Seguici su

Nuoto

Nuoto. Il ritorno di Adam Peaty: dopo tante sofferenze non è più extraterrestre ma resta l’uomo da battere nella rana

Pubblicato

il

Adam Peaty
Peaty/Ipa

E’ tornato sulla terra, sua maestà Adam Peaty ma potrebbe trovare la sua dimensione tre metri sopra il cielo. L’uomo che ha riscritto la storia della rana è pronto ad accettare l’ennesima sfida, forse la più difficile in carriera, di andare a contendere il titolo olimpico al nuovo Extraterrestre della rana, il cinese Qin, che a Fukuoka ha fatto il pieno di ori e a Doha ha preferito non andare.

Non è stato facile il percorso di Peaty dopo Tokyo. Ha pensato più volte di chiudere con il nuoto agonistico e questo sarebbe stato il male minore. Ha dovuto combattere con il suo fisico e con kil suo subconscio, con le tentazioni dell’alcol, ha rotto i rapporti con la madre di suo figlio, ha dovuto fare i conti, per sua stessa ammissione, con una spirale autodistruttiva che lo ha portato sull’orlo della depressione. Ha vinto, Adam Peaty ed è una delle vittorie più belle ottenute finora dal britannico che il profumo della vittoria lo conosce come le sue tasche.

Si è rimesso in gioco, Peaty e non era facile farlo perchè in due anni la rana è cambiata, tanto ma lui era arrivato prima di tutti gli altri e sa che può, in qualche modo, tornare quello di prima o comunque avvicinare se stesso. La sua prestazione in semifinale è la risposta a tutte le domande che si è fatto o che gli hanno fatto in questi tempi. Sa ancora vincere, sa ancora gestire un grande 100 rana, il campione britannico, e può diventare uno spauracchio per tutti, anche per l’apparentemente inossidabile Qin.

La sua nuotata non è più la stessa dei tempi d’oro quando pareva fosse in grado di abbattere dei muri, casomai se li fosse trovati davanti, tanto era potente la sua bracciata, tanto era ritmata su frequenze inimmaginabili. Quel Peaty, forse, non lo rivedremo più, anche se la mano sul fuoco, quando si parla del campione britannico, è bene non metterla. Il Peaty visto in mattinata appariva contratto e poco efficace in acqua, quello visto al pomeriggio in semifinale è stato molto meglio da vedere ed ammirare e l’impressione è che nel serbatoio resti ancora la benzina giusta per tirare già ancora qualche decimo domani in finale.

La notizia non è un granchè per Nicolò Martinenghi che ancora una volta, in vista dell’appuntamento olimpico, si potrebbe trovare a dover scalare una montagna troppo alta. L’azzurro, però, sa dove può arrivare e se gli altri saranno più forte, andranno applauditi. Stare alle spalle di gente come Peaty e Qin, campioni che di solito nascono una volta ogni quattro lustri e che invece a Parigi potrebbero trovarsi spalla a spalla, è tutt’altro che un’onta. Intanto godiamoci Peaty a Doha perchè l’impressione è che dopo Parigi possa salutare per davvero.