Editoriali

Scherma: Arianna Errigo, Elisa Di Francisca e un Dream Team lacerato. Così si compromette l’oro olimpico

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A sei mesi dalle Olimpiadi di Tokyo 2020, l’Italia rischia di vedere sfumare anzitempo una delle sue principali carte da medaglia d’oro, quella del fioretto femminile a squadre. C’era una volta il Dream Team: l’utilizzo dell’imperfetto è pienamente voluto. Una squadra che un tempo lasciava le briciole alle avversarie, trascinata da fuoriclasse del calibro di Valentina Vezzali, Giovanna Trillini, Diana Bianchedi, Elisa Di Francisca, Margherita Granbassi. Negli anni gli scenari sono mutati: la crescita esponenziale delle avversarie, su tutte russe ed americane, ha di fatto colmato il netto vantaggio tecnico delle fiorettiste azzurre. Oggi, forse, non è neanche più corretto parlare di Dream Team. L’Italia resta una delle papabili favorite per il gradino più alto del podio, senza partire tuttavia una spanna sopra la concorrenza.

La caccia all’oro potrebbe inoltre dissolversi ben prima dell’inizio della rassegna a Cinque Cerchi. Un episodio tutt’altro che edificante Il botta e risposta di queste ultime ore tra Elisa Di Francisca ed Arianna Errigo. “Non ci amalgamiamo, le compagne non mi seguono. Ognuna si fa gli affari propri“, le parole della jesina, cui non si è fatta attendere la durissima replica della brianzola: “Le cose andrebbero dette di persona invece che sui giornali. Pensi al suo compito di chiudere la prova a squadre, visto che non le sta riuscendo troppo bene…“.

Segnali di dissidi e dissapori interni che si trascinano da diversi mesi. Fratture probabilmente insanabili in un gruppo che ormai non può più considerarsi tale. Una compagine composta da Alice Volpi, Martina Batini, Di Francisca ed Errigo, tutte all’apice della forma psicofisica, può pensare di competere per l’alloro olimpico massimo e di battere la Russia (ammesso che alla selezione dell’Est Europa sia consentito partecipare), ma solo con unione e comunanza d’intenti. Quattro ottime individualiste non fanno una grande squadra.

Di sicuro la continua querelle tra Errigo e la Federazione, finita addirittura nei tribunali, sta creando continue ed inutili tensioni nel mondo della scherma: la 31enne nativa di Monza vorrebbe prendere parte alle Olimpiadi sia nel fioretto sia nella sciabola (ricordiamo tuttavia che la qualificazione delle azzurre in quest’arma è a rischio), senza dover scegliere tra l’una o l’altra. Non il clima ideale per preparare l’evento clou del quadriennio.

Spetterà ora ai tecnici, ed in particolare al ct Andrea Cipressa, provare a raddrizzare in qualche modo una situazione che appare fortemente compromessa. Il dialogo sarà un’arma decisiva per provare a rinsaldare i legami, in caso contrario si profileranno delle scelte difficili, magari con esclusioni eccellenti. Perché, proseguendo su questa strada, l’oro olimpico assumerà i contorni di una pallida illusione per ciò che resta del Dream Team.

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federico.militello@oasport.it

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Foto: Bizzi/Federscherma

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