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Ginnastica, Italia: le pagelle del 2015. I voti delle azzurre, da Ferrari a Fasana

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Si sta per concludere il 2015 e la ginnastica artistica è pronta per voltare la pagina. OASport, come ormai da tradizione, chiude la stagione con le consuete pagelle rivolte all’Italia (in particolar modo al settore femminile).

Come ripetiamo da ormai un intero quadriennio, tutti gli sport vengono giudicati ai raggi X e tutti gli atleti vengono sottoposti alle pagelle, per ogni partita/gara che disputano. Noi lo stiamo facendo anche con la ginnastica perché, lo ribadiamo per l’ennesima volta, la consideriamo al pari di tutti gli altri sport (come vorrebbe la disciplina stessa…) nel bene e nel male. Perché la visibilità va accettata anche quando le cose vanno male e non pretesa esclusivamente quando si ottengono buoni risultati. Solo così si potrà crescere davvero.

I voti giudicano esclusivamente l’atleta e non la persona. Si valuta esclusivamente la stagione 2015 e non l’intera carriera. Si considerano anche il potenziale e i valore di una ginnasta (utilizzo il solito esempio: se Simone Biles non si qualificasse neanche a una Finale di Specialità a un Mondiale naturalmente sarebbe da 0 in pagella e lo riconoscerebbe lei stessa con la massima umiltà).

Prendiamo in considerazioni le ginnaste seniores che hanno effettuato attività internazionale nel 2015 e una valutazione generale del settore maschile.

 

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NAZIONALE ITALIANA DI GINNASTICA ARTISTICA (femminile): 8. Missione compiuta. La qualificazione diretta alle Olimpiadi 2016 era l’obiettivo del triennio, quello per cui le ragazze di Enrico Casella hanno lavorato profondamente e duramente, sudando e rincorrendo un pass per Rio senza dover passare dalla tagliola del Test Event come invece successo nel ciclo olimpico precedente.

Ai Mondiali le azzurre si sono presentate incerottate e in difficoltà, complici l’infortunio di Martina Rizzelli e le precarie condizioni fisiche di Vanessa Ferrari ed Erika Fasana. Glasgow si è però rivelato tana di festeggiamenti per la nostra Nazionale: quinta nel turno di qualificazione, ripetuto il piazzamento di Nanning 2014, ancora una volta tra le migliori otto del Pianeta, abbondantemente qualificate a Rio 2016 con una prestazione da incorniciare e sostanzialmente esente da errori.

Negli ultimi 40 anni l’Italia si era qualificata alle Olimpiadi con l’intera squadra solo tre volte attraverso la rassegna iridata. Per Montreal 1976 (quando l’Universo conobbe Nadia Comaneci), per Sydney 2000 e per Pechino 2008 (quarte ai Mondiali 2007, miglior risultato della nostra storia contemporanea). Numeri che sottolineano l’impresa realizzata dal nostro sestetto, capace poi di concludere la Finale a Squadre al settimo posto (qui un paio di cadute hanno impedito di replicare la quinta posizione).

Un risultato non casuale ma frutto di ottima programmazione, di un lavoro costante, di tanti ritiri, collegiali. Un bacino da cui attingere che si è amplificato col tempo fino ad avere una decina di ragazze che possono vestire in maniera onorevole il body azzurro.

Ora tutte a Rio, ma non solo per ben figurare ma anche per provare a giocarsi qualcosina, come ha dichiarato il CT all’ultimo Grand Prix. Certo USA, Cina e Russia sembrano inarrivabili ma…

A livello individuale le migliori soddisfazioni sono arrivate da Erika Fasana che per un soffio non è salita sul podio all-around agli Europei di Montpellier ma che ci ha regalato una grandissima gioia conquistando la medaglia di bronzo all’American Cup, una delle gare più prestigiose dell’intero panorama ginnico, prima atleta a conquistare un alloro in terra statunitense, alle spalle delle padrone di casa Simone Biles e MyKayla Skinner. La comasca si è anche qualificata alla finale al corpo libero ai Mondiali (per la seconda volta consecutiva) ma purtroppo ha dovuto rinunciare alla partecipazione complice un infortunio al gomito patito durante l’atto conclusivo del team event.

