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Ginnastica, Vanessa Ferrari e il sacro fuoco dell’amore: un’amazzone immortale che sfida gli infortuni e vede le Olimpiadi

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La scienza si sta ancora interrogando come sia possibile che una ragazza di 29 anni, dopo una serie infinita di infortuni e dopo averne passate di tutti i colori, sia ancora in grado di salire su un podio internazionale ed essere sempre più vicina alla qualificazione olimpica. Vanessa Ferrari è un mistero della biologia e della fisica umana, una ragazza immortale, un’inguaribile romantica che non molla mai la presa, una piccola sognatrice di 146 cm in cui alberga il più vivido fuoco della passione e dell’amore per il suo sport. Una vita sacrificata alla ginnastica artistica, l’amore più grande fin da quando era uno scricciolo: la Polvere di Magnesio inseguita in ogni angolo del Pianeta, nonostante un fisico che più volte l’ha fermata e che le ha impedito di conquistare quello che una fuoriclasse del suo calibro avrebbe meritato.

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Un fenomeno unico alle nostre latitudini, una Farfalla con le gambe di cristallo che si è rotta tanta volte ma che si è sempre rialzata dipingendo delle tele artistiche di rara bellezza. Una Frida Kahlo dei tempi moderni che ha usato colori tutti suoi, una Musa dalla grazia unica nel suo genere, un modello di eleganza e di grinta, una Leonessa di rabbia agonistica che non ha eguali. Undici mesi fa era in un letto di ospedale dopo un’operazione ai piedi, un anno fa aveva vinto a Melbourne dopo essere rimasta lontana dalle scene per 500 giorni a causa di un infortunio al tendine d’Achille subito durante la finale dei Mondiali, questo autunno ha scoperto di avere una malattia autoimmune alla tiroide (e una diagnosi di Hashimoto non è mai facile da digerire, lo sa bene chi ne deve fare i conti). La Campionessa del Mondo 2006 è però inscalfibile, nessuno la ferma perché non si smette mai di sognare neanche quando sei una donna che ha vinto tutto e di più: l’obiettivo è Tokyo 2020, la partecipazione alla quarta Olimpiade (sarebbe un record per una ginnasta italiana), la voglia di andarsi a prendere quella medaglia sfuggita per un soffio a Londra 2012 e Rio 2016 con due quarti posti.

All-in. Silivas e doppio teso al corpo libero. Missione compiuta. Vanessa Ferrari conquista un secondo posto di lusso al corpo libero in Coppa del Mondo, batte Lara Mori e si avvicina in maniera sensibile ai Giochi: mancano due tappe al termine del circuito ma la bresciana è vicinissima al Giappone, il suo nuovo esercizio al quadrato è una bomba e può ancora essere perfezionato proprio per essere competitiva tra cinque mesi. Siamo di fronte a una Campionessa infinita per cui si sprecano gli aggettivi, sono passati ormai 14 anni dalla sua apoteosi iridata di Aarhus ma il tempo sembra essersi fermato per colei che ha generato tutto in Italia. Non dovremmo mai dimenticare che, se siamo quello che siamo adesso, ginnisticamente parlando, è merito per buona parte di un fenomeno di questo calibro che nasce forse una volta ogni trent’anni e di chi l’ha scoperta e allenata come una figlia. Appuntamento a metà marzo tra Baku e Doha per il verdetto definitivo.

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VANESSA FERRARI: “C’ERA UNA VOLTA UNA BAMBINA SOGNATRICE, ORA E’ UNA DONNA CHE INSEGUE I SUOI SOGNI”

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Folco Donati

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