Ciclismo

Diego Ulissi: “Pogacar è il più forte che abbia mai visto. Non sono calato dopo i problemi al cuore”

Pubblicato

il

Abbiamo raggiunto telefonicamente a Lugano il corridore della UAE Team Emirates Diego Ulissi, che domenica scorsa al Gran Premio Industria e Artigianato Larciano ha ottenuto la sua prima vittoria di questa stagione. Il 33enne toscano al suo attivo vanta 43 vittorie, tra cui due successi nella classifica generale al Giro della Slovenia nel 2011 e 2019, uno nella Settimana Internazionale Coppi e Bartali nel 2013, una al Czech Cycling Tour nel 2019, al Giro di Turchia nel 2017, al Tour de Luxembourg 2020 e nello stesso anno due tappe al Giro d’Italia, giusto per citarne alcune. Per il livornese nato a Cecina, da otto anni residente a Lugano, la seconda metà del 2021 e questa stagione sono una gran bella rivincita e un calcio alla paura (visti i problemi cardiaci che lo hanno costretto ad uno stop forzato a fine 2020, ndr). 

Diego, come stai? 

“Bene, grazie. Tutto a posto”.

Domenica al GP Larciano hai ottenuto la prima vittoria di questo 2022, la numero 43 in carriera. Che corsa è stata?

“Arrivavo da una Coppi e Bartali dura e con un buon livello di corridori, non sapevo quindi a Larciano quali fossero le mie condizioni, avevo paura di essere stanco ma la gamba ha risposto bene. Nel finale mi ero messo a disposizione di Hirschi che sembrava stesse meglio di me, ma poi sono riuscito a cogliere l’occasione all’ultimo chilometro”.

Quali sono le sensazioni di questo inizio di stagione? 

“Ho fatto un buon inverno a livello di preparazione, ho cominciato bene la stagione ma poi sono stato fermato a causa della positività al Covid-19. Lì ho dovuto fare le cose con estrema calma, visti i problemi al cuore che ho avuto la passata stagione e quindi ho perso un po’ di giorni, ma non appena sono tornato in bici ho trovato velocemente le sensazioni migliori”.

Dopo il problema al cuore è cambiato qualcosa in termini di rendimento?

“No, ho perso però diversi mesi e quindi ho dovuto ricominciare da capo. A livello di testa, invece, dopo aver ottenuto il via libera da parte dei medici, è stato tutto più semplice”.

Nel mirino hai messo qualche Classica? 

“Alle Classiche correrò in appoggio a Tadej, questo sarà l’obiettivo principale. Sono anche corse adatte alle mie caratteristiche, vedremo se si presenterà l’occasione”.

Come proseguirà il tuo calendario?

“Probabilmente sarò al via dei Paesi Baschi per poi proseguire con la Freccia Vallone, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro d’Italia. Invece per la seconda parte di stagione deciderò insieme alla squadra più avanti”.

Tu che lo conosci bene, Tadej che tipo di ragazzo è?

“E’ un ragazzo molto tranquillo, disponibile e umile. E’ il classico ragazzo della porta accanto. Non si è mai montato la testa, nonostante i suoi successi, ed è rimasto sempre con i piedi per terra. Si fa voler bene da tutti”.

E’ il corridore più forte con cui hai corso in tutti questi anni da professionista? 

“Sì, senza dubbio. Ho corso anche con uno dei velocisti più forti al mondo, Alessandro Petacchi, ma un corridore completo come Tadej non l’ho mai visto”.

C’e’ un messaggio che vorresti mandare a Sonny Colbrelli? 

“Sono situazioni veramente particolari e difficili. Ora ciò che conta è che Sonny abbia vicino tutti i suoi affetti più cari per ritrovare la giusta serenità. Spero di ritrovarlo in gruppo”.

A fine stagione sarai felice se… 

“Bella domanda. Dopo l’esperienza dello scorso anno mi auguro di stare bene e di fare una stagione senza intoppi. Spero di potermi togliere più soddisfazioni possibili insieme alla mia squadra”.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Vincere una Grande Classica. Sono consapevole però di essere in una delle squadre più forti al mondo e ci sono molti corridori di grande valore. A volte ho i miei spazi, altre sarò a disposizione dei miei compagni. Penso sempre a dare il massimo. In carriera mi sono tolto delle gran belle soddisfazioni”.

Foto: Lapresse

Exit mobile version