Formula 1

F1, perché la strategia di Leclerc ha funzionato in Giappone: una sosta in meno e gestione del degrado

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Leclerc / Lapresse

SF-24 macchina da gara? Sicuramente sì. In Ferrari hanno lavorato alacremente per avere a propria disposizione una vettura in grado di gestire al meglio le gomme e avvicinarsi alla Red Bull. L’obiettivo, se si limita a questo, è stato centrato perché la Rossa di questo campionato è una monoposto che consente ai piloti di attaccare la domenica e anche di avere la possibilità di tenere in vita a lungo le proprie mescole su una velocità più che buona.

Il terzo e quarto posto dello spagnolo Carlos Sainz e del monegasco Charles Leclerc va letto in questa chiave, considerando il decremento del distacco rispetto all’anno scorso dalle Red Bull a Suzuka (Giappone), che comunque oggi hanno fatto doppietta con l’olandese Max Verstappen e il messicano Sergio Perez. La Ferrari è abbondantemente la seconda forza in pista e ha dato prova di grande solidità.

È anche per questo che Leclerc si è potuto permettere una sosta in meno e di spingere il suo primo stint con le gomme medie fino al 27° giro dei 53 previsti. Una minimizzazione del degrado degli pneumatici tale da consentire al monegasco di rimontare dall’ottava posizione di partenza fino alla quarta. Riscontro che certifica la “gentilezza” della macchina sulle coperture.

Certo è che le due RB20 sono davanti e il lavoro da compiere è ancora molto, se si tiene conto del loro margine. Tuttavia, la squadra anglo-austriaca ha anche introdotto un primo aggiornamento tecnico importante in territorio nipponico, a differenza della scuderia di Maranello che si giocherà questa carta a Imola. L’obiettivo del team del Cavallino Rampante dovrà essere quello di migliorare nel time-attack, specie con Leclerc, per poi far valere le caratteristiche della monoposto del 2024.

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