Mondiali volley

Italia–Belgio, resa dei conti mondiale: gli azzurri cercano la rivincita. Polonia favorita, ma occhio alla Turchia

Enrico Spada

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Romanò/Fivb

Inizia la due giorni dedicata ai quarti di finale del pazzo Mondiale filippino e ad inaugurarla è proprio l’Italia che affronta il Belgio, unica squadra che ha battuto fin qui la formazione di De Giorgi. La giornata, poi, prosegue con la sfida tra Polonia e Turchia. Il pronostico dice che la semifinale potrebbe essere la riedizione della finale più gettonata nelle ultime stagioni (un Mondiale, un Europeo e l’ultima VNL) tra Italia e Polonia ma mai lanciarsi in pronostici dalle parti di Manila in questi giorni: ci si potrebbe fare molto male.

Il confine tra un buon Mondiale e un mezzo fallimento è delimitato dal Belgio per l’Italia di Fefè De Giorgi. Quel Belgio che ha reso sicuramente più complicato il cammino dell’Italia nel primo turno ad eliminazione diretta ma che, col suo schiaffone ben assestato nella fase a gironi, pare aver risvegliato gli ardori di un’Italia che sta crescendo partita dopo partita e non si vuole fermare.

In altri momenti, in altre situazioni, una sfida nei quarti di finale contro il Belgio, anziché quella da tutti prevista con la Francia, sarebbe stata accolta con sorrisi a 32 denti. Non ora, non in questo strano Mondiale che ha ribaltato pronostici e gerarchie, non contro questo Belgio che ha dimostrato di essere squadra solida, pericolosa e ben preparata, arrivata in condizione ottimale a questo appuntamento e ben allenata da una vecchia volpe del volley italiano come Emanuele Zanini.

Da una parte il Belgio che sa come si fa a battere gli azzurri, dall’altra l’Italia che deve dimostrare di avere imparato dai suoi errori. Rispetto alla sfida di una settimana fa gli azzurri devono soprattutto ricevere e difendere meglio. Il salto di qualità c’è già stato con Ucraina e soprattutto Argentina e non sono ammessi passi indietro, pena lasciare via libera alla formazione avversaria per le semifinali. Michieletto sembra essersi messo in moto, Bottolo ha trovato la sua dimensione nell’economia di squadra voluta da Fefè De Giorgi e Russo sembra stare meglio giorno dopo giorno. Quindi la speranza è che dall’altra parte della rete i belgi trovino un’altra Italia in grado di ristabilire le gerarchie indiscutibili del ranking mondiale.

Il Belgio è ai Mondiali come 5ª nel ranking FIVB tra le squadre non qualificate. Il prossimo anno la squadra allenata da Emanuele Zanini parteciperà sia alla Volley Nations League che all’Europeo, conquistato grazie a una qualificazione senza macchie con doppia vittoria nel girone sull’Austria e sull’Azerbaijan. L’impatto con il Mondiale per la squadra belga è stato devastante visto che è arrivata una vittoria inattesa soprattutto nelle dimensioni (3-0) contro l’Ucraina, ma soprattutto il 3-2 contro l’Italia che ha schiuso la porta del primo posto nel girone, certificato dal 3-0 rifilato all’Algeria. Negli ottavi di finale la squadra di Zanini ha superato con un secco 3-0 la Finlandia, attestandosi come una delle grandi sorprese di questo Mondiale, assieme alla Cechia.

Zanini punta in cabina di regia su una conoscenza del campionato italiano, Stijn D’Hulst, 33 anni, due stagioni a Civitanova e da quattro anni al Knack Roeselare, squadra di riferimento del movimento belga. Al suo fianco Seppe Van Hoyweghen, 25 anni, in forza al Knack Roeselare. La star assoluta della squadra belga è Ferre Reggers, opposto del Vero Volley Milano, lo scorso anno tra i migliori attaccanti del campionato italiano e autore di 23 punti al debutto contro gli ucraini. La sua riserva è Basil Dermaux, 22 anni, che veste la maglia del Knack Roeselare.

In banda giocano titolari un’altra vecchia (dieci anni fa) conoscenza del pubblico italiano, ex Verona e Modena, Sam Deroo, 33 anni, fino alla scorsa stagione in forza allo Zenit Kazan e in estate trasferitosi sempre in Russia nel Lokomotiv Novosibirsk, e l’ex Padova Marhijs Desmet, 25 anni, lo scorso anno in Polonia nel Cuprum Stilon Gorzów e dalla prossima stagione in patria nel Knack Roeselare. Le riserve sono Simon Plaskie, dallo scorso anno in Germania con la maglia del Berlin Recycling Volleys, l’ex Padova il nuovo acquisto della Allianz Milano Seppe Rotty, 24 anni, ex Knack Roeselare e il 21enne Pierre Perin, in forza al VC Greenyard Maaseik.

Al centro giocano il 36enne Pieter Coolman, bandiera del Knack Roeselare, con cui si appresta a disputare la stagione numero 14, e Sam Fafchamps, classe 2001, in forza al VC Greenyard Maaseik. La riserva è l'”italiano” Wout D’heer, 24 anni, lo scorso anno a Taranto (dopo la stagione a Trento) e dal prossimo anno in forza alla Lube Civitanova. I liberi sono Gorik Lantsoght, 19 anni, del Thuismakers Brabo Antwerp VT e Kobe Verwimp del Volley Haasrode Leuven.

Nella seconda sfida del giorno di fronte ci sono la Polonia, per tutti la grande favorita di questo Mondiale, e una delle sorprese in positivo della rassegna iridata, la Turchia che vuole provarci fino in fondo e vuole emulare le ragazze turche, che hanno raggiunto la finale iridata poche settimane fa, fermandosi al cospetto dell’Italia.

La Polonia è la formazione più forte e più completa, lo certifica il fatto che nelle ultime due stagioni ha vinto tutto, tranne una competizione, quei Giochi Olimpici che la Francia ha fatto suoi tra le mura amiche e nei quali avrebbe battuto chiunque. I polacchi sanno giocare a pallavolo, sono ben allenati da Grbic, finora non hanno ancora espresso la loro miglior qualità di gioco ma c’è da credere che il 100% lo abbiano tenuto per la fase decisiva del torneo. Kochanowski, Huber, Semeniuk, Leon e Kurek, guidati da Komenda, compongono una batteria di elementi in grado di mettere paura a qualsiasi avversario, anche se qualcosa finora hanno concesso ad ogni rivale che hanno affrontato.

Concedere qualcosa alla Turchia potrebbe non risultare propriamente una buona idea perché la formazione allenata da Slobodan Kovac è pronta a raccogliere qualsiasi appiglio per poter mettere in difficoltà gli avversari. I turchi non hanno granché da perdere, possono giocare liberi di mente e hanno le armi e le qualità per mettere in difficoltà qualsiasi rivale. Quello che manca, forse, è la continuità di rendimento e la solidità per reagire nei momenti difficili contro squadre dal tasso tecnico più elevato come la Polonia, ma la Turchia di Adis Lagumdzija, di Mandiraci, Bedrhan e Mirza Lagumdzija, non parte battuta.

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