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Atletica, Mondiali 2022: le favorite gara per gara. Thompson-Herah difenderà il titolo di regina dello sprint? Duello tra McLaughlin e Bol nei 400 hs

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Un Mondiale particolare, che si doveva disputare un anno fa e che invece va in scena a un anno dai Giochi olimpici più belli di sempre per l’Italia dell’atletica leggera. Un Mondiale che, per dove è situato, a Eugene (nel tempio del “track and field” statunitense) non corre il rischio di essere snobbato da nessuno dei grandi interpreti planetari. Un Mondiale che, al femminile, offre sfide e tentativi di conferme a un anno da Tokyo molto interessanti che infiammeranno le notti italiane. Andiamo a vedere quali possono essere le favorite gara per gara in campo femminile.

100 METRI. E’ come al solito una delle gare più attese e non solo per tradizione ma anche per la qualità delle atlete in gara. La dominatrice della scorsa stagione, la giamaicana Elaine Thompson-Herah non è ancora riuscita ad esprimersi al massimo delle sue potenzialità in stagione ma tutto lascia pensare che abbia preparato al meglio questo appuntamento. L’oro dovrebbe comunque essere un affare tutto giamaicano visto che le due migliori in stagione sono Shelly-Ann Fraser-Pryce e Shericka Jackson che arrivano dall’isola caraibica e che lo scorso anno salirono sul podio olimpico assieme a Thompson-Herah. Da non sottovalutare, in chiave podio, le tre statunitensi, Aleia Hobbs, Melissa Jefferson, Twanisha Terry. Dall’Europa potrebbe arrivare uno squillo da finale dalla svizzera Mudjinga Kambundji,m mentre dall’Africa la più attesa è la nigeriana Favour Ofili.

200 METRI. Lo scenario cambia un po’. Le giamaicane, in particolare Shericka Jackson (primo tempo al mondo in stagione) ed Elaine Thompson-Herah restano le grandi favorite ma il gap con le altre, in particolare le statunitensi diminuisce non poco rispetto ai 100. Tamara Clark, Jenna Prandini e soprattutto Abby Steiner possono dire la loro in chiave podio e attenzione alla britannica Dina Asher-Smith che, assieme a Kambundji e soprattutto la nigeriana Ofili può essere un’outsider più che credibile.

400 METRI. I valori di Tokyo potrebbero essere ribaltati anche se la campionessa olimpica bahamense Shaunee Miller-Uibo (reduce da un periodo non facile a causa di problemi fisici) è tutt’altro che tagliata fuori nella lotta per la vittoria iridata, anche alla luce del 50”10 fatto segnare in occasione del successo della tappa di Diamond League a Parigi. La più continua quest’anno è stata indubbiamente la dominicana Marileidy Paulino, che ha ottenuto vittorie un po’ ovunque e forse potrebbe pagare il sovraffollamento di gare disputate. Da non sottovalutare, in chiave podio, la giamaicana Cherokee Young, la statunitense Taitha Diggs e, perché no, l’intero blocco polacco con Natalia Kaczmarek, Anna Kielbasinska e Justina Swiety-Ersetic, capace di piazzare la zampata al momento giusto anche se non particolarmente brillante finora in questa stagione.

800 METRI. Gara da vivere tutta d’uni fiato con tante protagoniste di altissimo livello. Le favorite sono le statunitensi che hanno dato vita ad una finale dei Trials stellare, con Athing Mu che ha resistito e ricacciato indietro una incredibile Ajee’ Wilson in piena rimonta sull’olimpionica di Tokyo. La coppia USA e la  giovanissima britannica Keely Hodgkinson possono dar vita a una delle finali più interessanti dell’intero Mondiale. Da non sottovalutare la keniana Moraa, le etiopi Meshesha, Alemu e Welteji, l’altra statunitense Rogers, la campionessa del mondo in carica Nakaayi, le europee Reekie (Gbr), la francese Lamote e l’azzurra Elena Bellò.

1500 METRI. Faith Kipyegon è la favorita ma l’oro dovrà sudarselo, con o senza l’olandese Sifan Hassan (ancora non certa di gareggiare su questa distanza). Per la keniana sarebbe il quarto oro sull’asse Mondiali-Olimpiadi. Dall’Etiopia arrivano i pericoli maggiori per Kipyegon con Tsegay, Meshesha e Hailu che venderanno cara la pelle. Laura Muir è il fiore all’occhiello del contingente europeo, dove uno spazio importante potrebbero ritagliarselo anche le azzurre Gaia Sabbatini e Federica Del Buono. L’australiana Jessica Hull, data in grande forma, e la statunitense Purrier St.Pierre possono rappresentare una minaccia per chiunque punti al podio.

