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Nuoto, Nicolò Martinenghi: “Peaty è uno stimolo. Gli Europei a Roma l’obiettivo principale del 2022”

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Sospeso tra un 2021 da incorniciare e un futuro che si preannuncia pieno di obiettivi da provare a centrare. Nicolò Martinenghi è stato uno degli uomini dell’anno passato del nuoto italiano. E’ salito su tutti i podi della stagione, ha riscritto la storia della rana italiana, ha conquistato il bronzo olimpico nei 100 rana, è stato decisivo nella prima medaglia a Cinque Cerchi della storia azzurra nella 4×100 mista, si è laureato campione d’Europa dei 100 in vasca corta, è stato doppio argento mondiale sempre in vasca corta e bronzo agli Europei in vasca lunga con una continuità di rendimento straordinaria.

E’ migliorato nel fisico e nella mente e questo miglioramento si è visto proprio ad Abu Dhabi dove si è presentato non al top della condizione in questa rassegna. Tante gare sulle spalle, ma l’approccio scelto con il tecnico Marco Pedoja e tutto il suo staff è il seguente: confrontarsi con il meglio che c’è e abituarsi a gareggiare anche quando il fisico non è tirato a lucido.

Un aspetto quest’ultimo che in passato ha fatto fatica ad attecchire in Italia, dal momento che si preferiva un approccio più conservativo: tantissimi km di preparazione in vasca da solo per rispettare le proprie tabelle. La Nazionale italiana, da qualche tempo, ha cambiato registro e la sfida ai Paesi più evoluti ha rappresentato lo step necessario per evolversi.

La successione bronzo olimpico a Tokyo, oro europeo a Kazan e argento mondiale ad Abu Dhabi (vasca corta) potrebbe essere destinata alla sublimazione che tutti si attendono. La crescita esponenziale del lombardo è sotto gli occhi di tutti e ora non resta che prendere nota dei tempi e godersi lo spettacolo.

Mi aspettano altre sfide – dichiara il ranista varesino – e il 2021 sarà stato molto importante per il mio futuro. Avevo bisogno di trovare la consapevolezza nei miei mezzi, di centrare gli obiettivi che mi ero prefissato e in qualche occasione sono andato anche oltre le mie aspettative. Una situazione che mi dà serenità e fiducia in vista delle prossime stagioni. Negli scorsi anni mi è mancato proprio questo, la serenità. Se non sono tranquillo non riesco ad arrivare ai risultati sperati: quest’anno sono partito dalla bontà del lavoro in allenamento e sono arrivato sempre al meglio agli appuntamenti che contavano, sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente. Spero di non perdere questa condizione per il futuro”.

Nei risultati di Martinenghi un piccolo segreto è il rapporto con Matteo Rivolta, compagno di allenamenti.Lui dice che io l’ho ispirato per tornare ad alti livelli, ma io gli ho scritto dopo Kazan dicendogli che lui forse non se ne accorge ma la sua determinazione, la sua voglia, la sua capacità di risollevarsi mi hanno aiutato nella mia crescita. E’ un grande del nuoto italiano e sono molto contento che si sia preso così tante soddisfazioni quest’anno. Ci siamo stimolati a vicenda e abbiamo creato un ottimo rapporto di amicizia”.

Martinenghi sottolinea l’importanza della ISL nella sua crescita. “Mi ha aiutato ad essere competitivo – dichiara – magari ti toglie qualcosa in fatto di allenamento, di tecnica, di resistenza ma anche gareggiare allena e trovarsi a fianco dei campioni di altissimo livello ogni giorno aiuta a crescere di testa”.

Il 2022 è l’anno dell’Europeo di Roma ma anche del Mondiale in Giappone.Sono due appuntamenti importanti – afferma il ranista bronzo a Tokyo – ed è chiaro che la mente è concentrata sul campionato Europeo in casa. Vincere al Foro Italico sarebbe il massimo e si sa che, nella rana, per vincere in Europa si deve fare un mezzo miracolo. Non tralascerò i Mondiali di Fukuoka ma sono certo che arriverò a Roma al meglio della condizione: quello è l’obiettivo stagionale”.

Tra gli aspetti importanti della crescita di Nicolò Martinenghi c’è il rapporto con Marco Pedoja, il suo allenatore.Lavoriamo assieme da 11 anni, siamo cresciuti assieme perché io ero un bambino ma quando abbiamo iniziato era molto giovane anche lui. A lui devo la mia serenità. Siamo arrivati ad una situazione in cui quando scendo in acqua so perfettamente quello che devo fare e devo a lui questa condizione che definisco ideale. Non è facile allenarmi, lo so. Però Marco sa spesso toccare i tasti giusti. La realtà è che oggi io arrivo pronto sul blocco di partenza”.

La rana è un mondo a parte nelle ultime stagioni: livello stratosferico, rivalità massima, ogni gara una battaglia e un re che non vuole abdicare. “Adam Peaty ha trascinato tutto il movimento verso nuove frontiere – spiega il campione di Varese – ha superato i confini e fissato nuovi limiti che al momento sembrano inarrivabili. Per ora si è dimostrato imbattibile e il fatto che abbia voluto fare altre esperienze non vuole dire nulla. Tornerà forte come sempre ma per me è uno stimolo. Con uno così in vasca sai che devi sempre dare il massimo e non puoi permetterti distrazioni. Poi, come se non bastasse, ci sono altri avversari di livello altissimo: Shymanovich, Kamminga, Sakci e anche altri. E’ bello scendere in vasca e saper di essere circondato da campioni ed è ancora più bello riuscire a batterli”.

La forza del nuoto italiano al maschile sta nella nuova generazione: un gruppo di ragazzi molto unito che si migliora in continuazione e che ha creato un vero e proprio movimento. “Gregorio è il nostro leader, il faro – conclude Martinenghi – e tra noi non ci sono ruoli particolari. Siamo tutti sullo stesso piano e ci stimoliamo a vicenda. Chi entra, l’esempio è Lamberti, sa che trova un gruppo di alto livello e deve andare forte per imporsi all’attenzione. E’ una bella generazione: Razzetti, Burdisso, Ceccon, Miressi, il sottoscritto e diversi altri che stanno crescendo gara dopo gara. Siamo solo all’inizio e non ci vogliamo fermare”.

Foto Lapresse