Formula 1

F1, GP Australia 2016, le pagelle: Rosberg merita vittoria e rispetto, Vettel incoraggiante. Sorpresa Grosjean-Haas, insufficienti Bottas e Perez

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La grande illusione, la grande speranza.
Lo spaventoso incidente capitato ad Alonso ha di fatto spaccato il GP d’Australia in due mini-gare, ben diverse tra loro, la seconda lunga esattamente il doppio rispetto alla prima. I primi 19 giri hanno visto una splendida Ferrari, con un Vettel immenso, magistrale in partenza (non male anche lo start di Raikkonen…) ed autorevole in testa alla corsa; gli altri 38 giri sono iniziati subito male, con il ritiro di Raikkonen e le due Frecce d’Argento prontissime a colmare del tutto il gap, ridottosi già di suo con l’esposizione della bandiera rossa, dal tedesco di Maranello. L’ottima strategia del box Mercedes ha fatto il resto: vittoria ineccepibile per Rosberg, ma è stato incoraggiante vedere la Rossa di Vettel sempre all’altezza del Campione del Mondo in carica Hamilton. Duellanti annunciate per il titolo a parte, da evidenziare le performances di Grosjean, sesto con la debuttante Haas, degli ormai soliti “ragazzi terribili” della Toro Rosso Sainz-Verstappen (nono e decimo, ma sempre on fire), del debuttante Renault Palmer (11°, davanti al team mate Magnussen) e del disciplinato padrone di casa Ricciardo: ottavo in qualifica, quarto al traguardo. Insufficienti Bottas e Perez.

 
Rosberg: 7,5. Conquista con merito il primo GP stagionale e, soprattutto, la stima e il rispetto dell’egocentrico compagno di squadra. Bravo a trasformare in oro tutte le occasioni propizie, chiunque voglia cullare sogni iridati quest’anno dovrà fare i conti con Nico, l’ex “tenero”. L’equilibrato.

Hamilton: 6,5. “Pattina” come non mai in partenza, l’uno-due Rosso subìto in partenza lo tramortisce, appare spaesato, nervoso, disabituato com’è a vedere gli scarichi altrui davanti a sé… La bandiera rossa gli dà una grossa mano, ma lui è bravo di suo a riprendersi dallo shock iniziale, a non alzare la bandiera bianca mentre la testa della corsa si allontana pericolosamente. Emblematico il team radio “Voglio una strategia diversa” (accontentato), nel momento di massima difficoltà, con Nico e Seb distanti: inguaribile agonista. Vincente nato.

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Vettel: 7,5. Troppo pessimismo, troppa negatività circa il livello di competitività della Rossa rispetto alla Mercedes, prima dello spegnimento dei primi semafori rossi del Mondiale 2016… Il tedescoitaliano svernicia tutti allo start, non teme rivali fino all’interruzione e “rischia” di riprendere Hamilton a pochi minuti dal termine. Il passo c’è, forse paga una gestione-gomme non impeccabile da parte del suo box. Vittima di svariati dettagli avversi, peccato per il “lungo” finale… Incoraggiante.

Raikkonen: 7. È dall’anno scorso che le sciagure rosse capitano sempre a lui. Nel GP d’esordio del Mondiale 2016 è l’agnello sacrificale della strategia Ferrari in occasione dei primi pit stop ed è suo malgrado il parafulmine dei problemi di affidabilità paventati nel preseason, per una monoposto definita da più parti “azzardosa”. Resta il grandissimo spunto in partenza, costretto al ritiro quando è sul podio virtuale della gara. Più che Iceman, Calimero finnico…

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Grosjean: 7. The man of the race, se consideriamo mezzo e recenti trascorsi. Guida con sorprendente “pulizia” la debuttante Haas motorizzata Ferrari, piazzandola davanti a scuderie ben più rodate come Force India, Toro Rosso e Williams (Bottas). Archiviate definitivamente le “follie” del passato? Si vedrà…

Ricciardo: 7. Il canguro delle zone alte, per differenziale casella in griglia di partenza-posizione al traguardo. Un quarto posto che vale un podio, soprattutto alla luce del cagionevole stato di salute attuale della Red Bull (Kvyat addirittura costretto al ritiro prima del via odierno). Daniel si piazza a ridosso dei migliori dopo una corsa condotta “a fari spenti”, senza errori e con la giusta aggressività. Intelligente e diligente padrone di casa.

Sainz – Verstappen: 6,5. Spettacolari, irriverenti, incoscienti. Al di là del piazzamento finale, non esaltante ma comunque da top ten, i due “torelli” scatenati divertono perché sanno solo spingere al massimo, fregandosene beatamente del lignaggio degli avversari da sorpassare o respingere (porte chiuse in faccia anche al Campione del Mondo in carica) e della convivenza domestica. Max sbraita con il team e quasi combina il patatrac fratricida, Sainz pare un tantino più assennato. Spassosi, fanno bene al Circus, sperando non esagerino…

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McLaren: s.v. Rimandata ad Aprile, viste le tanto attese “migliorie” in arrivo. Prima dello spaventoso incidente occorso a Fernando, le due vetture della scuderia di Woking sono quantomeno in partita, sensazione mai avuta/data lo scorso anno. Zero punti per Button, profondo sospiro di sollievo per Alonso, ma poteva andare decisamente peggio…

Palmer: 6+. Battesimo in pista ok, per il Campione della GP2 2014. Il venticinquenne figlio d’arte, dopo la “palestra” dello scorso anno, assapora con l’approccio corretto l’inebriante mondo della F1; sfiora il primo punto iridato della sua carriera e precede il più esperto – seppur più giovane di un anno – compagno di scuderia Magnussen. Ambizioso.

Bottas – Perez: 5. Prendono la paga dai rispettivi compagni di squadra, Massa e Hulkenberg. Sgonfi, anonimi, passivi, lontani dalle posizioni che contano. Rivedibili.

Tecnologie salva-persone: 10. Il crash di Alonso è tremendo, basti vedere le condizioni della vettura dopo l’impatto… La cellula di sopravvivenza della McLaren ha fortunatamente superato l’esame e salvato lo spagnolo, che ha pubblicamente ringraziato, da morte (quasi) certa. Allo stesso modo, gli sforzi profusi per far rimanere le ruote incollate al telaio hanno dato buoni frutti e ottima è stata anche la scelta di tutelare i commissari di pista con “gabbiotti” più sicuri e funzionali. Bene così.

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

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