Giro d’Italia 2020, Giulio Ciccone e un duplice obiettivo: aiutare Vincenzo Nibali, con un occhio alla classifica

Dopo il 16esimo posto finale colto l’anno scorso al Giro d’Italia, con annessa maglia blu e vittoria di tappa sull’Aprica, e la maglia gialla vestita al Tour de France, Giulio Ciccone è diventato uno degli elementi di spicco del movimento italiano. L’abruzzese, che a fine dicembre festeggerà il suo 26esimo compleanno, nel caso la stagione 2020 riprendesse, è atteso al salto di qualità definitivo.

L’obiettivo principale di Ciccone, che quest’anno si era già sbloccato al Trofeo Laigueglia, sarà il Giro d’Italia. Alla Corsa Rosa dovrà recitare il ruolo di scudiero dello Vincenzo Nibali, da quest’anno suo capitano e mentore, ma probabilmente cercherà di curare anche la sua personale classifica. Tra i due potrebbe venirsi a creare, con le dovute proporzioni ovviamente, una situazione simile a quella che vi fu al Giro 2010 tra lo stesso Nibali, all’epoca giovane arrembante, e Ivan Basso.

Chiaramente Ciccone non è Nibali, il quale all’epoca era già reduce da un settimo posto al Tour de France, ed è inutile caricarlo di inutili pressioni. L’abruzzese, però, proprio come lo Squalo nel 2010, potrebbe e dovrebbe essere l’ultimo uomo a disposizione del suo capitano in salita. Il suo scopo sarà quello di rimanere al fianco di Vincenzo quando i grandi della Corsa Rosa faranno sul serio e, se non dovesse perdere tempo in qualche frazione di trasferimento, questo potrebbe permettergli, di riflesso, di gravitare nelle posizioni nobili della classifica.

Un risultato alla portata di Ciccone potrebbe essere una top-10. L’abruzzese sa esprimersi su ottimi livelli in salita e il recupero sembra che non gli manchi. Il suo punto debole sono le prove contro il tempo e da questo punto di vista il percorso del Giro d’Italia non gli strizza troppo l’occhio, dato che ci sono 60 chilometri a cronometro, pochi in senso assoluto, ma tanti per gli standard moderni.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse