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Volley, l’Italia prende il largo per Rio! Il ritratto delle azzurre: da Del Core a Egonu, tutte ai raggi X. Olimpiadi 2016, arriviamo

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L’Italia si è qualificata alle Olimpiadi 2016. Un grande risultato conseguito dalla nostra Nazionale di volley femminile che tra tante difficoltà è riuscita a tagliare con successo il traguardo su cui puntava da un paio di stagioni. Dagli eccezionali Mondiali 2014 in casa, passando per i disastrosi Europei 2015 e il rocambolesco torneo continentale di qualificazione ai Giochi disputato lo scorso mese di gennaio.

Pathos infinito, tanti rischi, una gruppo che è cresciuto ma che dimostra ancora dei limiti. Per la quinta volta consecutiva nella nostra storia, però, parteciperemo alle Olimpiadi. Da outsider dopo aver avuto i riflettori puntati addosso nel 2008 e nel 2012 visto che venivamo dai trionfi in Coppa del Mondo.

Dall’Inferno di Ankara al Paradiso di Tokyo, dal match point annullato al Belgio fino ai festeggiamenti contro il Giappone. Un’apoteosi azzurra contenuta visto che non siamo ancora al top (come dimostrano i netti ko con Russia e Olanda) ma che comunque ci riempie di gioia: l’importante era essere a Rio e così sarà.

Il CT Marco Bonitta ha condotto in porto la sua nave. Conosciamo meglio le 14 azzurre presenti a Tokyo, rivivendo i momenti migliori del loro torneo, analizzandole ai raggi X. Clicca sulle varie pagine per i vari ritratti.

 

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ANTONELLA DEL CORE (schiacciatrice) – La giocatrice copertina di questa Italia, un’autentica capitana che ci ha messo cuore, carisma, testa, calma, pazienza, tecnica, sacrificandosi sempre per la causa comune, in silenzio, come fa una vera capitana. A 35 anni ne ha viste di tutti i colori in una carriera gloriosa e irripetibile ma probabilmente questo ultimo biennio ha un sapore speciale e particolare.

Non si è mai tirata indietro, accettando le responsabilità che venivano dal suo ruolo, non facendo mai la primadonna e sputando l’anima per questa Nazionale. Le immagini più nitide sono il tie-break contro la Turchia ad Ankara dove ha ricevuto in maniera sontuosa, le sfide alla Corea del Sud e alla Thailandia durante questa settimana. Un senso di abnegazione da clonare, una professionalità invidiabile. Top scorer nel match decisivo contro il Giappone.

Chiuderà onorevolmente la sua carriera alle Olimpiadi, com’è giusto che sia. Poi sarà davvero ora di diventare mamma e di voltare pagina. Immensa ed eterna.

 

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MIRIAM SYLLA (schiacciatrice) – La rivelazione di questo torneo preolimpico. Da giocatrice per “pochi scambi” a titolarissima e pedina imprescindibile di questa Nazionale. In pochissimi, nonostante l’eccellente stagione a Bergamo, potevano aspettarsi un contributo del genere e invece la 21enne ha sorpreso davvero tutti, anche i più scettici in merito alla sua convocazione.

L’Italia è andata in difficoltà in due momenti durante il proprio cammino a Tokyo: nel quarto set contro la Corea del Sud e nel primo parziale contro la Thailandia. In entrambi in casi è subentrata lei ed è stata determinante per raddrizzare gli incontri. Da quel momento in più ha sempre regnato in posto 4, dimostrandosi non solo una validissima soluzione offensiva (motivo per cui è stata selezionata) ma rivelandosi soprattutto fenomenale in ricezione, disorientando così anche le avversarie. Brutto colpo d’arresto contro l’Olanda, reginetta contro il Giappone. Un’arma in più per questa Italia. Sorpresone con fiocco.

 

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PAOLA EGONU (schiacciatrice/opposto) – La mossa tattica che ha sorpreso le avversarie: schierare Paola Egonu da opposto e non da schiacciatrice come invece era stato fatto nelle ultime stagioni. Una rivoluzione inattesa dai più, ma pensata da molti visto quanto era successo in fase di preparazione a questo torneo. Si è tornato indietro dopo che si era insistito a schierare la 17enne in posto 4, ma è in diagonale che può sfoderare tutta la sua potenza.

