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Judo, Mondiali 2015: Pino Maddaloni si è dimesso? Caos in casa azzurra

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Non sono solamente voci di corridoio: Pino Maddaloni, il responsabile tecnico della nazionale maschile di judo, avrebbe realmente lasciato il suo posto proprio quando si sta avvicinando l’appuntamento iridato di Astana (Kazakistan). Il campione olimpico di Sydney 2000 non si è infatti neppure recato a Tel Aviv, in Israele, dove attualmente la nazionale sta preparando la competizione più importante dell’anno sotto la guida di Paolo Bianchessi. Una situazione che non fa di certo bene ad una squadra che andrà alla ricerca di una medaglia iridata sei anni dopo quella di Elio Verde a Rotterdam. Ma come mai questo caos proprio in vista dei Mondiali?

Per capire, è necessario analizzare la lista dei convocati per la competizione di Astana, che al maschile presenta solamente quattro nomi sui nove posti disponibili: Elio Verde (66 kg), Antonio Ciano (81 kg), Walter Facente (90 kg) e Domenico Di Guida (100 kg). Al di là di Alessio Mascetti (+100 kg), che si era già chiamato fuori dagli Europei per infortunio e che non tornerà prima di metà settembre, notiamo le assenze di quattro atleti rispetto alla competizione continentale: Carmine Di Loreto (60 kg), Emanuele Bruno (66 kg), Andrea Regis (73 kg) e Marco Maddaloni (73 kg). Atleti che Pino Maddaloni aveva selezionato per far parte del gruppo nazionale almeno fino ai Mondiali, e per i quali era già prevista la partenza per il ritiro di Tel Aviv.

In realtà, sappiamo che Regis avrebbe dovuto comunque rinunciare per infortunio. A questo punto, Marco Maddaloni avrebbe avuto un’occasione d’oro per “scappare” nel ranking mondiale in vista delle qualificazioni olimpiche anche in caso di vittoria di un solo incontro ad Astana. È dunque logico pensare che dai piani alti della federazione possa essere arrivato l’ordine di congelare la situazione e di “tagliare” dalle convocazioni quegli atleti che non erano virtualmente qualificati a Rio 2016, con l’unica eccezione di Di Guida, per non scontentare nessuno. Addirittura pare che siano arrivate alcune pressioni per tagliare anche il nome di Elio Verde, ma in quel caso l’imbroglio sarebbe stato fin troppo evidente, soprattutto dopo che il campano si è aggiudicato il bronzo all’Asian Open di Taipei, rientrando tra i qualificati olimpici. È vero, del resto, che in alcune categorie l’Italia dispone di giovani molto promettenti, ma è altrettanto vero che la squadra era praticamente già stata fatta in base ai risultati ed alle classifiche di quest’anno, quelli che derivano dai tornei di prima fascia, e a quel punto non c’erano più motivi per cambiarla. Soprattutto, con questa soluzione, il risultato sarà solamente quello di presentare una formazione ridotta all’osso, ed a perderci è il judo italiano in generale.

Dunque Pino Maddaloni ha ricevuto dalla federazione una lista che non rispecchiava le sue volontà, poiché solamente a due giorni dalla partenza per Tel Aviv la squadra è stata dimezzata, mentre era intenzione del tecnico confermare lo stesso gruppo di Baku senza escludere nessuno. L’oro di Sydney, a quel punto, non ha avuto altra scelta che rassegnare le proprie dimissioni, una decisione quanto meno di coerenza in quanto la federazione non ha accettato la lista dei convocati da lui proposta. E, di conseguenza, viene da chiederci se il “taglio” dei convocati, avvenuto proprio mentre la squadra al completo era in procinto di partire per Israele, non sia stato voluto appositamente per causare questa reazione da parte dello stesso Maddaloni. Del resto, la partenza per Tel Aviv era alle porte con il tecnico intenzionato a confermare le convocazioni degli Europei, allora perché cambiare? Non sarebbe spettato a Maddaloni, in quanto responsabile tecnico del settore maschile, decidere i nomi dei convocati?

Dunque la squadra maschile partirà per Astana a ranghi ridotti e a guidarla non ci saranno né Pino Maddaloni né Paolo Bianchessi, che hanno seguito la nazionale durante tutta la preparazione, ma il direttore tecnico nazionale Kiyoshi Murakami.

Per il settore femminile, invece, saranno presenti ad Astana cinque atlete: Valentina Moscatt (48 kg), Odette Giuffrida (52 kg), Giulia Quintavalle (57 kg), Edwige Gwend (63 kg) ed Assunta Galeone (78 kg). Oltre alla già infortunata Jennifer Pitzanti (70 kg), notiamo le assenze di Giulia Cantoni (70 kg) ed Elisa Marchiò (+78 kg) rispetto alla competizione europea di Baku. Non conosciamo le ragioni di questa scelta ma, salvo eventuali infortuni, ci sorprende soprattutto l’assenza di Cantoni, atleta che ha contribuito pesantemente a battere la Russia per ottenere il bronzo europeo a squadre. Oltretutto, con la sua assenza, l’Italia deve automaticamente rinunciare a partecipare proprio alla gara che l’ha riportata sul podio dopo un lungo digiuno.

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giulio.chinappi@oasport.it

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