioramento sono comunque enormi, soprattutto in vista della stagione outdoor: è tutto da rivedere in vista dello sforzo sui 100m e sulle reali possibilità di scendere sotto i dieci secondi. Ecco quei il video della sua impresa (immagini di RaiSport).

 

Daniele Greco, invece, si è definitivamente consacrato. Dopo il quarto posto ai Giochi Olimpici di Londra, il pugliese ha messo fieno in cascina durante l’inverno e si è presentato a Goteborg con la seconda miglior misura del 2013. Oprea non ha partecipato, quindi l’oro è diventato una pura formalità. È a quel punto che il ventiquattrenne è entrato nella storia del salto triplo: un favoloso 17.70, undicesima misura di tutti i tempi della disciplina, a tre centimetri dal record italiano di Fabrizio Donato, ovviamente sua miglior prestazione in carriera (a scacciare il 17.67 ventoso di Bressanone e il precedente 17.47 all’aperto) con una finestra privilegiata verso il sogno dei 18 metri. Questo il quarto salto che non scorderemo tanto facilmente (immagini sempre di RaiSport).

 

A margine come non citare un super Gianmarco Tamberi che, dopo un inverno difficilissimo, si è inventato una gara stupenda e ha sfiorato la medaglia nel salto in alto (chiude al quinto posto). Un percorso netto fino a 2.29 e un 2.33 mancato di un soffio, non possono che essere la prima iniezione di fiducia per il talentuoso ventenne che sta tornando sui livelli dello scorso magico anno olimpico per poi, ovviamente, andare ben oltre.

Molto male Alessia Trost in qualificazione, apparsa nervosa e spaesata in un qualcosa che alla vigilia doveva essere un semplice pro forma. Sarà stata sicuramente la tensione del debutto in una gara internazionale dei “grandi”. Per fortuna l’accesso in finale è stato acciuffato per i capelli (ottavo e ultimo posto utile). Ma quegli errori a 1.89 e 1.92 non si dovranno vedere oggi pomeriggio, per andare a prendere quella medaglia che sembrava la più scontata per la nostra spedizione.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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