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MotoGP, un venerdì interlocutorio in Malesia. Martin resta un fulmine, ma il meteo potrebbe cambiare tutto

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Foto: MotoGPpress.com

“Im Sepang nichts Neues” potrebbe essere il riassunto dell’odierno venerdì del Gran Premio di Malesia, ovvero “a Sepang niente di nuovo” per parafrasare il titolo del capolavoro letterario di Eric Maria Remarque. Non si è visto niente di differente rispetto a quanto ammirato in ogni singolo venerdì asiatico-oceanico negli ultimi due mesi.

India, Giappone, Indonesia, Australia e Thailandia sono state tutte illuminate dal fulmine di Jorge Martin, velocissimo sul giro secco. È accaduto lo stesso quest’oggi nell’autodromo edificato alle porte dell’area urbana di Kuala Lumpur. Per la verità, la saetta madrilena è stata superata in luminosità da quella di Alex Marquez, più rapido di lui nelle cosiddette pre-qualifiche.

Cionondimeno, è stato il ventisettenne catalano ad alzare l’asticella, non il venticinquenne castigliano ad abbassarla. L’alfiere Pramac ha comunque margine su tutti i rivali, compreso Francesco Bagnaia, che però ha lavorato soprattutto sull’assetto migliore per avere un passo-gara di primissimo piano. Nessuna nuova, appunto, copione già recitato più volte nelle settimane più recenti.

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Vedremo se la variabile impazzita del meteo arriverà a sparigliare le carte. Quello della penisola di Malacca è imprevedibile e Sepang è a pochi chilometri dal mare. Dunque gli scrosci di pioggia, che qui sono sempre copiosi, non possono essere esclusi. Quando e dove colpiranno non è dato a sapersi. Le uniche certezze sono relative alla durata (breve) e all’intensità (estrema).

Si attende di capire se quel “qualcosa di nuovo” può essere fornito da Giove Pluvio, oppure se anche qualifiche e Sprint seguiranno la stessa falsariga proposta da fine settembre in poi. Quella di un Martin generalmente superiore a Bagnaia.

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