Pattinaggio Artistico a rotelle

Pattinaggio artistico a rotelle, Sofia Paronetto si racconta a OA Sport: “Felicissima degli Italian Roller Games, adesso alzerò l’asticella”

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Il successo in categoria giovanile, poi un lungo stop e la scoperta di una nuova disciplina; è ancora giovanissima Sofia Paronetto, Campionessa del Mondo in carica di pattinaggio artistico a rotelle su inline, ma nella sua carriera sono già successe tante, tantissime, cose.

L’atleta seguita da Paolo Colombo ed Elisa Boin è infatti al momento l’unica pattinatrice di alto livello a svolgere con regolarità le competizioni sia sul quad (il classico pattino a quattro ruote, per intenderci) sia nell’inline, attrezzo che durante lo stop dettato dall’emergenza sanitaria ha avuto un exploit straordinario, in quanto perfetto compromesso tra il mondo rotellistico e, per via delle affinità di sensazioni con la lama, e quello del ghiaccio.

Nella scorsa annata sportiva non a caso la veneta ha collezionato l’oro ai Mondiali di Asunciòn (Paraguay) e l’argento nella rassegna continentale di Riccione. Ma c’è di più. Tornata regolarmente alle gare sul quad la nostra ha infatti ottenuto una splendida quarta posizione agli Italian Roller Games 2022 (dove ha anche confermato il titolo nell’inline), sfoggiando una buona qualità tecnica e soprattutto un ottimo approccio sul versante delle componenti del programma.

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Abbiamo intercettato Sofia poche settimane prima della partenza per i Campionati Europei, quest’anno in scena ad Andorra La Vella, dove cercherà di guadagnare il metallo più pregiato dopo la sfortunata edizione del 2021, in cui a causa di un libero falloso si è dovuta accontentare del posto d’onore.

Sofia, sei reduce da un Campionato Italiano davvero positivo, dove hai raggiunto all’esordio nella massima categoria il quarto posto nel quad e il primo nell’inline. Qual è il tuo bilancio?

Per quanto riguarda il quad devo dire che non mi aspettavo questo risultato, infatti dopo il terzo posto dello short la tensione nel lungo si è fatta sentire già nelle prove del mattino perché il mio obiettivo era comunque centrare la top 6. Entrare nell’ultimo gruppo di lavoro, con davanti e dietro ragazze così tanto competitive è stata una bella emozione, soprattutto dopo tutti problemi che ho avuto a livello fisico. Sul quad poi non facevo dei Campionati Italiani da due anni: tra covid e infortunio era da un po’ che non gareggiavo ad alti livelli, sono quindi felicissima di questo quarto posto malgrado la stanchezza e lo stress. Sono felice di quanto fatto anche con l’inline, disciplina che ho un po’ trascurato nell’ultimo periodo proprio per concentrarmi sulle gare di quad. Adesso in vista dei Campionati Europei e dei Mondiali cercheremo di alzare l’asticella perché a Ponte Di Legno abbiamo semplificato i programmi“.

Hai appena accennato al tuo periodo di stop. Cosa è successo nello specifico?

Dopo il lockdown ho avuto dei periodi di crisi, un po’ come tutti. Senza competizioni sono venuti meno gli stimoli, però sono riuscita a mettere ugualmente in piedi i due programmi di gara. Ma a gennaio 2021, poco prima della tappa inaugurale dei regionali, mi sono strappata il bicipite femorale della gamba destra. Sono stata ferma dunque alcuni mesi e ho ripreso l’attività molto lentamente proprio con una gara del circuito Nazionale inline a Modena; successivamente a maggio poi ho dovuto rinunciare nuovamente alla fase regionale perché mi sono stirata di nuovo la gamba, stavolta nella parte più alta. Arrivata agli italiani, dopo aver provato solo lo short al Trofeo Internazionale Sedmak-Bressan, in occasione del primo allenamento ho sentito ancora un gran dolore sempre nella stessa gamba per via di una grande contrattura: ho provato un po’ a pattinare ma sono stata costretta ancora a fermarmi. Fortunatamente sono riuscita a recuperare nei giorni che hanno anticipato la gara di Inline grazie al riposo e alla fisioterapia“.

