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Ciclismo

Eva Lechner: una vita in sella

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Cognome e accento ne tradiscono le origini, il carattere riflette la determinazione e la serenità della gente di montagna, stiamo parlando dell’ennesimo prodotto dell’Alto Adige donato allo sport italiano, stiamo parlando di una delle migliori cicliste italiane a tutto tondo e della migliore mountain biker e ciclocrossista azzurra: Eva Lechner.

Eva è una ragazza mite e riflessiva che vive lo sport con passione, gioia ed equilibrio. Non si pensi però che la campionessa altoatesina non sia determinata. La voglia di conquistare una medaglia olimpica era tanta prima di Londra, purtroppo è incappata in una giornata difficile dove le gambe non rispondevano come si sarebbe aspettata e il dicissettesimo posto finale rimane la più grande delusione della carriera.

Non di sole Olimpiadi vive però un atleta, ed Eva già domenica scorsa a Vittorio Veneto è andata a conquistarsi la quarta maglia tricolore, in cinque anni di partecipazione, ai Campionati Italiani di Ciclocross.  L’agenda dell’appianese la porterà ora in Olanda a Hoogerheide per l‘ultima prova della Coppa del Mondo di ciclocross per poi andare a disputare i Mondiali della medesima disciplina a Louisville negli States. Poi Eva cambierà bicicletta per salire sull’amata mountain bike, concedendosi come sempre delle uscite anche con la bici da corsa (con la quale, come se niente fosse, ha vinto un Campionato Italiano a Genova nel 2007).

Dopo la vittoria, la Campionessa d’Italia commentava così sul suo profilo twitter: “tutta bella infangata ma un sacco di divertimento”. Divertimento, quella parola  è quello che meglio descrive Eva. Da tutta la sua attività agonistica traspare come lei si diverta a correre in bicicletta. Correre, su e giù tra i boschi con la mountain bike, o tra gli sterrati del ciclocross, o veloce sull’asfalto della strada poco importa. Quel che importa è stare in sella, così come con i suoi cavalli. Racconta che un giorno vorrebbe provare a fare la fantina, ci ha perfino già provato a Merano, anche lì l‘importante è correre.

Non si può non amare una ciclista così. Il mondo della bicicletta, che proprio in questi giorni -con le confessioni di Armstrong- sta scoprendo ancor più il suo lato peggiore, ha bisogno di atleti che mostrino la gioia di gareggiare, quella gioia di sacrificarsi e competere lealmente che è venuta meno anche al suo conterraneo Schwazer, quella gioia e quell’entusiasmo che abbiamo il dovere di far germogliare tra chi fa sport, soprattutto tra i più piccoli.

Quattro anni sono lunghi. Lei a Rio ci vuole essere e probabilmente ci sarà. Siamo sicuri che partirà come sempre per vincere. Ma prima ci sono centinaia di terreni di tutti i tipi da affrontare in sella ad una bicicletta alla massima velocità. Noi di Olimpiazzurra la seguiremo con un affetto particolare.

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