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Calcio

L’Italia e la paura sconfinata dei biscotti: i timori dell’Under 21 e i precedenti dolorosi

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L’Italia Under21 non è totalmente padrona del proprio destino agli Europei di categoria. Un successo contro la Norvegia potrebbe non bastare per l’accesso ai quarti di finale, poiché Svizzera e Francia potrebbero passare il girone D a braccetto in caso di vittoria elvetica con un gol di scarto e almeno cinque reti complessive segnate (dal 3-2 in poi). Insomma, torna di moda una parola teoricamente inoffensiva, ma che mette enorme paura quando viene applicata nel glossario calcistico: il termine biscotto vi dice nulla?

Il primo esempio che ci viene in mente, quello più famoso, è quello di Euro 2004, la competizione continentale giocata in Portogallo. L’Italia di Giovanni Trapattoni era reduce da due pareggi con Danimarca e Svezia, con lo sputo di Francesco Totti a Poulsen ed il gol di tacco di Ibrahimovic rimasti ancora nell’immaginario collettivo. Gli azzurri riuscirono a fare loro il terzo scontro con la Bulgaria, ma si ricordano ancora le lacrime di un giovane Antonio Cassano dopo il gol del successo poiché le due squadre scandinave pareggiarono per 2-2, estromettendo la nostra selezione.

Ma anche l’Under21 ha assaggiato un paio di biscotti indigesti nell’ultimo decennio. Nel 2015 la selezione di Gigi Di Biagio si ritrovò fuori dai giochi nel girone iniziale; dopo il ko con la Svezia al debutto e il pareggio a reti bianche con il Portogallo, gli azzurrini vinsero per 3-1 contro l’Inghilterra ma rimasero comunque a bocca asciutto visto l’1-1 tra lusitani e scandinavi, con quest’ultimi che firmarono il punticino che li portò in semifinale (ed ironicamente, a vincere la competizione) poco prima del 90′.

Cambia l’anno, cambia anche la nazione ospitante, ma non il risultato. Quattro anni dopo gli azzurrini si presentano in campo con una squadra davvero forte sulla carta, con giocatori come Nicolò Barella, Sandro Tonali e Lorenzo Pellegrini in mezzo al campo con Manuel Locatelli, e altro talento assortito in Federico Dimarco, Federico Chiesa e Nicolò Zaniolo. Il successo sulla Spagna al debutto fece ben sperare, ma venne annullato da un improvvido ko con la Polonia. Tutto da giocarsi all’ultima giornata dunque, con l’Italia che non è padrona del proprio destino. E quando succede questo, sapete come va a finire.

A Reggio Emilia gli azzurrini si imposero per 1-3 sul Belgio fanalino di coda del Girone A, mentre negli stessi minuti, al Dall’Ara di Bologna, gli iberici sotterrarono la Polonia per 5-0. Tre squadre a 6 punti, ma passa solo la Spagna per differenza reti, mentre l’Italia rimane lì ad aspettare. Come mai? Quell’anno l’Europeo Under21 era strutturato in 12 squadre, con tre gironi da quattro; la prima di ogni raggruppamento accedeva in semifinale, raggiunta dalla migliore seconda. Peccato che, anche nell’ultima giornata, ogni girone si giocava in un giorno diverso. Dunque, al Dino Manuzzi, Romania e Francia, appaiate a sei punti nel girone C, non ebbero problemi per decidere autonomamente di non farsi male e passare a braccetto in semifinale.

Insomma, l’Italia ha assaggiato abbastanza biscotti nel passato. A deporre in favore del match tra Svizzera e Francia è che i transalpini, se passassero secondi, andrebbero a prendere immediatamente la Spagna ai quarti di finale in un vero e proprio scontro tra titani. Ma si sa, la prudenza non è mai troppa.

Foto: LaPresse