5000 METRI. Sifan Hassan (appena rientrata con 15:13.41 a Portland) se prenderà il via sarà la favorita numero uno anche non in perfette condizioni fisiche, in una gara dove le etiopi Letesenbet Gidey, Dawit Seyaum e Ejgayehu Taye godono dei favori del pronostico. Non ci sarà per infortunio la burundiana Niyonsaba. La britannica Eilish McColgan (presente anche sui 10.000), la tedesca Klosterhalfen e la primatista norvegese Grovdal hanno buone chances di tenere alta la tradizione europea (Hassan a parte), mentre gli Stati Uniti si affidano a Cranny e Schweizer

10.000 METRI. Comunque vada si preannuncia una gara spettacolare: la kenyana Hellen Obiri ha sciolto le riserve ed è iscritta solo a questa distanza. Assieme alla connazionale Margharet Chelimo Kipkemboi cercherà di dare l’assalto al quotatissimo contingente etiope che presenta Gidey (argento a Doha), Taye e Mulatie. La britannica McColgan, miglior tempo stagionale, è la mina vagante ma c’è sempre l’incognita Hassan che deciderà all’ultimo se partire o meno: è “soltanto” la campionessa mondiale ed olimpica in carica. La tedesca Klosterhalfen è una delle outsider più quotate.

3000 SIEPI. Il Kenya l’ha fatta da padrone a più riprese e ci riproverà con la campionessa in carica Beatrice Chepkoech e Celliphine Chespol ma sempre dall’Africa arrivano le maggiori insidie per le keniane: dalle ex-keniane Norah Jeruto Tanui e Daisy Jepkemei (ora Kazakistan) e Winfred Yavi (Bahrain), all’olimpionica ugandese Peruth Chemutai, alle etiopi Abebe, Getachew e Alemayew (primatista del mondo under 18), . Attenzione anche alle statunitensi con Coburn (oro e argento nelle ultime due edizioni), Frerichs e Wayment.

100 METRI OSTACOLI. La favorita numero uno è la portoricana Jasmine Camacho-Quinn ma se la dovrà vedere con la primatista mondiale Kendra Harrison, argento a Doha e Tokyo e miglior prestazione stagionale. In lotta per il podio l’emergente Alaysha Johnson, l’altra americana Armstrong, la campionessa uscente Nia Ali, la nigeriana Tobi Amusan e le giamaicane, la giovane Anderson data in gran forma e le più esperte Tapper (bronzo olimpico) e Williams (un titolo mondiale), oltre alla polacca Skrzyszowska.

400 METRI OSTACOLI. E’ una delle sfide più attese dell’intero Mondiale. Da una parte Sydney McLaughlin (51.41!), dall’altra l’olandese Femke Bol. Si preannunciano scintille con la statunitense favorita ma può davvero accadere di tutto. Muhammad sulla carta dovrà accontentarsi della corsa per il bronzo, dopo aver vinto a Doha tre anni fa. Da non sottovalutare le giamaicane Salmon, Russell e Knight, le altre statunitensi Wilson e Little. Per la finale c’è anche l’azzurra Ayo Folorunso.

20 KM MARCIA DONNE. L’assenza per infortunio di Antonella Palmisano, campionessa olimpica in carica, aprfe la strada al seswto titolo consecutivo per la Cina. L’iridata uscente Liu Hong, Qieyang Shenjie (argento a Doha, oro olimpico di Londra) e Ma Zhenxia possono sbaragliare ancora il campo, dopo la tripletta nella fornace del Qatar. Dovranno guardarsi in particolare dalla spagnola Maria Perez e dalle sudamericane: la peruviana Garcia e l’ecuadoriana Morejon in testa.

35 KM MARCIA DONNE. Ancora tanta Cina per il podio, Qieyang Shenjie e Li Maocuo e la peruviana Garcia ma attenzione all’Ecuador con specialiste quali Morejon, Perez e Bonilla e alla Spagna con Garcia-Caro.

MARATONA. Rinuncia importante per il Kenya quella dell’olimpionica Peres Jepchirchir, fermata da un infortunio all’anca destra ma le keniane restano favorite con l’iridata Ruth Chepngetich, Judith Jeptum Korir e Angela Tanui ma attenzione all’Etiopia con un terzetto da favola: Bekere, Yeshaneh e Gebreslase. Vogliono e possono fare bene le statunitensi Sara Hall e la 37enne Keira D’Amato, e anche le  britanniche Purdue e Piasecki e l’israeliana ex keniana Salpeter.

