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Billie Jean King sminuisce Sabalenka-Kyrgios: “La mia era politica, dovevo vincere per un cambiamento sociale”

Stefano Villa

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Billie Jean King / Lapresse

Sta assumendo una risonanza sempre più elevata la ribattezzata Battaglia dei Sessi, l’attesissimo confronto tra la bielorussa Aryna Sabalenka e l’australiano Nick Kyrgios, che andrà in scena domenica 28 dicembre. La partita tra la numero 1 del mondo e il già finalista di Wimbledon, ora scivolato al 673mo posto del ranking ATP, promette scintille: la miglior donna in circolazione in questo momento storico riuscirà ad avere la meglio su un uomo dall’ottimo passato tecnico, ma che da due anni fatica a esprimersi al meglio?

Una sfida in singolare che attirerà l’attenzione degli appassionati e non solo sul cemento di Dubai (Emirati Arabi Uniti) e che indubbiamente farà la storia, anche se i tempi sono decisamente diversi rispetto al celeberrimo confronto tra Bobby Riggs e Billie Jean King, datato 20 settembre 1973. Sul confronto è intervenuta proprio la leggenda Billie Jean King, a cui è tra l’altro intitolato il massimo trofeo per Nazionali femminili, vinto dall’Italia nelle ultime due stagioni.

La 82enne statunitense (ne aveva 29 quando ebbe la meglio sull’allora 55enne Riggs per 6-4, 6-3, 6-3 a Houston) ha espresso la propria opinione in un’intervista concessa a BBC Sports: “La mia era davvero politica. È stato un periodo duro, culturalmente, per ciò che comportava. Sapevo che dovevo batterlo per un cambiamento sociale. Avevo molte ragioni per vincere“.

Una delle più grandi icone del tennis femminile ha poi proseguito: “Noi non abbiamo mai detto di essere migliori degli uomini, mai. Abbiamo parlato del nostro valore come spettacolo: a volte una partita femminile finisce per essere migliore di una maschile. Mi dà fastidio quando la gente dice che pensiamo di essere superiori. Non lo abbiamo mai detto, mai. Spero che sia una grande partita. Vorrei che vincesse Sabalenka, ovviamente, ma non è la stessa cosa“.

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