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Marcell Jacobs il re dei re! Messia senza confini, campione del mondo dei 60 metri con record europeo!

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Ha schiaffeggiato gli americani. Li ha demoliti sul loro terreno di caccia prediletto. Li ha sbeffeggiati. Ha rispedito al mittente le infamie ricevute in estate. Ha impartito una lezione di atletica leggera, gratuitamente. Ha bacchettato l’intero Pianeta e ha rimandato a casa mestamente gli statunitensi. Sculacciati perentoriamente. Marcell Jacobs si è laureato Campione del Mondo dei 60 metri, avendo la meglio su Christian Coleman e Marvin Bracy: erano loro i favoriti della vigilia, ma il Messia dell’atletica italiana è saltato fuori nel momento più importante della stagione al coperto.

Il Campione Olimpico dei 100 metri ha saputo imporsi nella velocità pura, sui 60 metri che non sono la distanza più amata. Lo ha fatto con un roboante 6.41, siglando il nuovo record europeo (come aveva fatto la scorsa estate a Tokyo in 9.80): dopo 13 anni è crollato il 6.42 che il britannico Dwain Chambers aveva piazzato agli Europei di Torino 2009. L’azzurro ha battuto per tre millesimi Christian Coleman, Campione del Mondo di 100 e 60 metri (nonché primatista mondiale con 6.34): un’inezia ha separato il 27enne e il suo grande rivale, annichilito come non avrebbe mai creduto e uscito a testa bassa dalla Stark Arena di Belgrado (Serbia).

Marcell Jacobs è riuscito a uscire brillantemente dai blocchi di partenza, ma si è trovato attardato dagli americani, specialisti del fondamentale. A quel punto, però, è iniziata l’impetuosa rimonta del Campione Olimpico, che con un superlativo lanciato ha messo la testa davanti proprio negli ultimissimi metri. In estate dagli USA rumoreggiavano: “Da dove è uscito questo Jacobs?“. Oggi hanno sbattuto fragorosamente contro la realtà: al momento il padrone assoluto della velocità mondiale è un italiano, capace di abbassare di sei centesimi il primato italiano corso lo scorso anno a Torun quando si laureò Campione d’Europa.

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Marcell Jacobs sa soltanto vincere, ormai su qualsiasi terreno. In mattinata, dopo il 6.55 in batteria, aveva dichiarato che questo non era il suo mondo. Poi il 6.45 in semifinale e in serata l’apoteosi totale. Siamo al cospetto di un fuoriclasse totale, che non ha perso la fame e che sfodera un talento senza limiti e senza confini. Ha sfatato il tabù di questo impianto, dopo la squalifica per falsa partenza rimediata due settimane fa in un meeting di avvicinamento e dopo l’eliminazione in qualifica nel salto in lungo (sì, non dimentichiamoci il suo passato) agli Europei 2017.

Il nostro portacolori si è ripreso tutto con gli interessi e rimpingua ulteriormente il proprio palmares, mettendo già il mirino verso l’estate. I Mondiali outdoor di luglio a Eugene (USA), nella tana di Coleman e compagni, rappresentano un’occasione decisamente succulenta. Ad agosto ci saranno anche gli Europei a Berlino. Di sicuro l’azzurro è diventato il primo Campione Olimpico dei 100 a imporsi sui 60 ai Mondiali in sala dell’anno successivo. Semplicemente unico, la magia continua e ancora una volta è “It’s coming Rome”.

Arrivato nella miglior condizione di forma nel momento più importante dell’anno, l’allievo di Paolo Camossi non ha steccato e ha fatto risuonare l’Inno di Mameli nell’impianto in cui la Nazionale di volley femminile ha vinto gli Europei la scorsa estate. Per la cronaca bronzo al collo di Marvin Bracy (6.44), poi lontanissimi l’estone Karl Erik Nazarov (6.58), il britannico Adam Thomas (6.60), il trinidegno Jerod Elcock (6.63), il canadese Bolade Ajomale (6.63), l’ivoriano Arthur Cissé (6.69).

Foto: Lapresse