Formula 1

F1, per la Ferrari il rinnovo di Charles Leclerc e Carlos Sainz “non è una priorità”. Cosa sta succedendo sul fronte dei piloti?

Pubblicato

il

La scorsa settimana John Elkann, presidente della Ferrari, aveva manifestato entusiasmo per le performance del Cavallino Rampante in Austria. Sappiamo bene come sono andate le cose a Silverstone, ma poco importa. Una dichiarazione del numero 1 ferrarista è passata sotto traccia. Incalzato sul tema del rinnovo del contratto dei piloti, il nipote di Gianni Agnelli ha tagliato corto: “Ci sono altre priorità”.

Ci sono altre priorità? Quali? In un momento di riorganizzazione interna, come quella che sta venendo vissuta dal Cavallino Rampante in questi mesi, non dovrebbe essere prioritario anche garantire stabilità sul tema di chi porterà in pista le Rosse del futuro e sarà l’uomo (o gli uomini) a cui affidarsi per riconquistare quel Mondiale che manca ormai dal 2007? Evidentemente no.

La Scuderia di Maranello è come il Vaticano. Quando un dirigente nella posizione di Elkann fa una dichiarazione del genere, il “non dire” è quasi più significativo del “dire”. Soprattutto tenute in considerazione le dinamiche ferrariste. L’abitudine è quella di rinnovare i contratti dei piloti con largo anticipo e, sotto questo aspetto, siamo già in ritardo rispetto alle tempistiche consuete. Charles Leclerc e Carlos Sainz sono legati al team sino al termine del 2024. Il monegasco ha firmato l’attuale contratto nel dicembre del 2019, lo spagnolo è stato confermato nell’aprile 2022.

F1, John Elkann: “La miglior Ferrari della stagione in Austria. Rinnovo piloti? Ci sono altre priorità”

Il venticinquenne del Principato nelle scorse settimane è rimasto sul vago. Incalzato sul tema dalla testata autosport.com, Leclerc aveva detto “stiamo lentamente iniziando a parlare del rinnovo, ma onestamente non è qualcosa a cui sto pensando. Non c’è ancora niente di formale o specifico”. Insomma, dei pourparler, come si suole dire e anche Charles ha allontanato l’argomento.  Da un lato, la dirigenza non vuole affrontare il discorso. Dall’altro, il pilota di punta mena il can per l’aia. Vero, c’è ancora tempo, ma forse qualcosa bolle in pentola?

La crescente insofferenza del monegasco è palpabile. Sempre aziendalista, dalla seconda metà del 2022 ha cominciato a criticare apertamente il team in caso di errori strategici marchiani (come avvenuto il sabato del GP del Canada, dopo la precoce eliminazione in Q2). D’altronde, come biasimarlo? Lo scorso anno a Interlagos è stato spedito in pista con pneumatici da pioggia quando la pista era asciutta, come solo l’Andrea Moda aveva saputo fare trent’anni prima. Tanto basterebbe a far uscire dai gangheri un santo.

Diverso il discorso di Sainz, che vive in una sorta di equivoco, quello relativo al suo ruolo. Si riteneva fosse stato ingaggiato per essere una solida alternativa, capace all’occorrenza di sostituirsi al faro della squadra. Non un “numero 2” designato alla Sergio Perez, bensì un “piano B” alla Valtteri Bottas. Eppure non sta venendo trattato come tale, bensì come un pari di Leclerc. Dunque, se si chiede allo spagnolo di essere un valido secondo, allora il suo rendimento è in linea con tale profilo. Se invece lo si ritiene una carta potenzialmente da titolo, allora le sue performance non sono dello spessore necessario.

Ricapitolando. Fretta non ce n’è, ma evidentemente neppure convinzione. Da parte di chi, perché e in quali termini non è dato a sapersi. Si tratta di situazioni destinate a restare (giustamente) isolate all’interno dei box e dei corridoi di Maranello. L’evoluzione del destino dei ‘due Carlo’ potrebbe diventare un tema caldo nei prossimi mesi. Al momento si constata solo l’anomalia di una Ferrari che non si muove con largo anticipo sul fronte dei piloti, come è abituata a fare. Di solito, quando accade, è perché sta per cambiare qualcosa. Sarà così anche stavolta?

Foto: La Presse

Exit mobile version