La scelta di intraprendere un percorso anche nell’inline è stata molto lungimirante, visto la grande crescita che ha avuto la disciplina proprio con l’avvento della pandemia. Quando e come è nata l’idea?

L’idea è stata del mio allenatore Paolo Colombo, io all’inizio ero molto entusiasta, solo che poi per un periodo l’ho un po’ accantonato per concentrarmi di più sul quad, visto i risultati positivi e la vittoria ai Campionati Italiani Jeunesse. Poi dopo un anno Paolo mi ha proposto di riprovare l’inline per avere delle opportunità in più e fare più gare internazionali; ci siamo messi allora d’accordo per riuscire a far combaciare entrambe le discipline. Da quel momento ho sempre fatto una doppia gara“.

Come approcci gli allenamenti facendo questa doppia disciplina? Cambiare sempre pattini, con tutte le differenze del caso, non sarà una passeggiata…

Cambia sicuramente qualcosa nell’esecuzione della serie di passi: avendo gli stessi programmi in entrambe le discipline noto molto la differenza lì: nell’inline sono molto più instabili, se la step sequence non è allenata con frequenza risulta molto difficile da realizzare. Per ciò che concerne i salti invece, almeno per me, non cambia praticamente nulla. Quando l’anno scorso però ho dedicato tanto tempo all’inline per Europei e Mondiali, una volta tornata sul quad ho avuto tanti problemi a livello di sensazioni, sull’inline infatti giochi molto con velocità e fili, sul quad mi sembrava di avere gli sterzi chiusi ed è stato un problema, ci ho messo molto a riprendere le mie sensazioni“.

Tra le tue migliori caratteristiche spicca la grande dimestichezza sulla parte coreografica e in generale sulle componenti del programma. Si tratta di una dote naturale oppure è una caratteristica che hai allenato particolarmente nel corso del tempo?

Mi viene naturale. Tengo molto alle coreografie perché sono consapevole che siano uno dei miei punti di forza, dunque ci investo. I miei programmi sono curati da Fabio Sampò. Durante gli allenamenti curo e alleno la serie di passi ma sulla parte coreografica in generale, a livello di espressione e di movimento, è tutto molto naturale. Poi ci sono i giorni in cui le gambe non funzionano allora magari lavoro sulla coreografia; è un aspetto di cui vado molto fiera perché con l’introduzione del Rollart tutti questi fattori sono diventati molto importanti, sono felice perché il pattinaggio non è solo tecnica; questo gioca a mio vantaggio visto che tecnicamente ho ancora molto da imparare“.

C’è qualche pattinatore o pattinatrice, anche proveniente al mondo del ghiaccio, a cui ti ispiri?

Principalmente ad Alena Kostornaia, è stata un mia grande idolo a livello di pattinata, di programmi e di tutto. Seguivo molto anche Evgenia Medvedeva, e lei dal punto di vista di pattinaggio mi piaceva molto come adesso Anna Shcherbakova“.

Tra poche settimane affronterai i Campionati Europei 2022 di inline, dove ti aspetta un grande riscatto: l’anno scorso infatti a causa di un libero problematico è sfumata la medaglia d’oro, poi conquistata con merito ai Mondiali. Cosa ti ha insegnato quella sconfitta?

“Gli Europei 2021 mi ha insegnato ad avere un piano B. In quella gara non lo avevo perché ero troppo sicura di me stessa. Quella sconfitta mi ha insegnato a prepare le cose prima. Non mi aspettavo di avere delle avversarie che mi stessero così tanto vicine. Le russe, che provenivano dal mondo del ghiaccio, erano molto preparate in questo senso, peccato che non ci siano quest’anno per i motivi che sappiamo perché è sempre bello vedere i due versanti, ghiaccio e rotelle, che si incontrano“.

Foto: Raniero Corbelletti (per gentile concessione di FISR, Federazione Italiana Sport Rotellistici)

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