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Atletica

Maratona: sorpresa d’oro di Gelana. Stupenda Straneo ottava!

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Maratona. Basta la parola. Una prima parte sotto il diluvio, la seconda condotta su intensi ritmi da 3’20’’ al chilometro. Un percorso spettacolare (e difficile per atlete) che ha attraversato tutta Londra. Una bella cornice di pubblico, presente in massa sebbene non fosse presente la beniamina Paula Radcliffe. Dopo i faticosi e interminabili 42km e 195m di una delle gare con più fascino dell’intero panorama sportivo, a mettersi inaspettatamente l’oro al collo è la sorpresa etiope Tiki Gelana che porta in famiglia il metallo olimpico più prezioso per la seconda volta, dopo il successo del cugino Gezahegne Abera ottenuto nella stessa specialità a Sidney 2000. Una prima metà di gara chiusa in 1h13:13 ha tenuto insieme una decina di ragazze, poi attorno al venticinquesimo mille lo squadrone keniano ha deciso di alzare il passo e la gara è scoppiata. In tre cognomi: Kiplagat, Jeptoo e Keitany. In altre parole: campionessa e vicecampionessa del Mondo insieme alla super favorita della vigilia. Un team non affiatatissimo ma capace di fare faville. Accerchiano lo scricciolo etiope e la sua compagna Mare Dibaba (nessun grado di parentela con Tirunesh, trionfatrice dei 10000m). Quest’ultima crolla (terminerà con i remi in barca in ventitreesima piazza), seguita poco dopo dall’iridata. Due contro una. L’eterna rivalità che si infiamma. Sembrano giocarsi loro tutto il podio. No perché rientra una outsider per eccellenza: Tatyana Petrova Arkhipova. Viene dalla Russia e nessuno, forse nemmeno lei, si aspettava una prova del genere. Vanno via loro quattro. A meno di tre chilometri dall’arrivo, però, succede l’imprevedibile. La Keitany si stacca. Pazzesco. Faccia una mea culpa grande quanto una casa per non essersi presentata al top nella forma nell’appuntamento più importante della carriera. Risentono poi anche la zarina (sarà bronzo in 2h23:29) e la Jeptoo (poi argento in 2h23:12). A meno di un chilometro dal traguardo, la venticinquenne allunga e può così volare in solitaria verso il successo più importante della carriera e si può lasciare andare ai festeggiamenti. Lo fa pure con il record olimpico (2h23:07). Per il Kenya, invece, la maledizione a cinque cerchi continua.

 

Dietro, invece, c’è una grande azzurra che ha combattuto col cuore. Ci ha messo una grinta incredibile, una tenacia da applausi, la voglia di una ragazzina. Non ha vent’anni. Ne ha trentasei ed è pure mamma. Una favolosa Valeria Straneo regala ai suoi Leonardo e Arianna uno stupendo ottavo posto (può considerarsi a tutti gli effetti una finalista e porta pure un punto nel casellario italiano). L’alessandrina ha scoperto l’agonismo solo da un anno, perché in precedenza si dilettava solo in qualche gara amatoriale. Anni passati a insegnare nelle scuole materne, prima di essere adocchiata da chi di atletica ne capiva davvero. Basta pensare che quella olimpica è stata la terza maratona di tutta la sua vita e, proprio nell’occasione più importante, arriva là dove non era mai arrivata. A sorpresa. Un premio ai suoi mille sacrifici. Un grazie anche alla sua allenatrice Beatrice Brossa.

Lei che deve combattere con la sferocitosi, una malattia che modifica la forma dei globuli rossi e che l’ha costretta all’asportazione della milza. Un chilo e ottocento grammi di zavorra: “Il mio terzo parto” ha sempre detto. La sua energia vitale l’ha portata a una gara accorta, attenta, quadrata. Ha avuto l’onore di transitare per prima sulla linea della mezza maratona. Davanti ai mostri sacri della specialità. Poi il passo è diventato esagerato ed è dovuta rimanere a galla attorno al decimo posto superata dalla cinese Xialin Zhu (presente anche a Pechino, concluderà sesta) e dalla scatenata ucraina Gamera (gara in rimonta che l’ha portata al quinto posto e al record nazionale in 2h24:32). Nell’ultima parte di gara, però, sfrutta il calo di alcune avversarie, sorpassa la Flanagan, Kiplagat e Dibaba e arriva ampiamente soddisfatta al suo ottavo posto. Il tempo è ottimo (2h25:27) con la seconda metà migliore rispetto alla prima. Eppure appena tagliato il traguardo sembrava tutto così naturale per lei. Applausi. Brava. Eccezionale. Peccato averla scoperta solo così tardi… Tenterà un numero e si presenterà a Rio de Janeiro? Chi lo sa… Di certo questo livello è ampiamente all’altezza di un podio europeo (oggi è stata la quarta del vecchio continente dietro anche alla portoghese Jessica Augusto). Intanto per il momento non si pone limite e sogna di partecipare alla mitica maratona di New York. Queste le sue dichiarazioni: “Sono contentissima speravo di entrare nelle prime dieci e…voilà! Nei chilometri finali ho avuto qualche problema di dissenteria, sono stata malissimo ed ero sul punto di fermarmi, ma avevo appena superato un’avversaria e non volevo farmi rimontare. Ho stretto i denti e sono andata avanti. Penso di aver fatto una bella gara, per la prima volta ho corso “a sensazioni” senza troppi riferimenti. Il percorso, malgrado le curve, mi è sembrato abbastanza scorrevole. Nella prima parte di gara mi sono messa davanti, perchè non mi piace correre in mezzo al gruppo con il rischio di prendere calci e cadere, e poi sentivo di poter tranquillamente seguire quel ritmo ed ho fatto la mia parte. Sono soddisfatta”.

Le altre azzurre, invece, deludono. Anna Incerti, neo campionessa olimpica dopo le recenti squalifiche per doping delle avversarie, chiude ventinovesima (2h29:38) subito davanti a Rosaria (detta Rosalba) Console (2h30:09).

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

(foto IAAF)

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