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Ginnastica, Europei 2016 – Le pagelle dell’Italia: Busato la migliore, cadute e riscatto azzurro, il futuro…

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Ieri si sono conclusi gli Europei 2016 di ginnastica artistica femminile. Alla Post Finance Arena di Berna l’Italia ha concluso al quinto posto la Finale a Squadre dopo un deludente settimo nel turno di qualificazione. A corollario di questo è arrivato il rilevante quarto posto di Sofia Busato al volteggio e la Finale di Specialità di Martina Rizzelli alle parallele (ultima), senza dimenticare le tre medaglie (1 per ogni colore) conquistate dalle juniores.

Di seguito le pagelle delle azzurre che sono scese in pedana nella capitale elvetica. Le pagelle si riferiscono esclusivamente a questi Europei e non alla carriera intera di una ginnasta, prendendo comunque in considerazione talento, capacità, ambizioni, margini di crescita.

Per visualizzare voti e giudizi sulle singole ginnaste ti basterà cliccare sulle varie pagine.

 

Qualsiasi sport, in Italia e nel Mondo, è soggetto ai voti e ai giudizi di appassionati, addetti ai lavori, giornalisti. Nel nostro Paese, qualsiasi Nazionale nei grandi eventi viene analizzata nel dettaglio e tutti gli atleti vengono valutati con attenzione per studiarne il loro profitto.

Fa parte del gioco e del fatto che si sta rappresentando una Nazione intera. Ed è normale che ci siano le pagelle vista la posta in palio: onori e oneri che comporta il fatto di vestire una maglia azzurra. Il tutto è fatto per dare visibilità a uno sport e a chi lo pratica, nel bene o e nel male, indipendentemente dai risultati. Si valuta la prestazione sportiva e l’atleta in quelle due ore, non la persona che ci sta dietro!

Non si può pretendere visibilità ma poi criticare la medesima quando viene data dai pochi organi di stampa attenti alla ginnastica artistica che, nel corso di questa settimana europea, sono stati davvero pochissimi (per non dire nulli).

La strada di dedicare molti articoli, in linea con quello che viene fatto per le altre discipline (e seguendone gli stessi spunti e tematiche), è l’unico modo per trattare l’artistica come tutti gli altri sport. Che è quello che si vuole fare, appunto per dare merito a chi pratica l’artistica. Se si vuole avere la medesima considerazione che hanno gli altri allora è giusto aspettarsi anche il trattamento che gli altri ricevono: elogi o critiche, a seconda dei risultati ottenuti.

 

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ELISA MENEGHINI: 6/7. La chiusura con una trave spaziale è di ottimo auspicio. Un esercizio di eccellente fattura, eseguito ottimamente in ogni singolo passaggio, da vero livello internazionale che si addice non solo agli Europei ma che avrebbe fatto grande figura in contesti ancor più competitivi. Un colpo di coda di cui dobbiamo essere lieti anche se aumenta il rammarico per non aver visto quel piglio e quella precisione anche nel turno di qualificazione perché con una prova del genere Elisa poteva puntare anche a una medaglia.

In due giorni la comasca è cresciuta in maniera importante, ma la caduta alla trave e l’uscita in pedana di giovedì pomeriggio non possono essere dimenticate da una valutazione che fa una media ponderata tra i due giorni gara.

 

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SOFIA BUSATO: 8. La migliore azzurra nell’arco dell’intera settimana. Tre giorni gara su un livello davvero eccezionale, alla sua prima uscita internazionale da senior. La comasca ha dimostrato di che pasta è fatta, mostrandosi al circuito come una volteggista di spessore di cui si sentirà parlare in futuro. Ha confermato che il suo stupendo doppio avvitamento, con cui ha sfondato sempre il muro dei 15 punti in Serie A, era degno del palcoscenico europeo: media di 14.8, elevatissima per questo contesto così competitivo.