Deve però riabituarsi al ruolo. È subentrata a Serena Ortolani contro la Corea del Sud (quando ha risolto il quarto parziale nel momento di grande difficoltà della Nazionale), contro la Thailandia (determinante anche se non perfetta) e contro il Giappone (ottima per indirizzare l’incontro), titolare contro il Perù dove ha faticato a ingranare commettendo qualche errore di troppo al servizio.

È stata lei a salvare l’Italia dall’eliminazione ad Ankara e un pezzo enorme di questa qualificazione è passato dalle sue mani. È il talento più grande di questa Nazionale, la giocatrice del futuro, quella che può cambiare le sorti di un incontro: dotata di un braccio davvero unico, di una potenza inaudita, di una classe sopraffina, la ricezione ha sempre faticato ma forse ora non servirà più. Opposto o schiacciatrice sarà sempre una spina nel fianco delle avversarie e un totem per i nostri colori. Fenomeno vero.

 

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ALESSIA ORRO (palleggiatrice) – Inamovibile. Aveva mosso i primi passi ad Ankara, rivoluzionando la cabina di regia e conducendo l’Italia verso quel soffertissimo terzo posto che ci ha permesso di essere qui a Tokyo per festeggiare la qualificazione alle Olimpiadi.

Se qualche mese fa aveva dimostrato ancora delle incertezze e un po’ di immaturità tecnica, ora la 17enne è cresciuta ulteriormente ed è migliorata visibilmente. Sa leggere meglio le varie situazioni di gioco, sa quale compagna cercare e in chi servire maggiormente nei vari momenti, riesce a mettere maggiormente in difficoltà le avversarie avendo a disposizione diverse soluzioni.

È piaciuta tantissimo per l’atteggiamento propositivo, per la bontà tecnica del suo gesto e per l’umiltà dimostrata. Non è assolutamente arrivata, ha tantissimi margini di miglioramento ma ormai ha dimostrato di poter meritare il posto da titolare in questa Nazionale. La sua intelligenza in campo si è vista svariate volte a Tokyo: contro la Corea del Sud ha alzato diverse palle alte, ha fatto risolvere molte situazioni a Egonu e Sylla, disorientando la Kim; contro la Thailandia ha capito che doveva puntare di più sulle centrali e così l’Italia ha vinto l’incontro, il capolavoro contro il Giappone. Fenomenale al servizio, combattiva al massimo: ha davanti a sé un grande futuro.

 

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CRISTINA CHIRICHELLA (centrale) – Una presenza imprescindibile al centro della nostra Nazionale. Ha risolto il torneo preolimpico brillando in due occasioni: dopo il primo set perso, l’Italia era in difficoltà contro la Thailandia ma lei è stata fondamentale segnano i primi cinque punti del secondo parziale che ha dato il là alla fuga delle azzurre; contro il Perù si è rivelata superlativa top scorer. È stata lei a mettere a terra il pallone che ci ha consegnato il biglietto per Rio: prima un muro, poi un attacco, l’Italia vince il terzo set contro il Giappone e vola alle Olimpiadi.

Cresce meravigliosamente l’intesa con Alessia Orro, un asse che rappresenta il futuro di questa Nazionale. I suoi deliziosi primi tempi mettono in crisi le avversarie, ma sono le stampatone il suo marchio di fabbrica: muroni micidiali che spezzano le reni alle attaccanti e galvanizzano l’Italia.

Ad Ankara non era in forma causa infortunio dell’ultima minuto, questa volta è presentissima e fa sentire tutto il suo peso. Granitica.

 

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MARTINA GUIGGI (centrale) – Non è mai appariscente ma è il vero metronomo di questa squadra. È lei che detta i tempi, mettendo in campo tutta la sua esperienza e accendendosi quando ce n’è bisogno con fast determinanti e anche dei buonissimi servizi.

