Artistica

Ginnastica, Campionati Italiani Assoluti – Le pagelle delle azzurre: Ferrari Araba Fenice, Ferlito sprizza, Fasana e Rizzelli pungono. Italia verso le Olimpiadi

Pubblicato

il

Ieri si è disputato il concorso generale individuale dei Campionati Italiani Assoluti 2016 di ginnastica artistica. Il PalaRuffini di Torino ha ospitato l’ultima gara prima delle Olimpiadi, un banco di prova importantissimo lungo la strada che conduce a Rio de Janeiro.

L’Italia ha convinto, è piaciuta per l’atteggiamento delle sue esponenti con le sei azzurre in lotta che hanno espresso bene il loro potenziale, nonostante ci sia ancora tanto da rivedere e da migliorare. Enrico Casella è ormai prossimo a comunicare il quintetto che volerà in Brasile tra tre settimane. L’ufficialità arriverà in settimana al Coni anche se ormai le indicazioni del campo sembrano essere chiare.

La nostra Nazionale ha fatto vedere cose interessanti, degli innalzamenti di difficoltà e una buona convinzione nei propri mezzi. Staremo a vedere se anche all’Olympic Arena si potrà sognare davvero in grande.

Di seguito le consuete pagelle delle azzurre di punta scesa in campo. Per conoscere voti e giudizi delle singole ginnaste ti basterà cliccare sulle varie pagine.

 

CLICCA SU PAGINA 2 PER VANESSA FERRARI

 

 

VANESSA FERRARI: 10. Ieri c’è stato da commuoversi. È quella sensazione che provi quando sai di aver assistito a qualcosa che non ti aspettavi, che ti ha lasciato di stucco ma che per certi aspetti hai già visto. Per carità i livelli dell’apoteosi iridata restano irraggiungibili per ovvi motivi ma quel brividino di emozione, di ammirazione, di passione è passato sulla schiena di tutti gli appassionati.

Il corpo libero sulle arie di Puccini, quel Nessun Dorma entrato di diritto nella storia dell’artistica italiana, quell’urlo al quadrato di Aarhus, quell’abbraccio con Enrico Casella al termine. Non riproponeva quella base musicale da otto anni, l’iride se lo mise al collo un decennio fa (l’indimenticabile 2006, quello in cui l’Italia dello sport vinceva tutto, mentre ora si arena ovunque). Stesse scene, un decennio esatto dopo. Ritorno al Futuro…

Era solo un Campionato Assoluto, per carità. Ma l’iniezione di fiducia verso Rio è immensa. Un ruggito da vera Leonessa, una carezza da Farfalla, un colpo di mano da vera Campionessa quale è: due settimane fa, al suo rientro in gara dopo otto mesi di inattività per curare il tendine d’Achille, non era rimasta convinta della sua prova.

Smontare e rimontare un esercizio da zero è roba solo da numero 1. Non so se nel circuito qualcuna ne sarebbe stata in grado (forse solo il robot d’oltreoceano, più per tecnica che per cuore). In due ore di grande artistica si è vista una delle migliori Vanessa Ferrari degli ultimi anni.

6.2 di difficoltà al corpo libero (14.900 con sei decimi di bonus e con tre decimi di penalità), 6.3 di D Score alla trave (15.050 il punteggio finale), doppio avvitamento al volteggio (15.000), parallele da 14.000 e totale vertiginoso di 58.950 (senza bonus diventa 57.650, applausi!). Senza mezzi termini: un’atleta del genere va alle Olimpiadi per conquistare qualcosa di importante, non per fare la passeggiata di fine carriera. In faccia a chi non credeva a un suo perentorio rientro dopo gli ennesimi problemi fisici.

Rimanendo strettamente sui numeri: Campionessa d’Italia all-around per la settima volta in carriera (record assoluto nell’albo d’oro federale), ritorna sul Trono dopo 4 anni e pole position per il Brasile.

 

CLICCA SU PAGINA 3 PER CARLOTTA FERLITO

 

 

CARLOTTA FERLITO: 8. Estraiamo due momenti fondamentali del suo pomeriggio: la riproposizione del doppio carpio in uscita dalla trave, elemento da cui era gravemente caduta a Jesolo (dunque trauma assolutamente alla spalla ed esecuzione in gran tranquillità); un corpo libero di qualità e ambizioso, con dei profili tecnici interessanti. È nella seconda metà di gara, dopo una strenua difesa alle parallele (da elogiare), che si è capito nuovamente il livello della siciliana, ritornata pienamente in attività dopo l’incidente patito in laguna.

Carlotta è una pedina importante della Nazionale e c’è poco da fare, risulta impossibile rinunciarci considerando il suo valore tecnico, l’esperienza e la capacità di portare a casa dei punteggi di primissimo piano. La sua trave da 14.650 dimostra ancora una volta di poter valere i massimi palcoscenici internazionali e a Rio non è vietato puntare in alto ancora una volta.

