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Ciclismo

Ciclismo, Jakob Fuglsang sulla sicurezza in gruppo: “Noi corridori abbiamo la più grande responsabilità, ma non c’è più rispetto nel gruppo”

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È un Jakob Fuglsang molto critico verso i suoi compagni di gruppo quello fuoriuscito dalle dichiarazioni rilasciate a VeloNews riguardo la sicurezza sulla strada. Il 36enne danese ha infatti addossato la colpa dei crescenti incidenti nelle corse proprio al comportamento dei suoi colleghi, accusati di mancanza di rispetto reciproco.

“Ho visto molti cambiamenti nei miei anni nel gruppo, ma il più grande è la mancanza di rispetto tra i corridori. Non puoi lasciare un metro di distanza per rimanere al sicuro perché qualcuno si getterà in quel buco“. Questo il punto di vista del veterano in forza alla Israel Start-Up Nation dal 2022 dopo una lunga militanza nell’Astana, che poi ha aggiunto: “Possiamo parlare di misure di sicurezza, transenne e altre cose, ma noi come corridori abbiamo la più grande responsabilità per la sicurezza. Ci sono più di questi incidenti pericolosi e dobbiamo dire, ok, non vogliamo che sia così”

Fuglsang sostiene che tanti dei corridori più esperti in gruppo condividono questo suo pensiero, a partire dal tedesco Tony Martin, ritiratosi proprio quest’anno a causa dei tanti rischi per la sua salute ed incolumità che gareggiare gli avrebbe causato. È parere di molti che le nuove regole introdotte in materia di sicurezza dalla UCI non siano particolarmente efficaci, e in molti pensano che il cambiamento debba partire proprio dai corridori.

Il danese ha poi toccato un ulteriore tema molto spinoso, quello della presenza delle moto in corsa e le possibili conseguenze sulle gare:Sono in grado di decidere molte gare o se una fuga rimane a distanza o meno. Possono avere un enorme impatto su una gara. Puoi stabilire la regola che la moto può essere sul lato sinistro della strada e tu stai a destra, puoi anche dire alla moto di non avvicinarsi a più di 25 metri, ma vogliono le loro immagini per le telecamere”. Alla fine, per Fuglsang la soluzione partirebbe sempre dai corridori: Potrebbe esserci una regola o un accordo reciproco secondo cui non si segue la moto. Deve essere un accordo tra gentiluomini e rispetto tra i corridori, dipende da noi. Se sapessi che la fuga non lo fa, allora ok, ma se hai in mente che la fuga sfrutta le moto, allora dobbiamo sfruttarle anche noi”

Foto: LaPresse