Speed Skating

Speed Skating, Davide Ghiotto riceve l’inestimabile ‘Oscar’ della disciplina. Però viene ignorato in Italia. Nemo propheta in patria!

Francesco Paone Casati

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Maurizio Marchetto & Davide Ghiotto / Comunicato stampa FISG

Sabato 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, è stato estremamente significativo nella carriera e nella vita di Davide Ghiotto. Il trentaduenne vicentino, punta di diamante della squadra italiana di speed-skating assieme ad Andrea Giovannini e Francesca Lollobrigida, ha ricevuto un riconoscimento inestimabile ad Hamar, in Norvegia, dove si è disputata la quarta tappa di Coppa del Mondo di pattinaggio velocità su pista lunga.

L’azzurro è stato insignito dell’Oscarstatuetten, ossia dell’Oscar Mathisen Award, un premio che – giocando con il nome del personaggio a cui è intitolato – rappresenta a tutti gli effetti l’Oscar del pattinaggio di velocità. Se per un attore, ricevere l’Academy Award rappresenta il picco della carriera, si può dire altrettanto per chi pratica lo speed-skating. Sostanzialmente, ci troviamo di fronte all’equivalente del Pallone d’Oro nel calcio.

L’encomio, istituito nel 1959 e intitolato alla memoria del leggendario pattinatore norvegese Oscar Mathisen (vissuto tra il 1888 e il 1954, la cui esistenza si è conclusa in maniera tragica e struggente) viene assegnato ogni anno all’atleta autore della migliore prestazione individuale. La performance valsa il riconoscimento all’azzurro è il successo nella tappa di Coppa del Mondo di Calgary del 25 gennaio 2025, giorno in cui ha stabilito il record del mondo sulla distanza dei 10.000 metri.

Nessun italiano, prima di lui, aveva conseguito il premio. È sufficiente scorrere l’elenco dei vincitori per rendersi conto di come il nome di Davide Ghiotto si affianchi a quello di autentiche leggende della disciplina. Nils van der Poel, Sven Kramer, Ireen Wüst, Gunda Niemann, Eric Heiden, Arnd Schenck giusto per citare i nomi più eclatanti, ma si potrebbe proseguire ancora a lungo.

In Norvegia, e non solo, quanto accaduto ha ricevuto grande risalto. D’altronde è stata accolta una nuova nazione nel novero di quelle in grado di produrre un vincitore dell’Oscarstatuetten. È un plauso al singolo, ma anche all’intero movimento. Nel XXI secolo non si arriva a certi livelli da soli. Dunque chapeau a Ghiotto, perché gambe, polmoni e cuore sono i suoi. Però tanto di cappello anche a Maurizio Marchetto, l’allenatore che ha portato il veneto all’eccellenza assoluta.

È giusto parlarne, perché alle latitudini nostrane quanto accaduto è stato vergognosamente ignorato dai media, salvo qualche lodevole eccezione legata alla stampa locale vicentina (!) D’altronde, in queste lande culturalmente disgraziate, non si ha percezione di cosa rappresenti lo Speed-Skating una volta valicate le Alpi. Una disciplina popolarissima, nella quale sono competitivi tre continenti (Europa, Nord America e Asia).

Fra i Paesi che contano c’è anche l’Italia, nonostante in Italia non se ne abbia contezza e si guardi a questo sport con occhio distratto solo per leggere il numerino a fianco del cognome e del nome di chi gareggia, come se il risultato di una singola gara possa essere considerato il termometro della grandezza di un pattinatore. Bisogna portare pazienza e onorare chi se lo merita, come Davide Ghiotto, per il quale vale il detto Nemo propheta in patria. Fortuna che tutto il mondo NON è Paese!

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