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Sci Alpino

Sci alpino: azzurre, ancora poche luci

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La squadra azzurra di sci alpino femminile ha vissuto un altro weekend non certo indimenticabile: è fuor di dubbio che l’inizio di stagione delle ragazze di Raimund Plancker sia stato piuttosto sottotono rispetto alle attese.

La prima a essere sicuramente arrabbiata per questo avvio poco entusiasmante è Federica Brignone.  Per la ventiduenne di La Salle è decisamente un periodo no: la ciste alla caviglia la condiziona enormemente, ma operarsi significherebbe andare incontro ad uno stop piuttosto significativo, poco indicato soprattutto in una fase nella quale i risultati stentano ad arrivare. Eppure, qualche miglioramento, nel weekend di St.Moritz, si è visto: Federica ha chiuso diciottesima in supercombinata-primi punti dell’anno-sciando bene in supergigante, disciplina nella quale non gareggia abitualmente; poco positiva, invece, la sua manche di slalom. Nel gigante di domenica, la prima metà di gara l’aveva rivista, finalmente, con le prime, immediatamente a ridosso della top five : poi, però, la sua corsa è finita con la faccia sulla neve, come già avvenuto sia a Sölden sia ad Aspen. Un triplice “zero”, nella casella dei punti conquistati tra le porte larghe, che non rende giustizia né all’indubbio talento della ragazza, né ad alcune buone sequenze fatte vedere, nonostante le difficoltà, nella prova di ieri. Sta a Federica non farsi abbattere da queste ombre e venirne fuori, anzi, con più forza di prima: i Mondiali di Schladming restano l’obiettivo privilegiato, dove ci sarà da difendere la magnifica medaglia d’argento conquistata a Garmisch.

Nel weekend dell’Engadina anche altre azzurre hanno faticato a stare sui loro standard abituali. Per Manuela Moelgg sono arrivati i primi punti stagionali in gigante, ma oltre quattro secondi di distacco da Tina Maze esplicitano il suo periodo poco glorioso, soprattutto per i consueti problemi fisici che la tormentano dall’estate e, più in generale, da parecchi anni. La Manuela capace di lottare per il podio tanto in slalom quanto in gigante sembra una lontana parente di quella, molto contratta, che si vede adesso: il tempo non manca neanche per lei, la stagione è ancora lunga e la finanziera di San Vigilio di Marebbe può, anzi, deve riprendersi. E il tempo non manca nemmeno-anzi, soprattutto-per Lisa Magdalena Agerer, dalla quale, dopo il trionfo nella scorsa Coppa Europa, era lecito attendersi di più: certo, il circuito continentale e quello mondiale sono due mondi totalmente diversi, ma Lisa può vantare anzitutto delle doti fisiche molto importanti, che la rendono di fatto una delle poche italiane potenzialmente in grado di fare molto bene anche sui piani e in condizioni “facili”; e poi, le qualità tecniche messe in mostra, ad esempio, nel gigante di Are a marzo sono sotto gli occhi di tutti. Forse è solo un problema di testa, di fiducia nei propri mezzi, più che di quell’anca che già l’ha fatta tribolare negli anni scorsi: qui ci sentiamo di dire che la guardia forestale di Curon Venosta vale la top ten in almeno due discipline, dunque deve davvero ritrovare tranquillità e serenità; i risultati verranno di conseguenza. Altra nota poco positiva del weekend è stata Camilla Borsotti, appena trentesima in supercombinata dove, abitualmente, resta quantomeno nelle prime 15: psicologicamente non deve essere stato facile gareggiare poche ore dopo la notizia del grave infortunio accorso a suo fratello Giovanni, però è chiaro che ci si attendeva di più dalle ventiquattrenne di Bardonecchia. Se poi Camilla riuscisse a trovare più continuità di risultati anche nelle prove veloci, allora potrebbe davvero dimostrare di non essere più quella ex grande promessa dello sci azzurro, che da giovanissima sembrava aver le doti per spaccare il mondo, ma di essere una bella realtà della Coppa del Mondo.

Chiudiamo infine con due note positive: due note che portano lo stesso cognome, Curtoni, perché sia Irene sia Elena, ad un’ottantina di chilometri dalla loro Cosio Valtellino, hanno fatto vedere qualcosa di bello. Elena su questa pista si è sempre trovata a proprio agio: nel weekend ha sfiorato la top ten in supercombinata, dimostrando una fluidità di sciata tra i paletti stretti davvero interessante, ed è poi giunta nona in supergigante, esaltandosi sulle parti più tecniche. Molto resta da fare per quanto riguarda la scorrevolezza, ma i segnali che la più piccola delle due sorelle si porta in Val-d’Isère sono senz’altro positivi. Il ruolino di marcia di Irene in gigante, da inizio stagione, dice ottava-quinta-settima: una regolarità che in passato la valtellinese faticava a mantenere, per le sue note difficoltà a mettere insieme due manche di altissimo livello. Attualmente è quarta nella classifica di specialità, giusto premio alla continuità. Alle nevi di Courchevel, domenica, il compito di farla continuare su questa strada ben illuminata, dove, ci auguriamo, la seguiranno presto le compagne di squadra.

foto tratta da sport.sky.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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