Il settore juniores ha scontato l’infortunio prolungato di Sofia Busato, annunciata stella che ritroveremo nel 2016 tra le seniores. Partito concretamente il progetto per le Olimpiadi 2020: una programmazione che guarda lontano, corretta per poter sperare di ottenere risultati in futuro.

 

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VANESSA FERRARI: 7,5. Il voto alto è per il cuore infinito che ci ha messo, senza mollare nonostante le tante difficoltà affrontate durante una stagione complicata ma in cui ha voluto dare il proprio (fondamentale) contributo per portare l’Italia alle Olimpiadi 2016.

Ai Mondiali la capitana non si è tirata da parte, si è messa in prima fila per trascinare le compagne verso il raggiungimento dell’obiettivo del triennio e ci è riuscito. Nonostante la mononucleosi che le ha impedito di essere al top nel primo quadrimestre (ha faticato agli Europei dove non è riuscito a difendere al meglio il titolo al corpo libero conquistato a Sòfia 2014 e si era già vista in difficoltà all’American Cup), nonostante quel tallone d’Achille che ora l’ha obbligata a tentare un tentativo di recupero con la tecnica che utilizza le piastrine.

Per la seconda volta in carriera, dopo il quarto posto di Stoccarda 2007, c’è sempre lei nella formazione della Nazionale che stacca il pass per la rassegna a cinque cerchi. A Rio 2016, dove ha annunciato che si esibirà per l’ultima volta in carriera, andrà a caccia del tanto agognato allora a cinque cerchi che completerebbe un palmares da sogno.

 

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ERIKA FASANA: 9. Sportivamente parlando è stata una stagione da incorniciare per la comasca. I risultati parlano chiaro anche se naturalmente a livello personale è stato un 2015 caratterizzato anche dalla frattura da stress alla tibia e dall’infortunio al gomito che le ha impedito di partecipare alla Finale al corpo libero dei Mondiali.

Proprio quello è stato uno dei grandi picchi di Erika che, per il secondo anno consecutivo, è stata capace di entrare tra le migliori otto ginnaste del Pianeta al quadrato: solo la sfortuna le ha impedito di onorare un graditissimo impegno, sudato con tanta forza di volontà e allenamenti.

Spettacolare il terzo posto all’American Cup, la tappa più importante della Coppa del Mondo e una delle quattro gare più prestigiose e di livello nel circuito internazionale. A Dallas, in uno stadio americano davanti a oltre 10000 persone e fronteggiando Simone Biles e MyKayla Skinner, ha conquistato una storica medaglia di bronzo oltreoceano, come non era mai capitato a nessuna ginnasta italiana in passato.

A suggello di un primo quadrimestre da urlo si aggiunge l’argento al corpo libero conquistato a Jesolo quando ha sconfitto Aly Raisman, Campionesse Olimpica di specialità.

Peccato invece per quanto successo agli Europei con due quarti posti che bruciano: il bronzo nel concorso generale e al corpo libero sono sfuggiti per una manciata di centesimi. La medaglia avrebbe rappresentato il giusto merito per un’atleta che, anno dopo anno, ha saputo migliorarsi costantemente diventando un pilastro della Nazionale che ha condotto (insieme alle compagne, s’intende) alla qualificazione olimpica. Dopo Londra 2012 ci si prepara per Rio 2016.

 

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CARLOTTA FERLITO: 8+. Un voto alto per l’atteggiamento combattivo che ha dimostrato ai Mondiali. La siciliana si è scatenata a Glasgow, è stata uno dei cardini della Nazionale che si è qualificata alla Olimpiadi 2016, mostrando quell’aggressività e quell’agonismo che le si chiedeva.

Ha fatto pugni con una manciata di centesimi (agli Europei) e con il regolamento (parimerito sciolto per peggior esecuzione ai Mondiali) che le hanno impedito di partecipare alle meritate Finali di Specialità sulla sua amata trave: al momento dell’atto conclusivo avrebbe sicuramente potuto dire la sua, da garista qual è.

Nel corso della stagione è cresciuta gradualmente, riprendendo il filo conduttore con il suo talento e con le sue potenzialità che le hanno permesso di ben figurare nelle occasioni che contano.

