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Tennis, Novak Djokovic: “I giovani hanno risvegliato la bestia che è in me. Sul Covid…”

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Novak Djokovic

Archiviata una strepitosa stagione 2023 ed in attesa di volare in Australia per l’inizio del 2024, Novak Djokovic ha rilasciato una lunga intervista a Jon Wertheim per il programma della CBS ’60 minutes’. Tanti i temi toccati dal fuoriclasse serbo tra cui le nuove rivalità con le giovani stelle del circuito, la questione Covid e alcuni segreti dei suoi successi.

Penso che in questo momento la mia motivazione extra provenga dai giovani che sono affamati di successo e sono ispirati a giocare al meglio contro di me. In un certo senso, hanno risvegliato la bestia che è in me. Carlos Alcaraz è il giocatore più completo che ho visto da molto tempo, la sconfitta a Wimbledon mi ha fatto inca**are così tanto che poi ho dovuto vincere tutto in America (ride). Questa rivalità è una grande opportunità per impegnarmi più che mai“, dichiara il numero 1 al mondo.

Sul suo carattere in campo:Siamo esseri umani, la differenza tra i grandi campioni e chi lotta per raggiungere il massimo livello sta nella capacità di non restare troppo a lungo in quelle brutte emozioni. Nel mio caso dura un tempo relativamente breve e, quando accade, lo accetto subito. Potrei esplodere tante volte, potrei urlare in campo, ma preferisco resettare e riprendermi“.

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Sul fatto di avere spesso il tifo contro nei tornei:La pressione e lo stress sono molto maggiori quando il pubblico è contro di te. È stato così per gran parte della mia carriera, ma ho imparato a essere il migliore in un ambiente ostile. La gente pensa che in realtà sia meglio per me se il pubblico non mi supporta, perché tira fuori il meglio di me in termini di tennis. A volte è successo così ma, d’altra parte, mi diverto di più quando ho un buon appoggio da parte del pubblico“.

Sicuramente ho rotto tante racchette durante la mia carriera, non ne vado fiero. Mi vergogno di me stesso quando lo faccio, ma allo stesso tempo mi accetto come un essere umano imperfetto e con difetti“, rivela Nole. Il 36enne di Belgrado ha poi affrontato la spinosa questione legata alla sua esclusione dagli Australian Open 2022 perché non vaccinato per il Covid:Sono stato dichiarato il cattivo numero 1 al mondo, è così che mi sentivo, che tutto il mondo era contro di me. Ho avuto esperienze in campo dove il pubblico non mi incoraggia, ma non avevo mai affrontato un’esperienza del genere in vita mia. La gente ha cercato di dipingermi come un no-vax, in realtà non lo sono, ma non sono nemmeno a favore dei vaccini. Io sono semplicemente a favore della libertà di scelta“.

Foto: Lapresse