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Calcio, sorteggio Europei 2016: le rivali dell’Italia ai raggi X. Belgio, Ibra e la solida Irlanda

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L’urna di Parigi non ha sorriso troppo all’Italia. Inseriti nel gruppo E, agli Europei di Francia 2016 gli azzurri di Antonio Conte sfideranno il Belgio capolista nel ranking Fifa e recentemente affrontato in amichevole (sconfitta per 3-1), la Svezia di Zlatan Ibrahimovic e l’Irlanda, formazioni qualificate attraverso gli spareggi ma tutt’altro che agevoli.

La strada verso gli ottavi di finale non sembra comunque in pericolo, ma sarà fondamentale ottenere più punti possibili per evitare una big al primo turno a eliminazione diretta. La formula a 24 squadre, infatti, è una novità che ancora nessuno conosce a fondo e non sono da escludere sorprese, anche magari in termini di calcoli.

Imbattuta nel proprio (comodo) girone verso Euro 2016, l’Italia ha iniziato a mostrare sprazzi di gioco solo a ottobre, in occasione delle ultime due partite vinte contro Azerbaijan e Norvegia. Il 4-4-2 del ct sembra funzionare ed esaltare al meglio le qualità di una rosa poco tecnica, ma con tanta corsa e grinta soprattutto sugli esterni. In cabina di regia resta vivo il ballottaggio da Andrea Pirlo e Marco Verratti, con l’ex rossonero e bianconero che dovrebbe tornare in Europa per garantirsi un’eventuale maglia da titolare. La difesa, che ancora si aggrappa al blocco juventino, da punto di forza sembra essere diventato un punto debole degli azzurri, che anche nelle due amichevoli contro Belgio (1-3) e Romania (2-2) di novembre non ha affatto convinto.

 

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Foto da: pagina Facebook Graziano Pellè

Proprio i Diavoli Rossi saranno i principali rivali della Nazionale nella fase a gironi in programma il prossimo giugno in Francia. A Bruxelles Hazard e compagni hanno dimostrato a tutti gli scettici la differenza di punti che c’è tra Belgio e Italia nella (pur discutibile) classifica Fifa. Un’idea di gioco ben sviluppata e ovviamente più avanti rispetto ai cantieri ancora aperti di Conte, una preparazione atletica in grado di reggere tutti i 90 minuti – ma l’esperienza bianconera del ct lascia ottimismo da questo punto di vista – e soprattutto una rosa attrezzata per competere a testa alta anche con le seconde linee.

E proprio così i belgi si sono imposti per 3-1: dopo la partenza sprint degli ospiti (altra prerogativa di Conte) finalizzata dal gol di Candreva, i padroni di casa hanno iniziato a macinare gioco e, ispirati da un De Bruyne sempre più leader, hanno avuto la meglio nel finale anche grazie a una buona dose di fortuna. Se la difesa azzurra ha fatto infatti acqua, Mignolet (che non sarebbe neanche il titolare, bensì la riserva di Courtois) è stato provvidenziale in più occasioni e ha dovuto pure ringraziare il palo in occasione del tentativo di Eder. Tentativo sporco, come sporco è stato poi il pallonetto beffardo di De Bruyne per il gol del sorpasso.

Sarà sfida aperta, dunque, tra due squadre che sulla carta sembrano comunque le favorite per il passaggio del turno. Ora come a novembre il Belgio è senza dubbio superiore, ma ci sono sei mesi per provare a ricucire il gap e l’Italia pare aver imboccato la giusta via. I Diavoli Rossi hanno vinto il loro girone con 23 punti, due in più del Galles. Sette le vittorie, due i pareggi e pure un ko (proprio a Cardiff): l’Italia ha fatto meglio. Con 24 gol all’attivo e solo cinque subiti, invece, il Belgio ha ottenuto una maggior differenza reti. A livello d’esperienza storica gli azzurri hanno pochi rivali al mondo. Ma il presente, guardando soprattutto alle squadre in cui militano i rispettivi giocatori, è ben diverso: la Premier League è piena di talenti belgi, pagati pure come oro. Sarà un confronto senza dubbio interessante: tradizione verso aria nuova.

