Tokyo 2021

Giorgia Speciale, vela: “Un anno in più potrebbe aiutarmi in ottica Tokyo. Per Parigi 2024 dovrò adattarmi al Foil”

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7 titoli mondiali, 7 europei ed una sensazionale medaglia d’oro agli YOG (Giochi Olimpici Giovanili) di Buenos Aires 2018. Il palmares giovanile di Giorgia Speciale è impressionante, inoltre la grande promessa del windsurf azzurro si è già affacciata alla categoria senior a partire dalla scorsa stagione portando a casa il titolo italiano assoluto ed un brillante sesto posto al Campionato Mondiale casalingo di Torbole, sul Lago di Garda. La ventenne anconetana, reduce da un undicesimo posto ottenuto nell’ultima rassegna iridata disputata a febbraio in Australia, è in piena corsa per essere selezionata dallo staff azzurro per i Giochi Olimpici di Tokyo dell’anno prossimo. La talentuosa marchigiana classe 2000, in ballottaggio con Marta Maggetti e Veronica Fanciulli per rappresentare l’Italia (già qualificata) alle Olimpiadi nella classe RS:X, si è raccontata ad OA Sport ripercorrendo le tappe più significative della sua giovane carriera e proiettandosi verso il futuro.

Giorgia, dopo il Mondiale australiano di febbraio si è fermata improvvisamente la tua stagione agonistica a causa dell’emergenza sanitaria. Come hai passato le giornate in questo periodo di quarantena?

Le ho passate inizialmente in Sardegna fino al 1° di aprile, perché subito dopo l’Australia ero andata lì per fare qualche allenamento e sono rimasta bloccata, poi sono tornata ad Ancona dove vivo. Le giornate alla fine sono rimaste più o meno uguali: faccio circa due allenamenti al giorno, quindi sto continuando ad allenarmi molto. Mi sono fatta una sorta di palestra in casa perché ho la bicicletta con i rulli, il vogatore ed i pesi, quindi sono abbastanza organizzata. In questo periodo di stop poi ho colto l’occasione di studiare per l’Università, tanto che ho già dato due esami, e comunque con la federazione stiamo continuando vari appuntamenti online di lezioni di teoria su vari aspetti della regata. All’inizio pensavo sarebbero state delle giornate un po’ lunghe, magari noiose e monotone, invece alla fine sono arrivata ad avere delle giornate pienissime per cui mi devo svegliare presto la mattina in modo da riuscire a fare tutto”.

Il Coronavirus ha provocato anche lo slittamento al 2021 dei Giochi Olimpici di Tokyo stravolgendo i piani di tutti gli atleti. Tu come hai preso la notizia del rinvio?

È stato un grande colpo di scena, forse non me l’aspettavo anche perché non era mai successa una cosa del genere, ma comunque è stata la scelta più giusta. Da un lato per noi atleti è stato un bene perché comunque non ci stiamo allenando nel nostro sport specifico e non saremmo potuti arrivare all’Olimpiade preparati al punto giusto. Nel nostro caso poi avremmo dovuto avere in programma ancora due gare di selezione e questi eventi poi sono saltati. Da un lato quindi è stato un bene per la salute di tutti quanti e per la preparazione degli atleti, che nel 2021 saranno sicuramente più pronti rispetto ad un’eventuale Olimpiade disputata quest’estate. Per noi comunque è pesante perché ci alleniamo lavorando per un obiettivo ben fissato in testa e poi lo vedi spostarsi… Comunque è stata la scelta giusta, quindi non è stato uno shock“.

Nella tua carriera giovanile hai ottenuto innumerevoli vittorie conquistando svariate medaglie a livello internazionale tra Techno 293 ed RS:X. Se dovessi sceglierne una, qual è la medaglia d’oro più significativa che hai vinto fino a questo momento e perché?

Sicuramente mi vengono in mente le Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires nel 2018. Non tanto per la vittoria in sé, ma più per tutto il lavoro che c’è stato dietro. Era forse la prima volta che lavoravo così seriamente, con la Federazione abbiamo fatto veramente un sacco di raduni prima di partire per l’Argentina e siamo stati proprio due-tre mesi bloccati a Cagliari ad allenarci tutti insieme. Mi era piaciuto molto il percorso che c’era stato per arrivare lì: tutti i sacrifici, gli allenamenti e gli impegni… Una volta che sono arrivata in Argentina mi sono detta di volere una ricompensa per sentirmi appagata, perciò quella vittoria mi è piaciuta molto più per il lavoro che c’era stato dietro non solo da parte mia, ma anche la Federazione e tutto lo staff che ci ha curato tutta la preparazione. Poi anche il nome dell’evento ha un peso, non sono le Olimpiadi vere ma è comunque una bella soddisfazione”.

All’inizio della scorsa stagione hai cominciato definitivamente il tuo percorso a livello senior e sei riuscita subito ad ottenere dei risultati importanti come il sesto posto al Mondiale di casa. Ti aspettavi di poter essere così competitiva alla tua prima stagione tra le grandi del windsurf olimpico?

