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Rugby, Mondiali 2023: l’Italia per la prima volta sfiderà degli All Blacks “veri”

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Juan Brex

L’appuntamento con la storia è tra poco più di 24 ore. Venerdì alle 21, infatti, a Lione andrà in scena Italia-Nuova Zelanda, penultimo appuntamento per gli azzurri nella fase a gironi dei Mondiali 2023. Una sfida decisiva (ma non l’ultima) per l’Italia per provare a strappare uno storico biglietto per i quarti di finale. E una sfida che in 16 precedenti non si era mai vista. Quella con degli All Blacks preoccupati.

La Nuova Zelanda, infatti, per la prima volta nella sua storia ha perso un match nella prima fase della Coppa del Mondo e un ko con l’Italia significherebbe una clamorosa eliminazione per chi i Mondiali li ha vinti tre volte. Così Aaron Smith e compagni per la prima volta dopo 16 partite contro gli azzurri affronteranno l’Italia spalle al muro, con qualcosa in palio che va oltre all’orgoglio. Nei 5 precedenti in un Mondiale, infatti, gli All Blacks sapevano che erano altre le sfide decisive e il match contro gli azzurri era poco più di una formalità. Così, spesso, quella con l’Italia era una delle partite dove fare turnover e dare spazio alle seconde scelte. Non sarà così domani.

Se nei giorni scorsi giocatori e tecnici neozelandesi hanno ribadito più volte l’importanza della partita, definendola “do or die”, e hanno sottolineato la crescita del rugby italiano; mercoledì Ian Foster ha messo nero su bianco questa preoccupazione. La formazione scelta per la partita di Lione è la migliore possibile, con giocatori che fanno veramente paura. Perché è una partita da vincere per gli All Blacks e da vincere nettamente.

E se la Nuova Zelanda arriva con qualche dubbio in testa, dall’altro lato c’è un’Italia che sa che non ha nulla da perdere. I favori dei pronostici sono tutti per gli All Blacks, il rischio di uno storico e clamoroso fallimento sono tutti sulle spalle degli All Blacks, e i calcoli su bonus e qualificazione li fanno solo gli All Blacks. Per l’Italia, invece, la consapevolezza che una sconfitta non cambierebbe la storia dell’era Crowley (che finirà a fine Mondiale), mentre una vittoria (o una sconfitta con bonus, seppur in modo minore e dovendo aspettare la Francia) significherebbe riscrivere la storia ovale e mettere in scena il colpo più clamoroso dal 1987 a oggi.

ITALIA-NUOVA ZELANDA

Italia: 15 Tommaso Allan, 14 Ange Capuozzo, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Luca Morisi, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro, 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Dino Lamb, 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
In panchina: 16 Hame Faiva, 17 Ivan Nemer, 18 Simone Ferrari, 19 Niccolo Cannone, 20 Manuel Zuliani, 21 Toa Halafihi, 22 Martin Page-Relo, 23 Paolo Odogwu
Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Will Jordan, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Mark Telea, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea, 7 Dalton Papali’i, 6 Shannon Frizell, 5 Scott Barrett, 4 Brodie Retallick, 3 Nepo Laulala, 2 Codie Taylor, 1 Ofa Tu’ungafasi
In panchina: 16 Dane Coles, 17 Tamaiti Williams, 18 Tyrel Lomax, 19 Samuel Whitelock, 20 Sam Cane, 21 Cam Roigard, 22 Damian McKenzie, 23 Anton Lienert-Brown

Foto: LaPresse