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Idee & consigli

Protezione della caviglia in montagna, che tipo di calzatura serve

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Il trekking è un’attività outdoor meravigliosa, perché permette di ammirare posti che si possono raggiungere solo grazie alle proprie forze. Tutti coloro che vanno in montagna conoscono la soddisfazione di ammirare la natura nella sua vera essenza e forza, ma sanno anche che questo sport richiede impegno e allenamento. La conformazione del suolo e il terreno sconnesso portano ad affaticare il piede e a mettere a repentaglio la salute della caviglia, qualora non si utilizzino calzature adeguate.

La scelta della scarpa da trekking non è mai semplice quando ci si approccia per la prima volta all’attività. Sembrerà banale, ma questa è la “casa” del piede e della caviglia e per questo uno dei primi aspetti che è necessario prendere in considerazione nel momento in cui si sta programmando un’escursione e si sta scegliendo la scarpa da indossare è la loro protezione. Una buona scarpa da trekking deve quindi essere costruita per salvaguardare l’integrità dell’arto e della caviglia in montagna: la sua altezza deve superare i malleoli così da proteggerli non solo da eventuali colpi, ma anche per assicurare una buona tenuta alla caviglia stessa; inoltre la parte frontale e tallonare di questa tipologia di calzature devono essere sempre molto robuste. Più robustezza però non significa più calore, infatti una buona scarpa da trekking è sia sicura che traspirante, proprio per evitare l’eccessiva sudorazione e mantenere il piede asciutto.

Gli esperti raccomandano di legare la scelta della scarpa da trekking alla tipologia di impegno che si desidera affrontare e alla stagione in cui si svolge l’escursione. Una considerazione però va fatta a prescindere dal modello e riguarda la cura e la salvaguardia della salute del piede, indipendentemente che si faccia una semplice passeggiata nel bosco in primavera o che si affrontino sentieri più tecnici, magari in un momento dell’anno contraddistinto da condizioni climatiche impegnative.

Anche indossare correttamente le scarpe da trekking è fondamentale e sono gli stessi professionisti a sostenerlo. Gnaro Mondinelli, alpinista di fama mondiale e guida alpina in Himalaya, in una conferenza ha affermato che arrivare in vetta è solo la metà del percorso. Una volta arrivati in cima, o comunque nel luogo che ci si è prefissati come meta, si deve rientrare. Questo potrebbe sembrare il tratto meno impegnativo dell’impresa, ma non va mai sottovalutato perché è in quel momento che inizia la parte più pericolosa.

Infatti si è già un po’ stanchi e spesso il livello di attenzione tende a calare, quindi bisogna essere vigili e attenti sia a quello che si sta facendo che a come si presenta il terreno. Fare un controllo delle scarpe da trekking prima di affrontare la discesa è quindi sempre buona norma. Attenzione va dedicata all’allacciatura: i lacci vanno stretti adeguatamente per mantenere ben salda la caviglia ed evitare distorsioni, più frequenti in discesa. Se dovesse capitare di mettere mano alle calzature mentre si scende, va tenuto a mente di orientare il busto a monte ed eventualmente mettere il piede su di un appoggio rialzato. Questi sono accorgimenti semplici, ma che ci possono evitare eventuali cadute. In discesa, poi, aumenta il rischio di infortuni: sassi, ghiaioni, bosco con radici sparse, terriccio molle sono estremamente insidiosi per il piede, ma soprattutto per la caviglia. Esistono però degli allenamenti specifici che amplificano la propriocezione, mirando a rinforzare i meccanismi che permettono di stare in equilibrio sui propri piedi. Anche la postura che si ha in discesa influisce sulla stabilità: se si tende a correre e a mantenere il tronco indietro facendo falcate ampie, si sfrutterà la gravità ma dal punto di vista biomeccanico l’impatto col terreno darà la massima instabilità per la caviglia. In discesa invece si deve cercare di mantenere il baricentro quanto più possibile vicino al punto di appoggio ed adottare un’andatura quanto più costante possibile.

Non esiste la scarpa perfetta per tutti né per tutti i tipi di escursione. Ci sono modelli diversi pensati e progettati per percorsi e utilizzi differenti: l’importante è sceglierne una di ottima qualità.