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Canoa velocità: Rio punto di partenza per la giovane Italia

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Un anno fa di questi tempi l’Italia non aveva nessun azzurro qualifcato a Rio. 365 giorni dopo la situazione è decisamente cambiata, la canoa azzurra ha preso parte a sette specialità, conquistando ben tre finali. Questi numeri sono stati agevolati dal ciclone doping che ha colpito Bielorussia e Romania ma l’edizione carioca ha portato in dote una situazione certamente migliore rispetto a Londra 2012.

NOVITÀ CANADESE Il primo qualificatosi alla finale è stato Carlo Tacchini. Il cinuista cresciuto nella Polisportiva Verbano ad appena 21 anni si è tolto la soddisfazione di conquistare la finale del C1 1000. Obiettivo tutt’altro che scontato con l’azzurro capace di escludere dalla finale due pezzi da 90 come l’ungherese Henrik Vasbanyai e il canadese Mark Oldershaw, quest’ultimo bronzo a Londra nel 2012. Lo sforzo è stato poi pagato nell’atto conclusivo, dove l’azzurro non è riuscito a ripetere la prestazione del turno precedente.

RITORNO AL PASSATO Centrato il pass olimpico all’ultimo, Nicola Ripamonti e Giulio Dressino hanno riportato in alto il K2 1000. Non sono tanti i K2 tricolori ad aver fatto meglio del binomio delle Fiamme Gialle che in Brasile sono riusciti a centrare la terza finale di peso dopo quella iridata ed europea. La sesta piazza ottenuta a Rio è il nono miglior risultato di sempre della canoa italiana, lo stesso ottenuto da Daniele Scarpa-Francesco Uberti a Los Angeles 1984 e Cesare Beltrami-Cesare Zilioli a Tokyo 1964.

LO SPRINTER INGEGNERE Il risultato di Ripamonti-Dressino è stato poi eguagliato da Manfredi Rizza. Cresciuto in maniera esponenziale mese dopo mese, il prodotto della Canottieri Ticino può addirittura rammaricarsi per una partenza non perfetta in finale. Senza quel piccolo intoppo l’ingegnere di Pavia avrebbe magari potuto insidiare la medaglia di bronzo a pari merito dei veterani Saul Craviotto e Ronald Rauhe. Rimane tuttavia la consapevolezza di essere un big della specialità, l’unico con i suoi 25 anni in un finale over 30. Come Tacchini e Ripamonti-Dressino pure il velocista allenato da Stefano Loddo avrà quindi altre possibilità per realizzare il sogno olimpico.

francesco.drago@oasport.it

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