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Sci di fondo

Sci di fondo, i favoriti per la Coppa del Mondo 2021-2022: “Guerre stellari” tra Klæbo e Bolshunov, ma quanto li vedremo in pista assieme?

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Venerdì 26 novembre le nevi della stazione sciistica di Ruka, situata nei pressi della città finlandese di Kuusamo, terranno a battesimo la XLI edizione della Coppa del Mondo maschile di sci di fondo. L’impressione è che ancora una volta tutto ruoti attorno ai due fenomenali ragazzi della classe 1996, ovvero il norvegese Johannes Høsflot Klæbo e il russo Alexander Bolshunov. Entrambi hanno già messo le mani su due Sfere di cristallo a testa e la speranza sarebbe quella di ammirare un duello lungo tutta la stagione, a differenza di quanto accaduto nel 2020-21, quando la decisione della Norvegia di disertare gran parte del massimo circuito per ridurre al minimo rischi e disagi legati alla pandemia di Covid-19 ci ha spesso privati delle “Guerre Stellari” tra i due, che hanno potuto confrontarsi sulla medesima pista solo ai Mondiali e in poche altre competizioni.

Quando hanno condiviso il tracciato, lo spettacolo non è mancato, poiché hanno dato vita a fuochi d’artificio. Quanti episodi di “Star Wars” vedremo quest’inverno? La partecipazione di Klæbo al Tour de Ski è un’incognita, in quanto nelle scorse settimane il norvegese aveva annunciato di non voler partecipare a nessuna gara di primo livello tra Davos (fissata a metà dicembre) e i Giochi olimpici (che avranno luogo a febbraio). Lo scandinavo è successivamente tornato sui suoi passi, almeno a parole, ma è evidente come la prova a tappe per antonomasia non sia una sua priorità. Al tempo stesso su Bolshunov grava l’incognita della condizione atletica. Tra ottobre e novembre si è fatto un gran parlare di una serie di stop forzati dovute alle complicazioni di un malanno ai denti, a causa del quale il russo è stato costretto a sottoporsi a degli interventi odontoiatrici. Solo una seccatura, oppure ci sarà qualche strascico sgradito?

Gli altri farebbero bene a sperarlo, perché, senza offesa per nessuno, Klæbo e Bolshunov sono semplicemente superiori, essendo troppo straripanti fisicamente per poter essere battuti sul lungo periodo. Certo, magari sulla gara secca l’impresa di stare davanti a entrambi, per quanto ardua, non è impossibile. Però, guardando alla classifica generale, non c’è proprio modo di batterli, a meno che ambedue non decidano di disinteressarsene o non siano vittime di malanni piuttosto seri.

Aspettiamoci, dunque, una rivalità feroce, anche perché i due si detestano a vicenda e non lo nascondono. Verrebbe da dire “per fortuna”, in quanto siamo di fronte a un rapporto genuino e non avvelenato da quel politically correct sempre più presente anche nel mondo dello sport. Cordiali relazioni di facciata e vuote parole di circostanza hanno anestetizzato ben troppi ambienti. No, niente recite in questo caso, Johannes e Sasha restano dei duri e puri, pronti a darsele di santa ragione, almeno allegoricamente.

Va sottolineto come chi potrebbe occasionalmente dare fastidio a Klæbo e Bolshunov sia un connazionale dell’uno o dell’altro. Sì, perché Norvegia e Russia sono diventate due superpotenze in grado di offuscare tutte le altre nazioni. Tra gli uomini dei fiordi occhio soprattutto a Emil Iversen, Hans Christer Holund, Simen Hegstad Krüger e Harald Østberg Amundsen nelle gare di distanza; mentre nelle sprint Erik Valnes potrebbe persino pensare di mettere in discussione l’egemonia del caposquadra, con Håvard Solås Taugbøl a fare da eventuale terzo incomodo. Invece, tra chi è nato nella parte più orientale dell’Europa e i siberiani, si deve prestare attenzione in particolare a Sergey Ustiugov, Ivan Yakimushkin, Andrey Melnichenko, Alexey Chervotkin, Denis Spitsov, Artem Maltsev, Evgeny Belov e Gleb Retivykh. Bisogna dire che il “cast di supporto” norvegese ha complessivamente qualcosa in più di quello russo. Aspettiamoci quindi di vedere gli scandinavi raccogliere più degli “avversari naturali”, ma la bagarre sarà impressionante, perché tutti gli atleti citati hanno le potenzialità di salire sul podio, a seconda del contesto di gara.

È quindi un paradosso che lo sci di fondo stia attraversando una crisi di popolarità e interesse, almeno al di fuori della Scandinavia, nonostante goda di un livello altissimo in campo maschile, di una furibonda rivalità personale tra due fenomeni e di gesti tecnici eccelsi.

Norvegia e Russia a parte, da dove possono arrivare gli altri protagonisti del 2021-22? Intanto è plausibile che costoro puntino tutte le proprie fiches sui Giochi olimpici di Pechino, allo scopo di raggiungere il picco di rendimento quando si disputeranno gare in grado di cambiare completamente il bilancio di un intero inverno. In tal senso mai sottovalutare il finlandese Iivo Niskanen, soprattutto se si parla di tecnica classica. Vedremo, inoltre, se il “grande vecchio” Dario Cologna avrà ancora qualcosa da dire dopo una carriera fenomenale, oppure se all’età di 36 anni dovrà arrendersi all’inesorabile avanzare del tempo prima di appendere gli sci al chiodo a marzo. Inoltre la Svezia, in passato potenza egemone della disciplina, ma ora incapace di reggere il confronto con il movimento norvegese e quello russo, sogna di ritrovare almeno un paio di uomini in grado di ottenere soddisfazioni di rilievo. Le speranze maggiori sono riposte nel giovanissimo William Poromaa per le distance  e Oskar Svensson nelle sprint. A proposito di sprint, è qui che l’Italia punta a essere protagonista. Per la situazione del fondo maschile azzurro, si rimanda all’articolo dedicato un paio di giorni orsono.

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Foto: La Presse