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Volley, Berruto: l’uomo del bronzo olimpico, dei 6 podi, dei giovani e dei valori. Grazie, dimissioni “giuste”?
Un grazie va comunque dato a Mauro Berruto. Sei medaglie internazionali non sono così scontate, anche se sei il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di volley maschile.
In soli tre anni ha conquistato il bronzo olimpico a Londra 2012 (la medaglia a cinque cerchi mancava da due edizioni), due argenti europei (2011 e 2013), due bronzi in World League (2013 e 2014) e un terzo posto in Grand Champions Cup (2013). In sostanza, prima dell’umiliante Mondiale in Polonia (tredicesimo posto, peggior risultato degli ultimi trent’anni), il coach torinese era sempre salito sul podio.
Vero, mancava il successo. È lì che si è vista la mancanza di freddezza di un gruppo che non è mai riuscito ad azzannare il bersaglio grosso quando era davvero solo a un passo. L’oro non è mai arrivato, il successo è sempre sfumato contro squadre che temevamo: Serbia prima, Russia e Brasile poi. Non eravamo così inferiori ma mancava quel quid…
Ormai la situazione era insostenibile e le dimissioni erano fisiologiche e, oggettivamente, giuste. Forse, però, dovevano arrivare un po’ prima. Dopo la spedizione in Polonia quando la Federazione sarebbe dovuta intervenire. Non ora, a un mese dalla Coppa del Mondo e dalla prima battaglia verso le Olimpiadi 2016.
134 presenze da CT, 134 Inni di Mameli, 134 abbracci azzurri. Sprofondati nell’ultima difficilissima annata dove Mauro si è meritato le critiche prese (ma non nella maniera e nei modi). Uno spogliatoio rotto, mai ricucito (ma era colpa dei giocatori), un crollo vertiginoso sotto il profilo tecnico-tattico, una sfiducia che cresceva a dismisura, risultati che non arrivavano più (tra Mondiale e World League l’Italia ha perso più partite di quelle vinte).
La Cacciata dei 4 (giusta…) è pesata tanto. Forse sull’unica cosa per cui non doveva essere criticato. I valori, vero, hanno una valenza importante nella vita e nello sport (che ne è il semplice riflesso).
Sì perché a livello umano nulla si può imputare a Berruto. Una persona buonissima, corretta, integerrima: qualità forse non apprezzate, anche di chi lo definiva un semplice “filosofo”. Se avrà una rivincita (se ne avrà bisogno) arriverà tra qualche anno: non vorrei che mezza Nazionale del 2020-2024 sia formata da ragazzi che lui stesso aveva scovato. Tra tanta diffidenza.
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