Bella domanda. All’inizio in allenamento ho iniziato a prendere “tanti schiaffi” da tutte le ragazze, non trovavo proprio il mio passo. All’Europeo che c’era stato in aprile continuavo a non trovare il mio ritmo, ma a quel punto non era più una questione di tecnica quanto un ambientamento tra le grandi. Sapevo di non essere forte dal punto di vista della regata tra le grandi, avevano proprio dei ritmi diversi ed un errore non lo paghi poco come a livello giovanile, lo paghi perdendo 15 posizioni. Poi durante gli allenamenti a un certo punto, verso maggio, mi è scattato qualcosa nella testa e mi sono detta: ‘Dai, ci sono, so come si regata, ce la posso fare’. Dopo ho fatto una regata in Olanda, dove non eravamo molte, e sono riuscita a fare quarta, quindi lì avevo trovato il mio passo e sempre più fiducia. Negli allenamenti continuavo a prendere sempre più confidenza e d’estate, con gli allenatori Adriano Stella e specialmente Luca De Predini, che è quello che ci ha seguito di più ad agosto, abbiamo fatto davvero un gran bel lavoro di qualità e soprattutto di quantità. Tutto questo ha fatto aumentare la mia autostima, che è quella che mi mancava per poter gareggiare in una flotta seniores. A settembre, sempre sul Lago di Garda in cui ci sarebbe stato anche il Mondiale, abbiamo fatto il Campionato Italiano Assoluto e sono riuscita a vincerlo. So che le ragazze con cui mi alleno come Veronica Fanciulli e Marta Maggetti sono fortissime a livello internazionale, quindi quel titolo mi ha dato ancor più consapevolezza aiutandomi ad entrare in acqua al Mondiale con una grandissima leggerezza anche perché non avevo un obiettivo numerico. Ho fatto regata per regata, ho cercato di fare le cose più semplici possibile e alla fine il risultato è venuto. Il risultato è arrivato più lì che in Australia, dove magari ero più pronta atleticamente e tecnicamente, semplicemente perché ho regatato con la testa libera senza pensare al risultato e concentrandomi solo a fare del mio meglio, riscattandomi e facendo vedere che anche tra le grandi so giocare. In questo periodo sto cercando di liberare di nuovo la testa senza pensare a vincoli di risultato ma semplicemente facendo vedere che sono in grado di regatare tra le grandi. Al momento del passaggio (tra le seniores, ndr) sapevo che sarebbe stata difficilissima, soprattutto una volta visto il livello del dover lottare in una flotta seniores, poi è stato un percorso graduale soprattutto a livello di testa”.

Il tuo prossimo grande obiettivo è quello di essere selezionata per l’Olimpiade di Tokyo. Pensi che il fatto di avere un anno in più a disposizione per convincere i tecnici possa essere un vantaggio per te nel ballottaggio con le tue compagne di squadra?

“Sì, penso che per me potrebbe essere un vantaggio per convincere i tecnici e per consolidarmi come atleta. È normale che nella testa di un tecnico ci sia il fatto che essendo giovane potrei avere risultati altalenanti. Quest’anno è importante soprattutto per me, più che per convincere un tecnico, per consolidarmi e per cercare di fare arrivare qualche risultato. Comunque, come ho detto prima, vorrei tornare a navigare con la testa libera come ho fatto al Mondiale di Torbole perché così sono convinta che i risultati possano arrivare di conseguenza. Sarà dunque un anno in più per prepararmi meglio, per regatare di più nella flotta seniores e per allenarmi di più con la squadra olimpica. Da questo punto di vista quindi sono felice di avere un anno in più, per migliorare e per dimostrarlo: è una sfida“.

Fino ad oggi non hai mai regatato sul campo di regata olimpico di Enoshima. In base alle indicazioni dei tecnici e dei tuoi compagni di squadra, pensi che possa essere un contesto di gara favorevole per le tue caratteristiche?

Penso che mi piacerebbe perché, da quello che ho sentito e dalle regate che ho visto, è un campo di gara molto variabile. Hanno fatto un Test Event in Giappone con tutte le condizioni, da vento forte a onda e anche vento leggero. Io sono brava quando c’è una regata in cui abbiamo tutte le condizioni di vento, anche se io magari preferisco il vento medio-leggero essendo piccola di statura, però mi piace moltissimo regatare in campi completi perché è lì dove vedi chi è l’atleta più forte. In quel caso non vince quello grande o quello piccolo, specializzato nel vento forte o leggero. Mi piacerebbe proprio regatare lì“.

Ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 è previsto un cambio di equipaggiamento per quanto riguarda il windsurf: hai già provato il Foil? Pensi di poterti adattare egregiamente alla nuova tavola olimpica?

L’ho già provato, però non ho ancora la tavola specifica perché non l’hanno diffusa e venduta. Comunque io ho il mio e l’ho provato già qualche volta. È molto divertente, magari mi sarebbe piaciuto fare un’altra campagna con l’RS:X ora che avevo preso un po’ di dimestichezza però ci sta, è un cambiamento ed un’evoluzione, quindi una nuova sfida. Sono giovane quindi penso proprio di potermi adattare, ma di sicuro non mi ci sono allenata moltissimo avendo fatto una ventina di uscite. In più questo slittamento di un anno dell’Olimpiade di Tokyo è un punto in meno verso Parigi, perché non sono esperta con il Foil e avremo non più quattro anni ma tre per la preparazione. Questo comunque non lo considero un problema perché ora vorrei rimanere focalizzata su Tokyo”.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Pagina Facebook FIV

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