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Da giovani promesse a campioni adulti, un passaggio difficile e insidioso

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Tra vincere da ragazzi e confermarsi coi più grandi ce ne passa davvero tanto. Si tratta di un passaggio duro, difficile, per niente scontato. In alcuni casi, come nel ciclismo, sembra quasi di cambiare sport, perché a mutare non è solo la platea dei rivali, ma anche la lunghezza delle gare.

Per farlo serve intelligenza e un’eccellente preparazione atletica. Bisogna mettere in conto qualche stagione di alti e bassi, un periodo di formazione in cui farsi le ossa. Probabilmente è quello che servirà ad Andrea De Nicolao e Achille Polonara, cestisti classe ’91, play e ala della Pallacanestro Varese, argento europeo under 20 nel 2011, chiamati quest’anno a confermare tra i grandi quanto mostrato a livello giovanile e nelle loro prime stagioni in Lega A. Sembrano già più maturi, invece, Nicolò Melli e Alessandro Gentile, ala e guardia classe ’91 e ’92 in forza all’Olimpia Milano.
Discorso simile a livello femminile per la ventenne Beatrice Carta, capitano e trascinatrice di una Nazionale d’argento agli Europei Under 16 del 2008, d’oro nella competizione continentale successiva, nel 2010. Dopo un anno a Washington e l’ennesimo brutto infortunio, Beatrice è tornata a Cagliari, nella sua Virtus, in serie A2. Lei che per restare a casa aveva rifiutato un contratto con Schio nel massimo campionato.

C’è poi chi a rallentare non ci pensa nemmeno, e vive il passaggio dai piccoli ai grandi senza soluzione di continuità, anche accavallando, se necessario, gare e successi in entrambe le categorie. Abbiamo ancora tutti negli occhi lo splendido oro di Jessica Rossi (nella foto) a Londra 2012, praticamente infallibile nella Fossa olimpica (99 piattelli rotti su 100), ad appena 20 anni. La tiratrice bolognese ha già al collo un oro e un bronzo mondiali, un oro e un argento europei, un titolo di campionessa olimpica. Promessa mantenuta ancora prima di farla.

Sarebbe superfluo parlare di come la scherma continui a sfornare talenti anno dopo anno, soprattutto nel fioretto (le ultime meraviglie sbocciate in ordine di tempo sono Arianna Errigo, Valerio Aspromonte, Giorgio Avola, le prossime potrebbero essere Camilla Mancini, Lorenzo Nista e Filippo Guerra). In pieno ricambio generazionale c’è il ciclismo, con il due volte campione del mondo juniores Diego Ulissi che agli ultimi Mondiali di Valkenburg ha dimostrato di poter competere coi migliori, e con Andrea Guardini che cerca continuità dopo due prime stagioni da pro condite da 22 vittorie. Il passista scalatore e il velocista, ce n’è per tutti i gusti insomma.

Chi quel salto lo guarda ancora da lontano, ma con ottime prospettive, è Gianluigi Quinzi, tennista mancino di Cittadella Marche, classe ’96, numero 4 al mondo nella classifica Itf, già entrato nel circuito Futures, trascinatore degli Azzurri nella recentissima vittoria della Coppa Davis junior, Giocatore dell’anno della Federazione europea nel 2010, un titolo assegnato in passato a Djokovic e Gasquet. Anche per lui la strada è lunga e tutta in salita. I ritmi degli adulti non sono quelli dei ragazzi, bisogna lavorare, mettere su muscoli e affinare la tecnica. Il talento c’è già, il resto lo farà l’esperienza.

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

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