 

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Foto da: pagina Facebook De Bruyne

La Svezia è soprattutto un giocatore: Zlatan Ibrahimovic. Inutile negarlo: il gigante di Malmoe ha trascinato i gialloblu alla vittoria nel play-off contro la Danimarca, segnando tre dei quattro gol totali della sua nazionale compresa la doppietta decisiva nella gara di ritorno. A 34 anni e dopo un’infinità di titoli nazionali in tutta Europa, Ibra sogna la consacrazione anche a livello internazionale. La Champions League sembra rimanere stregata e con la Svezia ha fatto di tutto per essere in Francia. E non solo: i campioni in carica dell’Europeo under 21 ad agosto saranno impegnati anche alle Olimpiadi di Rio. Ci farà un pensierino, per vincere un oro comunque pregiato?

Italia-Svezia agli Europei ricorda soprattutto il 2004. 1-1, Cassano di testa e – toh – proprio Ibrahimovic di tacco. Sembra passato un secolo, tutti ancora hanno in mente l’immagine di Vieri che prova invano a togliere da sotto la traversa la beffarda parabola dell’attaccante ex Juve, Inter e Milan, eppure ora Bobo è idolo soprattutto sul web mentre Ibra è maturato, ha fatto la sua strada e ha vinto quasi dappertutto. Quella rassegna finì male per gli azzurri, eliminati proprio grazie al biscotto in salsa scandinava.

Ora la Svezia è cambiata: nel girone ha chiuso al terzo posto con 18 punti, dietro alla dominante Austria (28) e alla coriacea Russia di Fabio Capello (20), vincendo cinque gare e segnando 15 volte. Ibrahimovic ha scavalcato la doppia cifra: 11 le sue reti, segnale evidente di un monopolio che va ben oltre dei puri numeri. Senza troppi giri di parole, Ibra si può considerare l’80% dell’intero patrimonio gialloblu, che in difesa è tutt’altro che blindato. Ma attenzione anche a John Guidetti: ha già punito l’Italia under 21, è un attaccante classe 1992 che conosce come pochi l’area di rigore.

 

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Foto da: Wikipedia

E poi c’è l’Irlanda. I fasti dell’era Trapattoni sono lontani, non c’è più quella nazionale eliminata dai Mondiali solo per colpa di un fallo di mano di Henry clamorosamente non ravvisato dagli arbitri. Ma lo spirito è rimasto immutato. L’Italia lo sa bene, avendo faticato a Euro 2012 nella terza e ultima gara del girone risolta solo da un gol di Bonucci e da una prodezza di Balotelli, entrambi su azione di palla inattiva.

L’Eire fa della compattezza e dell’aggressività la sua forza: segnarle è difficile, la difesa non vanta grandi nomi ma è affidabile e soprattutto rocciosa. Insomma: i cliché della classica squadra angolosassone calzano a pennello per i verdi di Roy Keane, leggenda del Manchester United celebre proprio per la sua grinta e per i suoi interventi al limite del regolamento. Ma questa Irlanda sembra essersi messa al passo con i tempi: nel percorso verso gli Europei ha dimostrato anche un buon gioco, riuscendo pure a battere 1-0 la Germania in casa grazie a una rete di Shane Long, che al Southampton fa la riserva dell’azzurro Graziano Pellè ma che si porta in dote una rapidità di pensiero e d’esecuzione insolita per un panzer d’oltremanica.

Anche l’Irlanda ha chiuso terza (18) il proprio girone di qualificazione, dietro – ma non distante – alla Germania campione del mondo (22) e alla Polonia di Robert Lewandowski (21). Il gruppo D è stato equilibrato fino all’ultimo, l’Eire si è qualificata (giustamente) come terza e ha dominato i play-off contro la Bosnia di Dzeko e Pjanic, qualificata ai Mondiali in Brasile. Il biglietto da visita spaventa il giusto, ma l’Italia vanta una tradizione favorevole.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Fai

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