Artistica
Angelina Melnikova e compagne non gareggiano da russe, ma vale la regola dei passaporti e arriva l’eliminazione: il paradosso dei Mondiali
Le ginnaste con passaporto russo e bielorusso non hanno potuto gareggiare per più di tre anni in campo internazionale a causa dell’esclusione imposta dalla Federazione in seguito al conflitto bellico. La situazione è cambiata nel 2025 e hanno potuto prendere parte ai Mondiali da Atleti Indipendenti Neutrali (AIN), scendendo in pedana senza bandiera e nei fatti gareggiando senza nazionalità.
L’attesa era tutta per Angelina Melnikova, che nel 2021 si laureò Campionessa del Mondo nel concorso generale e trascinò la squadra verso l’oro alle Olimpiadi di Tokyo prima dello stop imposto dall’alto. La 25enne non ha deluso le aspettative, chiudendo le qualificazioni al primo posto nel giro completo e al volteggio. Prova di forza da parte di una delle icone dell’ultimo lustro, che giovedì cercherà il bis iridato sul giro completo.
Torniamo però al punto e prendiamo la classifica alle parallele asimmetriche: Melnikova terza (14.500), Leila Vasileva quinta (14.200), Liudmila Roshchina ottava (14.133). Dunque tutte meritevoli di qualificazione alla finale di specialità. Riemerge però la regola dei passaporti, che prevede che massimo due atlete per Nazioni possano disputare l’atto conclusivo: dentro Melnikova e Vasileva, fuori Roshchina (ripescata la nona, l’olandese Naomi Visser con 14.000).
Non si tratta però di un paradosso? Hanno gareggiato da indipendenti e senza bandiera, dunque senza nazionalità: perché il passaporto riassume importanza a livello agonistico quando si tratta di determinare chi passa il turno? Sia chiaro: è una provocazione e sappiamo benissimo che conta la Federazione di appartenenza delle ginnaste, ma era corretto segnalare la stranezza.