 

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ENUS MARIANI: 7,5. La stagione del rientro a tutti gli effetti dopo due anni complicatissimi. La brianzola ha creduto fino in fondo nella possibilità di recupero e non si è smentita. La sfortuna l’ha però perseguitata ancora con quella botta al piede patita durante la seconda tappa di Serie A che le ha poi tolto la partecipazione agli Europei.

Si è ripresa gradualmente, durante la lunga estate ha incrementato il proprio esercizio alle parallele e si è meritata la convocazione per i Mondiali. Per scelta tecnica non ha fatto parte del sestetto che ha conquistato la qualificazione a Rio 2016 ma è poi stata buttata nella mischia per la finale a squadre dove ha fatto il suo soprattutto con un bell’esercizio sugli staggi.

A fine stagione le due medaglie d’argento alla Massilia Cup (trave e parallele asimmetriche) per chiudere al meglio l’anno del rilancio.

 

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ELISA MENEGHINI: 7. La prima parte di stagione è stata complicata per qualche problemino fisico poi ha recuperato nel secondo semestre e si è guadagnata la convocazione per i Mondiali. La sua trave di livello ha faticato ad entrare al meglio (infatti è arrivata anche la caduta a Glasgow) ma il suo apporto è stato importante per volare a Rio. Nel complesso una stagione positiva.

 

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TEA UGRIN: 7/8. Il titolo di Campionessa Italiana Assoluta ha un peso determinante nella valutazione finale riservata all’atleta giuliana. Il Cigno di Trieste concretizza al meglio una giornata da urlo e, con una prestazione solida unita agli errori delle avversarie, conquista il secondo tricolore della carriera dopo quello di due anni fa quando era ancora una junior.

Pesa altresì in maniera importante l’esercizio non perfetto confezionato agli European Games di Baku quando aveva tutte le possibilità di mettersi al collo una pesantissima medaglia di bronzo in una gara internazionale, tra l’altro multisportiva e con gli occhi di tutto il mondo sportivo puntati addosso.

Ai Mondiali, però, quando è stata chiamata in causa ha dato un contributo importante. C’era un po’ di scetticismo attorno a lei prima della gara e lei ha sbalordito tutto con una gara memorabile e fondamentale per qualificare l’Italia alle Olimpiadi 2016. Quattro routine solide e molto precise (l’unica sbavatura è stata un’uscita di pedana al corpo libero) nel turno eliminatorio, replicate nella finale del concorso generale individuale. Un anno sì altalenante ma con delle stoccate precise e puntuali nei momenti che contano.

 

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LARA MORI: 7,5. L’infortunio patito a Firenze durante la terza tappa di Serie A poteva rovinarle completamente la stagione e invece ha recuperato rapidamente e nel migliore dei modi, ritrovandosi velocemente nel gruppo della Nazionale che si preparava per i Mondiali.

La toscana ha smaltito i postumi del ko e si è rivelata ancora una volta un pilastro del gruppo azzurro proprio come a Nanning 2014. Sarà titolare nel turno di qualificazione che ci regalerà le Olimpiadi dove, nonostante la caduta alle parallele, recupererà poi bene alla trave risultando parte attiva e vincente di quella missione.

 

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ARIANNA ROCCA: 7. La stagione dell’esplosione definitiva anche se l’infortunio durante il collegiale in preparazione per i Mondiali l’ha rovinata.

Il 2015 della genovese si è distinto soprattutto per l’ottimo doppio avvitamento al volteggio eseguito al Trofeo di Jesolo (seconda alle spalle dell’aliena Simone Biles) e per aver indossato il primo body azzurro in carriera (al Trofeo 4 Nazioni di Torino). Arianna è entrata nel gruppo della Nazionale, ha lottato fino all’ultimo per disputare gli Europei di Montpellier ed ha completato una bella crescita tecnica.

È tornata rapidamente in gara dopo il già citato infortunio, riprendendo il filo conduttore con l’attività agonistica ai Campionati di Categoria conclusi al terzo posto.

 

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MARTINA RIZZELLI: 7,5. Dannato quell’infortunio al piede durante il collegiale di preparazione al Mondiale che le ha tolto una scontata convocazione per Glasgow.