L’Italia è tornata in una Finale di Specialità alla tavola come non succedeva da troppo tempo, rinverdendo i fasti di Giovannini e Benolli che conquistarono ori e medaglie a metà anni 2000. Il quarto posto finale di Sofia ha un peso specifico importante, è un legno con tanta prospettiva futura soprattutto perché il salto avanti (la seconda prova prevista) non era stato mai portato in gara prima di giovedì pomeriggio.

 

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ENUS MARIANI: 5. Quattro cadute sono troppe per il livello tecnico della brianzola, incappata in un turno di qualificazione davvero da incubo (piede a terra su tutti gli attrezzi su cui è salita) e in un avvio di finale altrettanto complicato. Per due volte consecutive ha sbagliato lo Tsukahara al volteggio. Apprezzabile il riscatto avuto tra parallele e trave della Finale a Squadre ma rimane tanta amarezza.

Si paga un po’ di pressione ai primi Europei da senior dopo che quattro anni trionfò nel concorso generale individuale tra le under 16. I margini di miglioramento sono molto ampi ma era probabilmente lecito aspettarsi qualcosa in più da Enus che ha in dote un buonissimo esercizio alle parallele, sulla carta da finale quantomeno continentale.

 

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LARA MORI: 6. Molto ordinata e pulita nella Finale a Squadre, come sempre ha saputo rimboccarsi le maniche per dare il proprio contributo alle compagne, confermandosi una ragazza capace di sacrificarsi per gli obiettivi del team.

A livello individuale doveva riscattare la caduta alla trave del turno di qualificazione e lo ha fatto molto bene. Tre routine precise e di sostanza: svolge bene il suo compito come aveva già fatto ai Mondiali 2014 e 2015. Tra i tanti momenti evidenzierei la caparbietà sugli staggi dove ha stretto i denti per portare a casa un punteggio importante dopo la caduta di Rizzelli. Anche giovedì pomeriggio, per due volte sotto pressione dopo le cadute di Mariani, aveva saputo darà solidità alla formazione svolgendo due buone prove tra corpo libero e staggi.

 

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MARTINA RIZZELLI: 6. Ha raggiunto la Finale di Specialità alle parallele asimmetriche per il secondo anno consecutivo e per questo meriterebbe un voto molto elevato, come le era stato dato giovedì pomeriggio. Nel corso del weekend, però, ha commesso dei gravi errori cadendo stranamente dallo staggio basso durante la Finale a Squadre e andando in stallo mentre stava disputando una buona prova nell’atto conclusivo tra le migliori otto ginnaste del Vecchio Continente.

Molto interessante il fatto che abbia portato in una gara di spessore il suo esercizio da 6.2, peccato però per due sbagli assolutamente evitabili visto il valore tecnico che era stato raggiunto nell’ultima stagione. Si riparte con convinzione da qui perché si sono comunque visti degli sprazzi interessanti.

 

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Le under 16 escono molto bene da questi Europei. Il bronzo all-around di Martina Basile, che riporta l’Italia sul podio individuale più prestigioso dopo l’oro di Enus Mariani nel 2002 e i precedenti argenti firmati da Vanessa Ferrari e Adriana Crisci, è indubbiamente il risultato tecnicamente prestigioso. La doppietta al volteggio è stata però indimenticabile: oro e argento, come mai era successo nella nostra storia!

Martina Maggio e Martina Basile fanno risuonare l’Inno di Mameli alla Post Finance Arena di Berna: in un palazzetto ginnico non lo udivamo addirittura da due anni, quando Vanessa Ferrari conquistò l’oro al corpo libero agli Europei di Sòfia 2014 (unico successo dell’intero quadriennio, oltre alla tappa di Coppa del Mondo a Tokyo, sempre firmata dalla bresciana).

Peccato per il quarto posto nella prova a squadre: le azzurrine buttano via la prima metà di gara con qualche errore di troppo. Avevano davvero tutte le potenzialità per salire sul podio. Il futuro è loro, con già il mirino puntato sulle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Torneremo più approfonditamente sulle nostre juniores nei prossimi giorni.

 

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