È una delle veterane delle gruppo, sputa sangue e suda per la Nazionale, immolandosi quando necessario. Ci vorrebbero più Martina Guiggi in circolazione e ora il sogno di partecipare nuovamente a un’Olimpiade: ne ha tutte le possibilità, è stata una delle poche a ben figurare sia ad Ankara che a Tokyo, nonostante una stagione di club non all’altezza delle aspettative.

 

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MONICA DE GENNARO (libero) – Un libero insostituibile. Titolarissima, non aveva giocato ad Ankara per influenza ma qui riprende il ruolo che le spetta e non tradisce le aspettative. Reduce dalla Finale Scudetto con Conegliano, si presenta comunque al top, mette solidità in seconda linea, recupera grandi palloni e risulta una pedina importante per l’intera Nazionale. Se a Londra 2012 era solo la riserva, ora si aprono le porte della sua seconda Olimpiade ma questa volta da numero 1.

 

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FRANCESCA PICCININI (schiacciatrice) – Taglia il prestigiosissimo traguardo delle 500 presenze con la Nazionale, un record inferiore solo alle 544 maglie azzurre di Eleonora Lo Bianco. La 37enne non ha però disputato il torneo che si aspettava: schierata come titolare contro Corea del Sud e Thailandia ha deluso le aspettative, non giocando all’altezza del suo livello. Inevitabili le sostituzioni prima con Gennari e poi con Sylla. La partecipazione alle Olimpiadi per la quinta volta in carriera (sarebbe record assoluto) è ora più lontana. Dovrà tirare fuori tutta la sua classe cristallina per dimostrare di poter meritarsi uno dei 12 posti a disposizione. Lei c’è sempre stata da quanto l’Italia partecipa ai Giochi Olimpici, la storia non può finire qui…

 

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ANNA DANESI (centrale) – Quando è stata impiegata ha dimostrato di poter dare il proprio determinante contributo, com’era già successo ad Ankara. Le sue mani si fanno sentire a muro, si conferma un ottimo elemento accanto a Guiggi e Chirichella: il futuro delle centrali azzurre. Subentra un paio di volte, giocando ampi spezzoni di partite e gioca sempre al top.

 

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SERENA ORTOLANI (opposto) – Purtroppo non è stato il grande opposto che ci aspettavamo. Ha meritato la convocazione vincendo lo scudetto con Conegliano ma in Giappone ha faticato a ingranare. Emblematici i brutti primi set giocati contro Corea del Sud e Giappone, finendo sempre per essere sostituita. Deludente anche contro l’Olanda: deve e può dare di più.

 

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ALESSIA GENNARI (schiacciatrice) – Chiamata in causa seriamente solo una volta, quando l’Italia si è trovata sotto nel secondo set contro la Corea del Sud. Era un momento determinante per l’intero torneo, con grande calma e tecnica ha sostituito una spenta Piccinini, ha dato solidità all’intera ricezione e la squadra ne è uscita rafforzata. Ottima schiacciatrice che può dare di più di quanto non le sia concesso.

 

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NADIA CENTONI (opposto) – Si è vista solo per un rarissimo frangente in questo torneo preolimpico e ha deluso tutti: due errori al servizio che hanno permesso alla Corea del Sud di vincere il terzo set e di riaprire la partita. Le è stata data nuovamente fiducia contro il Giappone e non è cambiato nulla. Con la Nazionale ha faticato troppo, com’era successo ad Ankara quattro mesi. Fatica a convincere vestita d’azzurro e non riesce mai a incidere. Una delle pochissime bocciature all’interno di questo gruppo.

 

CLICCA SU PAGINA 14 PER OFELIA MALINOV e IMMACOLATA SIRRESSI

 

 

OFELIA MALINOV (palleggiatrice) – Impiegata solo nel terzo set della disfatta contro l’Olanda. Riserva di Alessia Orro, l’altra giovane del gruppo assiste dalla panchina ai numeri della compagna di club e di Nazionale.

IMMACOLATA SIRRESSI (libero) – Il libero vincitore della Champions League rimane in panchina: in campo Monica De Gennaro si dimostra titolarissima.

 

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