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MotoGP, GP Spagna 2018: Ducati, uno ‘zero’ che fa male! La velocità della GP18 consola…

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Quel giro 18 se lo ricorderanno molto bene in Ducati. Due moto in lotta per il secondo e terzo gradino del podio del GP di Spagna 2018, quarta prova del Mondiale di MotoGP, ed un crash che fa male. Tanti punti andati in fumo in pochi istanti nel giorno del trionfo dell’iberico Marc Marquez sulla Honda. Secondo successo consecutivo del Cabronçito in quest’annata ed un pacchetto nippo-spagnolo di grande livello, che anche sullo storico tracciato di Jerez de la Frontera si è dimostrato all’altezza della situazione. In passato, la pista, raccordante curvoni veloci e tratti lenti, era poco gradita dalla moto di Tokyo. Quest’anno, però, è tutta un’altra storia e con un campione come Marc in sella, c’è il fattore aggiunto.

La Rossa, dunque, deve leccarsi le ferite, vedendo sfumare con Andrea Dovizioso la testa della graduatoria generale in favore di Marquez, con 24 lunghezza di ritardo dall’asso di Cervera. C’è tanta amarezza per quello che sarebbe potuto essere ed invece non è stato. La velocità dimostrata dalla GP18, infatti, è stata sorprendente. In Andalusia, la Ducati aveva fatto sempre tanta fatica. Velocità di percorrenza in curva e trazione erano i requisiti per il round ed in corsa queste qualità erano insite nelle moto di Lorenzo e del “Dovi”.

Tuttavia, quanto avvenuto in curva 6 cancella tutto e porta ad alcune riflessioni. In primis, la situazione contrattuale dei due centauri alimenta troppa tensione. Si fa un gran parlare delle manovre di mercato che riguardano entrambi ed è inevitabile che questo possa avere delle conseguenze in pista. La Direzione Gara ha reputato quanto accaduto un incidente di gara ma il tentativo di staccata profonda di Dovizioso e quella chiusura così decisa di Jorge su Pedrosa, evidenziano uno status, probabilmente, troppo eccitato.

I vertici di Borgo Panigale debbono sbrogliare la matassa al più presto in modo da definire i rapporti di forza e nel contempo dare maggior serenità a chi sale in sella. L’altra considerazione riguarda la D16. Jerez ha detto che, rispetto al passato, questa moto, con una certa messa a punto, può dare soddisfazione su circuiti non necessariamente “Stop&go”. A Le Mans, dunque, l’occasione per dar seguito a queste impressioni anche perché con un Marquez così non c’è scelta ed è necessario invertire il trend se si vuol lottare per l’iride fino in fondo.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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