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Mondiali Kazan 2015: pronostici ribaltati

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Pronostici ribaltati fin dalla prima giornata. E’ il bello dello sport, verrebbe da dire, anche se tante sorprese così tutte insieme rischiano di spiazzare addetti ai lavori e non. Kazan 2015 fa capire subito che non saranno due settimane facili. Per l’Italia ma anche per il resto del mondo. Campioni che sbagliano, rimonte che si concretizzano, medaglie insperate e podi sfumati. Ci sono tutti gli ingredienti per un’analisi completa su tutti gli sport. Partiamo prima dai numeri: è arrivata una medaglia azzurra, ne abbiamo avvicinate due e siamo in pole position per una seconda. Il resto è opinione.

Opinione, insomma, come il grande rammarico per il quinto posto di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè. Dice bene chi, come la Federnuoto nel suo articolo di cronaca, questa volta non se la prende con la sfortuna o con il destino per i soli 1.77 punti di distanza dal podio che sarebbe significato medaglia e pass olimpico anticipato. No, nessuna dietrologia. Amarezza sì, ma per la gara delle campionesse azzurre. Che per un giorno non sono state perfette come molto spesso ammirato in passato. No, nient’affatto. E – con il senno di poi – lo si poteva intuire fin dai tanti errori dell’eliminatoria. Il settimo posto provvisorio lasciava tutto invariato in vista della finale, considerati i punteggi azzerati, ma non tutto procedeva per il verso giusto. Tania e Francesca al pomeriggio hanno provato a dare il meglio di loro stesse, anzi sicuramente lo hanno dato essendo professioniste esemplari e fuoriclasse vere, ma non è bastato. Non è bastato semplicemente perché il loro meglio oggi era questo: 302.43 punti, obbligatori convincenti ma qualche errore di troppo nei primi due liberi, l’avvitamento avanti in cui la bolzanina stacca bassa e il triplo e mezzo avanti in cui la trentina entra abbondante. La sensazione è che loro siano le prime a saperlo, a voler archiviare il prima possibile una gara amara e a lavorare ancor più duramente in vista del 2016, con la Coppa del Mondo di febbraio che assume un’importanza fondamentale per il pass olimpico. Bisognerà chiudere tra le migliori quattro coppie non ancora qualificate, dunque anche un settimo posto contando davanti pure Cina, Canada e Australia potrebbe bastare. Ed è un risultato totalmente alla portata.

Opinione, dicevamo, come lo splendido sesto posto di Maicol Verzotto e Noemi Batki nell’inedito sincro misto da 10 metri, all’esordio mondiale con grandissimo equilibrio e una scommessa, quella della Fina, che pare vinta. Gli azzurri partono in sordina, immischiati in un gruppone di ciclista memoria, ma piano piano scalano la classifica con i primi due liberi che, invece, a loro sì riescono al meglio. Oltre quota 72 sia con il triplo e mezzo avanti che con il triplo e mezzo ritornato e, prima dell’ultima rotazione, c’è un insperato secondo posto da proteggere con altre tre nazioni in un punto. L’avvitamento indietro conclusivo, però, paga meno del necessario per continuare a inseguire la medaglia. Verzotto convince, Batki un po’ meno e anche lei ne è consapevole e delusa. I due sono però promossi.

Opinione anche nel nuoto di fondo, in cui nessuno si sarebbe mai aspettato una medaglia dalle 5 chilometri. E in cui c’è una storia, quella dell’olandese Sharon Van Rouwendaal, che va raccontata e ricordata in vista del futuro. Partiamo prima dai colori azzurri: difficile chiedere di più nella gara femminile all’esordiente Arianna Bridi, comunque nona a 20 anni, e a una Martina Grimaldi (11esima) alla ricerca di se stessa. La bolognese ha terminato la sua difficile stagione e ora aspetta la 10 chilometri di Rachele Bruni e Aurora Ponselè per sapere se poter coltivare ancora ambizioni olimpiche verso Rio o meno. In caso negativo, focus su Tokyo, il tempo lo permette e le qualità sono indiscusse. La sorpresa vera è targata però maschile: in una gara folle, con errori di rotta dei big e maxi volata finale, spunta Matteo Furlan bronzo di carattere. Con Mario Sanzullo ottavo all’esordio e fermato forse dall’emozione quando è tra i primi a entrare nel cilindro dello sprint. Torna la medaglia maschile che mancava da Roma 2009 e può non essere l’unica. La Van Rouwendaal parte a razzo, controlla per 4.7 chilometri e poi crolla, perdendo in pochi secondi e poche bracciate oro, argento e bronzo. Fotografia che un errore può capitare anche a tutti e che sicuramente la sua rabbia diventerà energia extra per la 10 km.

Opinione, infine, come quella che molto spesso manca nel nuoto sincronizzato, dove le posizioni rischiano di essere decise ancor prima della gara. Non fa eccezione il solo, ma per l’Italia la gioia più grande arriva – per il momento – dal duo misto. L’esordio di Giorgio Minisini – sincronetto promettente, solare e soprattutto capace – è da ricordare: terzo posto dopo l’eliminatoria nel programma tecnico con Manila Flamini e speranze di podio in vista della finale. Opinione anche perché – altro plauso alla Fina – si dimostra che un uomo può essere un grande sincronetto, contro tutti gli stereotipi. E allora apriamo il sacco delle sorprese, riempiamolo e pensiamo a domani. Mai come in questo caso si deve dire che tutto può accadere.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Fin/DeepBlueMedia

1 Commento

  1. ale sandro

    26 Luglio 2015 at 13:13

    Del resto nemmeno i 200 farfalla olimpici hanno visto il suo padrone assoluto , Phelps, fare il tris d’oro, perciò ulteriore dimostrazione che di scontato nello sport non c’è nulla.
    Un grande Furlan ,riscatta il rammarico per non partecipare alla 10, e rimane sveglio per affrontare al meglio il finale quando quasi tutti hanno fatto un gran casino nell’interpretare la rotta da prendere per il finale. Buono Sanzullo, che esordì ai mondiali due anni fa, appena ventenne. Sembra essere un fondista abbastanza completo visti i suoi risultati all’europeo nella 25, e le uscite in coppa del mondo nella 10.
    Anche qui trovo ingiustissimo che ai Giochi ci sia solo l’ultima delle 3 distanze ad essere disputata a livello internazionale.
    La certezza delle ragazze del sincro dal trampolino è che son sempre vicine alla zona medaglia, o ci salgono alla grande nei mondiali post olimpici. In una gara con diversi errori e incertezze sin dal riscaldamento , come accennava proprio Bertone, un podio sfumato per meno di due punti, conferma quello che pensavo ,e cioè che le azzurre se la giocano,con altre 4-5 coppie, e se tutto andrà come deve andare ,a Rio saranno sempre un ‘incognita per le medaglie, nel bene e nel male.
    Bravi nel sincro misto dei tuffi, han fatto quel che potevano fare, e ancora più bravi al momento nel sincronizzato misto a coppie.
    A quanto ho sentito la Russia è quasi scandalizzata da questa nuova specialità, che pur non seguendo molto questo sport , a parte informarmi dei risultati e intravedere qualche gara come può essere il mondiale, non mi sembra sia una cosa così negativa. Dico che se diventerà prova olimpica, chissà mai, i russi si tureranno alla grande il naso.

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