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Formula 1

F1, analisi GP di Singapore 2015: Vettel uber alles, Hamilton tradito dal motore e Rosberg ringrazia

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Fantastic job! L’urlo di soddisfazione lanciato dal pole man Sebastian Vettel nel team radio immediatamente successivo alla fine delle qualifiche ufficiali è diventata la tag-line ufficiale del GP di Singapore 2015. Vettel e Ferrari più forti di Ricciardo e di una Red Bull tornata molto competitiva in Asia, più forti del doppio ingresso della safety car (una certezza, sempre in scena nelle otto edizioni del GP fino ad ora disputate) e del folle spettatore che ha pensato bene, intorno al trentottesimo giro, di farsi due passi col brivido sul rettilineo del circuito di Marina Bay, manco fosse il Lungomare Falcomatà di Reggio Calabria. Soprattutto, più forti delle Mercedes, le quali hanno chiuso il loro weekend horribilis con il ritiro del leader iridato Hamilton e il quarto posto d’oro di Nico Rosberg.

Seb si conferma governatore ad honorem della città-Stato di Singapore, avendo vinto per la quarta volta qui, e spiattella il suo tris – di vittorie stagionali, dopo Malesia e Ungheria – in faccia a Lewis Hamilton, tradito dal motore PU106B Hybrid della sua Mercedes ed alla vana ricerca della terza vittoria consecutiva dopo Spa e Monza.
Il tedesco scatta bene al via e prende subito il largo, Ricciardo non lo molla per tutte le due ore di gara e nemmeno l’alleanza con la safety car produce gli effetti da lui sperati. Ottimo terzo posto per l’altro ferrarista Kimi Raikkonen (era dal Gran Premio di Spagna 2013 che le Ferrari non terminavano una gara al primo e al terzo posto), il finlandese si riprende di prepotenza ciò che avrebbe dovuto conquistare a Monza: il podio.
Alla luce delle qualifiche del sabato, positivo quinto posto per Valtteri Bottas e deludente sesta piazza sotto la bandiera a scacchi per Daniil Kvjat, incapace di capitalizzare al meglio lo stato di salute della sua rediviva Red Bull.

Discorso titolo Mondiale. Dopo la tredicesima prova stagionale, Nico Rosberg si ritrova così con dodici punti in meno di distacco dal compagno di squadra (ora a +41), nonché con un vantaggio di appena otto lunghezze su Vettel, nella graduatoria generale.
Discorso Ferrari. Ci sono vittorie che hanno un peso specifico di gran lunga maggiore rispetto ai punti che regalano o che fanno recuperare su un diretto avversario. E’ il caso della splendida performance singaporiana di Sebastian Vettel, il quale non riuscirà verosimilmente a riprendere Hamilton in testa alla classifica iridata, al massimo potrebbe sorpassare Rosberg, ma di sicuro ha aggiunto oggi un altro, fondamentale mattoncino su quella solida base tecnica e motivazionale da cui ripartire tra qualche mese per raggiungere l’obiettivo precipuo: il Mondiale di Formula 1 del 2016.

 

L’ORDINE D’ARRIVO DEL GP DI SINGAPORE 2015

 

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