Conclude al secondo posto, alle spalle di Vanessa Ferrari e davanti a Elisa Meneghini come era successo quattro anni fa, prima delle Olimpiadi di Londra 2012. Che sia un buon viatico anche per Rio?

 

CLICCA SU PAGINA 4 PER ELISA MENEGHINI

 

 

ELISA MENEGHINI: 7. Non giustifichiamo mai gli errori e le cadute, perché gli sbagli nello sport si pagano (basta ritornare indietro di una settimana…) ma quando la comasca ha messo piede a terra dalla trave abbiamo fatto una valutazione diversa. Ha senso portare in campo gara una difficoltà G anche se non la si esegue quasi mai correttamente? La risposta è affermativa. Perché è solo provandoci e riprovandoci che si può sperare di stabilizzare un esercizio da 6.1 di D Score, unico mezzo con cui l’Italia può seriamente sperare di fare il colpaccio a Rio. Se si rimane nel limbo del “discreto, ben eseguito, pulito” poi difficilmente si va da qualche parte. Osare è sempre la strada giusta.

Elogiamo Elisa anche perché questa volta si è lasciata alle spalle la caduta, l’ha rimossa rapidamente dalla mente e si è ricomposta per rimontare verso il podio. Molto bene tra corpo libero e volteggio, bronzo all-around come quattro anni fa. Una prestazione che, inutile girarci intorno, potrebbe valere il body per le Olimpiadi.

 

CLICCA SU PAGINA 5 PER MARTINA RIZZELLI

 

 

MARTINA RIZZELLI: 8. Doppio avvitamento al volteggio, esercizio da 6.2 alle parallele (con annesso 14.750). Si riassume così una prestazione di primissimo piano, limpida e chiara per la qualità tecnica esibita in pedana.

Quando svernicia così gli attrezzi c’è poco da dire: questi due esercizi sono un po’ il cuore dell’Italia che farà, senza ne usciremmo spuntati come abbiamo visto a Glasgow (anche se ci abbiamo messo una pezza con tanto altro). Non sbaglia come invece era successo agli Europei e fornisce la prova che ci aspettavamo anche al corpo libero, dove ritorna dopo un anno di assenza.

La trave le è sempre stata indigesta, non servirà mai all’Italia e dunque non è stata portata in gara. Certo con un 13.000 si finiva sul podio ma non è quello che cambia la carriera della comasca, rientrata pianamente in corsa dopo l’operazione dello scorso autunno.

 

CLICCA SU PAGINA 6 PER ERIKA FASANA

 

 

ERIKA FASANA: 6/7. La convocazione per Rio non può essere in discussione, considerando l’esperienza. Il suo doppio avvitamento si conosce, le parallele le ha eseguite durante tutta la stagione, oggi era interessante rivederla alla trave. Sui 10cm ha svolto una prova ordinata, al corpo libero si è poi scatenata (14.750).

Il problema al gomito è rientrato, la sua risposta è stata data ora c’è da recuperare il top della forma per battagliare con l’Italia. Gli Assoluti vanno bene così.

 

CLICCA SU PAGINA 7 PER LARA MORI

 

 

LARA MORI: 6,5. Parte come una molla, confeziona la gara della vita, fa capire a tutti che può lottare per Rio, vola per tre quarti di gara: 14.350 alla trave con un esercizio di perfezione, è meravigliosamente artistica al corpo libero (14.000, probabilmente meritava di più), ha in dote solo un avvitamento al volteggio (14.000).

Può salire sul podio all-around, è in lotta con Elisa Meneghini che è caduta alla trave, ci si sta probabilmente giocando anche un body per le Olimpiadi ma alle parallele il patatrac finale: una errore letale (12.250) che la relega al quarto posto, peggior punteggio tra le quattro big impegnate nel concorso generale. Ci sarà del rammarico ma non è ancora detta l’ultima parola.

 

CLICCA SU PAGINA 8 PER LE ALTRE GINNASTE IN GARA

 

Non solo le sei ginnaste in corsa per Rio. I Campionati Italiani Assoluti hanno visto alla ribalta anche altre ginnaste del nostro panorama ginnico.

GIORGIA CAMPANA ha purtroppo sbagliato molto su tuti gli attrezzi, sesta con 51.850 alle spalle di GIADA GRISETTI che nonostante la caduta iniziale alla trave con qualche patema ha poi svolto la sua buona gara (52.350).

TEA UGRIN ha dovuto abdicare. La Campionessa d’Italia uscente ha dei problemi fisici, dovrà operarsi ma ci ha tenuto a lasciare con delle bellissime parallele (14.300, 6.1).

ASIA D’AMATO ha sparato un doppio avvitamento da urlo (15.250) e domani battaglierà con ARIANNA ROCCA e ADRIANA CRISCI per il titolo di specialità.

 

(foto Giorgia Urbani)

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version