I risultati della stagione, però, promuovono ampiamente la comasca che ha alzato decisamente l’asticella dopo un 2014 in cui aveva commesso qualche errore di troppo. Quest’anno si è perfezionata, non ha sbagliato praticamente nulla, ha confermato e stabilizzato un esercizio di eccellente fattura alle parallele e ha ribadito il proprio livello al volteggio.

Le prestazioni agli Europei sono state assolutamente positive: il quinto posto finale sugli staggi e un grande all-around disputato in sostituzione di Vanessa Ferrari sono la ciliegina sulla torta di una stagione soddisfacente rovinata (non per colpa sua) dal crac al piede che le ha impedito di volare a Glasgow e l’ha costretta a un intervento.

 

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ALESSIA LEOLINI: 6/7. Dopo l’infortunio di Lara Mori è stata la grande trascinatrice della sua squadra in Serie A. Anche in questa stagione ha vestito il body della Nazionale partecipando alla prima storica edizione degli European Games. A Baku ha “azzardato” i due salti al volteggio ma purtroppo un errore le ha impedito di partecipare alla Finale di Specialità. In preparazione ai Mondiali ha accusato un piccolo infortunio che l’ha esclusa a tutti gli effetti dalla rincorsa per Glasgow.

 

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GIORGIA CAMPANA: 6/7. L’olimpica di Londra 2012 è tornata dopo l’infortunio patito a fine 2014, riprendendo la carreggiata durante la Serie A. Ha partecipato da capitana agli European Games e nel corso dell’anno ha ritrovato tutti gli attrezzi, tra cui le sue parallele su cui ha dominato in Italia per diverse stagioni.

 

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NAZIONALE ITALIANA DI GINNASTICA ARTISTICA (maschile): 2. Un disastro. Il 19esimo posto ai Mondiali è quanto di più triste potessimo aspettare. Bisognava almeno arrivare 16esimi per accedere al Test Event e giocarsi ancora le chance di qualificazione alle Olimpiadi e invece una prestazione inguardabile degli azzurri ha impedito di agguantare l’obiettivo minimo.

Errori su errori in una serata davvero no, ma che non è frutto del caso. Le sensazioni non erano positive, le opache prestazioni nel corso dell’anno erano state un campanello d’allarme, una preparazione certamente non a puntino per una rassegna iridata, veterani lasciati a casa.

Una gestione problematica e che ha spedito il movimento all’anno zero, fuori da Rio con troppo anticipo e che potrà portare alle Olimpiadi solo 1 uomo (tra l’altro il pass va ancora conquistato, anche se è veramente impossibile non prenderlo). Speriamo che almeno una “vecchia” gloria abbia l’ultima possibilità di una apparizione nel contesto più importante: che sia Busnari o che sia Morandi (o…e non diciamo altro) meritano questa chance anche perché sono gli uomini che hanno più possibilità di medaglie. Anche se il pass dovrà andarlo a prendere un all-arounder.

Critiche meritate perché i numeri sono chiari ed evidenti, ma purtroppo non accettate. Una ricostruzione che sarebbe da lanciare ma che sembra molto difficile. I giovani ci sono ma c’è molto lavoro da fare. Soprattutto bisognerebbe anche farsi qualche esame di coscienza profonda, a partire dai piani alti.

A salvare parzialmente la stagione ci ha pensato Alberto Busnari che ha conquistato il bronzo sul cavallo con maniglie agli Europei dopo un’infinita rincorsa. Abe e Matteo Morandi sono anche saliti sul podio della tappa della World Challenge Cup a Lubiana, circuito in cui altri azzurri hanno faticato a mettersi in mostra. Quelli sono stati gli unici sussulti di rilievo, intervallati da degli European Games non al top e da degli Europei che, tolti appunto i due veterani, non hanno regalato particolari soddisfazioni.

Inevitabile il cambio del Direttore Tecnico (è tornato Maurizio Allievi): sarà la carta che permetterà di cambiare la rotta? Ci sono da mettere le basi per Tokyo 2020 e, almeno sotto quel punto di vista, può essere confortante l’argento conquistato con la squadra agli EYOF.

 

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