PESO. La statunitense Chase Ealey vuole copiare i compagni maschile e lanciare il peso più lontano di tutte nella pedana di casa ma dovrà guardarsi dalla canadese Sarah Mitton e dalle enigmatiche cinesi Song Jiayuan e Gong Lijiao (una sola gara nel 2022 per la campionessa olimpica). La portoghese Auriol Dongmo, dopo i fasti dell’indoor, può fare molto bene, così come l’olandese Jessica Schilder e l’altra statunitense Aquilla.

DISCO. La statunitense Valarie Allman è la netta favorita per diventare la prima statunitense a mettersi al collo l’oro della specialità ma nelle ultime gare si è notata una netta crescita della croata Sandra Perkovic che quando conta c’è sempre. A caccia di un posto sul podio la tedesca Pudenz, l’olandese Van Klinken e la tedesca Craft, la cubana Yaimé Perez, campionessa in carica.

MARTELLO. Assente la polacca Wlodarczyk, iscritta ma assente causa Covid la statunitense DeAnna Price, campionessa uscente, per l’oro sembra una corsa a due tra le statunitensi Brooke Andersen e Janee’ Kassanavoid. Nella lotta per il podio potrebbe inserirsi la canadese Rogers. Sara Fantini, quattro primati italiani in tre settimane, è iscritta con la quarta misura e può a pieno titolo inserirsi tra le migliori.

GIAVELLOTTO. Lotto delle favorite piuttosto ampio in una stagione che non ha avuto finora una vera dominatrice. La tedesca Christin Hussong si è ritirata e dunque i galloni della favorita spettano alla giovne greca Elina Tzengko che dovrà lottare con le nordamenricane Maggie Malone, Kara Winger e Liz Gleadle, la giapponese Kitaguchi e l’indiana Rani ma attenzione alle sorprese cinesi con Liu Huihui e Lyu Shiying, Ogrodnikova (Repubblica Ceca) e Kolak (Croazia), campionessa olimpica di Rio.

SALTO IN LUNGO. La favorita numero uno per l’oro risponde al nome di Malaika Mihambo: la tedesca campionessa olimpica ha dimostrato a più riprese di essere la numero uno e la battaglia per l’oro è con la serba Ivana Vulet,  ex Spanovic, capace di arrivare a 7.06 in stagione. Tanta Europa anche nella lotta per gli altri posti sul podio con la svedese Sagnia, la britannica Ugen ma attenzione anche al contingente africano con la nigeriana Brume e la ghanese Acquah. Gli Usa, in assenza di Nichols, si affideranno a Moore. Per l’Italia c’è una Iapichino in lenta risalita a caccia di un posto in finale.

SALTO IN ALTO. Nonostante le difficoltà ad allenarsi le ucraine partono ancora una volta con i favori del pronostico grazie alla giovane Yaroslava Mahuchikh che in stagione ha scavalcato 2.02. L’equilibrio regna comunque sovrano con tante pretendenti al podio fra cui anche l’azzurra Elena Vallortigara, 1.98 in questa stagione. L’australiana Patterson, la statunitense Cunningham, la kazaka Dubovitskaya, la ucraina Gerashchenko e la montenegrina Vukovic, recente vincitrice dei Giochi del Mediterraneo, possono dire la loro in zona medaglie.

SALTO CON L’ASTA. La lotta per l’oro potrebbe diventare un  affare a due in casa Stati Uniti fra Sandi Morris, leader stagionale e la campionessa olimpica Katie Nageotte. La greca Stefanidi, la britannica Bradshaw, bronzo olimpico, e la australiana Kennedy sembrano un gradino sotto la coppia statunitense che potrebbe venire insidiata dalla slovena Tina Sutej, 4.80 in stagione. Tra le possibili protagoniste c’è anche l’azzurra Roberta Bruni, che ha scavalcata 4.71 quest’anno.

SALTO TRIPLO. Scommettere tutto sulla vittoria di Yulimar Rojas, la venezuelana volante, può essere poco remunerativo ma è sicuramente anche poco rischioso. La superiorità della sudamericana è incontrastata. Si lotta per il secondo posto e a farlo sarnano le protagoniste della stagione delle “altre”: la statunitense Keturah Orji, l’ucraina Bekh-Romanchuk, la giamaicana Williams, Thea Lafonde, la cubana Perez Hernandez: tutte a un metro da Rojas.

EPTATHLON. La belga Nafissatou Thiam, pur senza risultati di spicco in stagione, è l’atleta da battere. La britannica campionessa del mondo uscente Katarina Johnson-Thompso, reduce da infortunio, c’è più di nome che di fatto, mentre l’olandese Vetter, argento olimpico e prima nel 2022, la polacca Sulek e l’emergente statunitense Anna Hall possono cercare il colpaccio.

Foto Lapresse

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